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Vela olimpica: 2017 da urlo per l’Italia, da medaglia in otto classi su dieci

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È da qualche anno, precisamente dopo la fallimentare Londra 2012 che l’Italia della vela va forte. Risultati ottenuti in più classi che hanno consentito agli azzurri di arrivare a Rio 2016 con almeno tre barche da medaglia. E pazienza se poi non ne è arrivata nemmeno una proprio come a Londra.

Il flop carioca con i podi sfuggiti nelle Medal Race non ha comunque fermato il lavoro della federazione, ripartita ancora più decisa nell’anno post olimpico. L’oro di Ruggero Tita e Caterina Banti nei Nacra 17 foil e il bronzo di Jacopo Plazzi e Andrea Tesei nei 49er sono soltanto le ultime gioie in una stagione che ha visto la consacrazione di Francesco Marrai nei Laser standard e l’esplosione sempre nei Laser, questa volta radial, di Silvia Zennaro.

Ai due laseristi bisogna aggiungere il 470 di Elena Berta e Sveva Carraro, d’argento agli Europei e più volte protagoniste nelle regate internazionali. Dopo un inverno passato ad allenarsi sotto gli occhi di coach Paolo Mariotti e con il fondamentale supporto della preparatrice Francesca Keper, le due hanno raggiunto traguardi impensabili sino alla passata stagione. Nei 470 maschili sono invece Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò a far parlare grazie a uno strepitoso sesto posto ai Mondiali. Nonostante qualche problema fisico i due si sono resi protagonisti di una grande annata, guidati sapientemente da Gabrio Zandonà, quarto a Londra 2012 e desideroso di conquistare quella medaglia olimpica sfuggita con i due laziali. 

C’è poi il windsurf con la veterana Flavia Tartaglini e il giovane rampollo Mattia Camboni bronzo continentale negli RS:X. Nessuna novità in questo caso con tanti atleti di buon livello, da Marta Maggetti a Daniele Benedetti, pronti a dare del filo da torcere ai due azzurri per una ‘contesa’ che non potrà che far crescere il movimento. All’appello mancano soltanto Finn e 49er FX, con quest’ultimo orfano delle campionesse del mondo Giulia Conti e Francesca Clapcich ma consapevole di avere delle giovani di valore da monitore nei prossimi anni.

 

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