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Tuffi, Tania Cagnotto story: la consacrazione e il sincro con Francesca Dallapè

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Tania Cagnotto è sempre stata allenata da suo padre Giorgio, dalla fine del 2012 affiancato da Oscar Bertone. Ma per una stagione intera, quella del 2005-2006, si è trasferita a Houston (Texas) con la britannica Jane Figueiredo. La routine americana è stressante: università, allenamenti e gare Ncaa. “Non va via molto tempo prima che mi ponga la fatidica domanda: ma dove diavolo sono capitata? – scrive nella sua autobiografia Che tuffo, la vita! (Lìmina, 2012) -. Possibile che non abbia uno straccio di giorno libero, un attimo di respiro, la possibilità di staccare mentalmente e fisicamente?” Si mette in mezzo pure l’uragano Rita, che costringe tutti a ripararsi ad Austin. Ma la bolzanina resiste e completa l’anno, come da programma iniziale. A maggio torna in Italia.

Agli Europei di Budapest 2006, però, non rende come in passato: il suo miglior risultato è il quarto posto da 3 metri. Un anno dopo ci sono i Mondiali di Melbourne, in Australia. Strani, a marzo, dall’altra parte del pianeta, con il peso di dover difendere il bronzo vinto nel 2005 a Montrèal. E Tania Cagnotto si consacra: ancora bronzo, sempre alle spalle delle cinesi Guo Jingjing e Wu Minxia, nonostante un infortunio alla caviglia durante gli allenamenti a bordo vasca. “Raggiungere certi livelli è difficile, mantenerli lo è molto di più. La medaglia canadese non era stato un caso“.

Intanto l’azzurra si fidanza con il compagno di nazionale Francesco Dell’Uomo e si prepara, 23enne, alla sua terza Olimpiade. Dopo l’ottavo posto di Atene 2004 e, soprattutto, i due podi consecutivi ai Mondiali, sognare una medaglia non è reato. Agli Europei di Eindhoven (Olanda) è oro da 10 metri, bronzo nell’inedito sincro dalla piattaforma con Noemi Batki e quarta dal trampolino. E’ la stagione in cui qualcosa, nella sua testa, cambia: il rapporto (fino a quel momento più forte) con l’altezza maggiore finisce. “Senza infamia e senza lode“, con il 13° posto di Pechino 2008. La spinta definitiva verso i 3 metri, probabilmente, arriva durante la finale olimpica. Tania Cagnotto è quinta, a 40 punti dal podio, ma con il “solito” doppio e mezzo rovesciato conclusivo si prende l’unico 10 dell’ultima rotazione della gara. In casa delle fuoriclasse asiatiche.

Il 2009, anno degli Europei a Torino e dei Mondiali a Roma, si apre con un’altra grande novità: il sincro da 3 metri con Francesca Dallapè. Chi intuisce la potenzialità della coppia, non solamente comoda per motivi geografici (una di Bolzano, l’altra di Trento), merita un posto nella storia dei tuffi italiani al pari delle due atlete. Il cui rapporto non si limita all’amicizia. “Quando mi hanno messo insieme alla Cagnotto dopo Pechino 2008 (fu sesta nel sincro 3 metri con Noemi Batki, ndr) era una pressione che avvertivo molto, avevo paura di sbagliare e rovinare la carriera di una campionessadirà la trentina, un anno più giovane -. Tania, che mi è stata vicino fin dall’inizio con umiltà, mi ha sottratto ogni preoccupazione e mi ha stimolato a credere molto di più in me stessa. L’autostima che ho maturato negli anni deriva senz’altro dai suoi consigli“. “Al di là di quello che può sembrare, Francesca in gara è più calma di me – ribadirà la bolzanina -. Sul trampolino io sembro serena, ma soffro tanto. Per lei invece ero preoccupata zero: non è facile trovare una persona capace di reggere così le tensioni e di questo la ringrazio”. 

Il problema di reggere la tensione Tania Cagnotto inizia a provarlo dopo gli Europei di Torino, da cui torna con tre ori in tre gare per la prima volta in carriera brindando subito all’esordio vincente con Dallapè. Ricordando la vigilia dei Mondiali di Roma, scrive: “Si gioca in casa, finalmente: almeno una volta nella vita! Contenta? Sul momento sì, ben presto però sono cominciati i problemi. E chi se lo immaginava, tutto quell’ambaradan attorno alla mia persona? Tania qui, Tania lì, Tania un’intervista, Tania una foto. Mica c’ero abituata. Ben presto è subentrato lo stress, è cominciata a salire la tensione“. La sera della cerimonia inaugurale vomita dietro a un cespuglio. Da un metro è quarta: “Brutta cosa, non avere la testa completamente sgombra“. Ma il terzo bronzo iridato consecutivo da 3 metri scaccia via ogni pensiero. E nel sincro le compagne e amiche sono d’argento con il punteggio record di 329.70. Il Foro Italico è un tripudio di bandiere tricolore. “Abbiamo fatto una grande gara, secondo me siamo andate vicine alla perfezione. Vale la pena andare a rivedere i nostri tuffi di quel giorno“.

La tensione svanisce, le soddisfazioni continuano: la coppia cala il tris vincendo gli Europei di Budapest 2010 e quelli di Torino 2011. Tania Cagnotto in entrambe le occasioni si prende anche il metro, mentre da 3 metri è di bronzo alla Monumentale. E’ tutto pronto per l’Olimpiade della maturità: a 27 anni, Londra 2012 sembra il momento giusto per vincere finalmente una medaglia a cinque cerchi.

(2-continua)

Episodio 1: dagli esordi alla prima medaglia mondiale

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Rostock 2013/Maik Steinhagen

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