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MotoGP: Motegi, Phillip Island e Sepang. Il trittico asiatico deciderà il Mondiale 2017. Marquez favorito, Andrea Dovizioso si gioca tutto

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Ci siamo. Siamo arrivati alla fase che deciderà il Mondiale MotoGP 2017. Tre gare in altrettante settimane, da vivere tutte d’un fiato, che ci diranno, finalmente, chi sarà il nuovo campione del mondo della classe regina. I 16 punti di vantaggio di Marc Marquez (Honda) sul più immediato inseguitore, Andrea Dovizioso (Ducati) (clicca qui per la classifica generale) rappresentano un bottino non da poco da gestire e le tre prossime piste piacciono in maniera particolare al pilota catalano. Il trittico asiatico, composto da GP del Giappone (15 ottobre) a Motegi (clicca qui per programma e tv), GP d’Australia (22 ottobre) a Phillip Island e GP di Malesia (29 ottobre) a Sepang, dunque, metterà in palio 75 punti che decideranno, con molta probabilità il titolo 2017, o quantomeno lo indirizzeranno in vista dell’ultimo appuntamento di stagione a Valencia (il 12 novembre). Clicca qui per l’analisi delle piste.
Come arrivano i protagonisti a questo importante appuntamento del calendario, e dopo le tre settimane di sosta dopo il GP di Aragon? Su tutti, ancora una volta, troviamo Marc Marquez, e non solo per questioni di classifica. Il portacolori del team Repsol Honda sta mettendo in mostra, gara dopo gara, un ottimo stato di forma sia a livello fisico che mentale e, soprattutto, un feeling totale con la sua RCS213V. Quattro successi nelle ultime sei uscite (comprendendo anche il ritiro per esplosione del motore a Silverstone) sono la cartina tornasole di un andamento davvero a gonfie vele per il talento di Cervera che punta al quarto titolo nella MotoGP negli ultimi cinque anni. Non propriamente un risultato di poco conto. Il suo bilancio storico nelle prossime tre piste, strano a dirsi, non è scintillante. In questa categoria a Motegi ha vinto in una sola occasione (l’anno scorso) mentre a Phillip Island ha due ritiri, una squalifica e un successo in quattro anni, mentre a Sepang ha una vittoria, un secondo posto, un ritiro (nel famigerato corpo a corpo con Valentino Rossi nel 2015) ed un undicesimo posto dodici mesi fa. Clicca qui per i suoi precedenti.
Alle sue spalle Andrea Dovizioso si trova nella condizione di non poter mollare la presa proprio sul più bello. Dopo una stagione da incorniciare, nettamente la migliore della sua carriera, a lungo comandata in classifica, il pilota romagnolo è reduce da un terzo posto sotto la pioggia di Misano ed un settimo davvero negativo ad Aragon. 16 punti non sono certamente un ritardo incolmabile, ma quello che non fa dormire sonni tranquilli ai tifosi di “Desmo Dovi” è il trend intrapreso negli ultimi appuntamenti, quando si è visto tornare il Dovizioso che preferisce non rischiare, invece di affondare il colpo, aspetto nel quale eccelle Marquez. Nelle ultime quattro prove il portacolori della Ducati dovrà giocarsi tutte le sue chance iridate, sperando che la moto si confermi performante come accaduto lungo nei quattordici GP disputati. Per puntare al successo finale il romagnolo non dovrà togliere la mano dal gas e, soprattutto, migliorare il suo andamento nel trittico. Negli anni precedenti, infatti, sono arrivati solamente due secondi posti in Giappone, un successo a Sepang (un anno fa) e al massimo un terzo in Australia.
La rincorsa al titolo si chiude a questi due nomi? No, non possiamo dimenticarci, ovviamente, di Maverick Vinales (Yamaha) che è ancora ampiamente in lizza, anche se distante 28 punti dal leader della classifica. Il compagno di scuderia di Valentino Rossi (che potrebbe dargli una generosa mano nelle prossime uscite) sembrava il dominatore della MotoGP in avvio di stagione poi, mano a mano, ha perso colpi e posizioni, ritrovandosi a debita distanza da Marquez e senza vittorie dal lontano GP di Francia del 21 maggio, ben 141 giorni fa. Gli ultimi due quarti posti ottenuti non hanno certo fatto svoltare la stagione del catalano, ma lo lasciano ancora in ballo per il titolo. Per centrarlo, tuttavia, oltre ad un crollo di Marquez dovrà fare affidamento su un netto miglioramento della sua M1 che, tuttavia, sta sentendo in maniera migliore nelle ultime gare. Nei tre anni di MotoGP non ha ancora ottenuto grandi risultati nel trittico, ma il terzo posto di un anno fa a Motegi può fare ben sperare al giovane pilota ex Suzuki.
Cosa dovremo aspettarci da questi tre Gran Premi in arrivo? In primo luogo scordiamoci di vedere un Marc Marquez calcolatore e sulla difensiva. Il numero 93, come sua consuetudine, darà tutto per vincere ogni gara e chiudere i conti in anticipo. Il pilota di Cervera, infatti, sa dare il proprio meglio quando rischia e quando sfida il limite. Quando prova a gestire commette qualche pasticcio di troppo, perché non è proprio nelle sue corde. Ad Andrea Dovizioso e Maverick Vinales, invece, non rimarrà che spingere sempre e comunque e provare l’impresa. Oggettivamente, numeri alla mano, sembra quasi impensabile che Marquez possa perdere questo titolo, ma questa categoria sa sempre essere imprevedibile. Le variabili saranno numerose, dalle gomme alle temperature, dal meteo ai compagni di scuderia. In poche parole ci attende un ottobre da alte pulsazioni.




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