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Rugby, l’ennesima stagione fallimentare di Zebre e Benetton Treviso: un movimento italiano sempre spettatore e mai protagonista

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Quando mancano ancora svariati mesi all’epilogo della stagione 2016/2017 ci apprestiamo ad esaminare l’ennesima annata fallimentare delle due principali franchigie italiane impegnate nel Guinness Pro12, con la Benetton Treviso e le Zebre relegate rispettivamente nelle ultime due posizioni dell’ex lega celtica. Una situazione davvero complicata sotto il profilo dei risultati, a cui si aggiungono molto spesso altri fattori contingenti che certamente non aiutano alla crescita dei giocatori e del movimento nel suo complesso.

A versare in acque davvero scure sono certamente i ducali, vittime di sonore batoste sia in campionato che nella prestigiosa Champions Cup, dove si è palesata un’enorme difficoltà da parte dei bianconeri nella costruzione del gioco e nella capacità di reggere certi ritmi per tutti gli ottanta minuti di partita. Non si può non sottolineare poi l’incidenza dell’elemento societario nell’attuale stagione terribile delle Zebre, una confusione ai vertici che trova perfetta corrispondenza sul campo e che probabilmente andrà ad influenzare anche l’organico del futuro (vedasi gli addii di Carlo Festuccia e Quintin Geldenhuys). I giocatori, palesemente demotivati, finiscono così spesso per rendere al di sotto delle proprie possibilità, smarrendo dunque l’occasione di maturare la giusta esperienza a livello internazionale utile anche in prospettiva Nazionale, caratterizzata non a caso dalla stessa tipologia di problematiche come testimonia l’ultima edizione del Sei Nazioni chiusa a quota zero vittorie e altrettanti punti.

Un pochino meglio è andata alla Benetton, sino a questo momento protagonista di tre successi complessivi nel Pro12 che permettono ai Leoni di poter sperare ancora nel sorpasso ai danni delle immediate rivali in classifica Connacht e Newport. Il trionfo conseguito sabato scorso ai danni degli Ospreys sotto gli occhi del ct dell’Italia Conor O’Shea dimostra che le potenzialità ci sono se i ragazzi riescono a scendere in campo con la giusta concentrazione, ma risulterà fondamentale cominciare a dare continuità sia sotto il profilo delle prestazioni che dei risultati. Per esemplificare, non è sufficiente un singolo incontro giocato ad alti livelli inframezzato da una caterva di figuracce. A differenza dei cugini delle Zebre, caratterizzate da un presidente dimissionario senza che ciò venga nemmeno opportunamente ufficializzato, la situazione in casa trevigiana appare decisamente più rilassata e distesa, pertanto non è da escludere che il futuro possa riservare qualche sorpresa in positivo.

Lavorare con allenatori come Kieran Crowley e Gianluca Guidi, molto più bravi di me, è molto importante: ci confrontiamo, parliamo e sono certo che tutti noi insieme, nei prossimi due, quattro anni, potremo fare in modo di aumentare il livello di competitività delle nostre franchigie di PRO12 e quello dei giocatori in chiave Nazionale” – queste erano state le parole pronunciate da Conor O’Shea all’inizio della sua avventura in azzurro, base ideologica di un progetto ambizioso che necessita sicuramente di tempo ulteriore. Speriamo almeno che valga la pena di aver aspettato così a lungo.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Romeo Deganello

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