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Tennistavolo: Italia assente a Rio 2016. C’è futuro per questo sport?

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A Rio 2016 i tornei di tennistavolo dominati dalla Cina si sono disputati senza Italia. E’ stata la prima volta da Atene 2004 in poi che nessun azzurro ha partecipato ai Giochi: l’ultima volta era successo a Sydney 2000. Non che ci fossero ambizioni da medaglia, anzi, ma il bilancio del movimento piange eccome davanti allo zero brasiliano.

Impossibile farcela con le gare a squadre, che nell’ultima edizione degli Europei hanno palesato anche i limiti degli uomini un tempo nella Serie A Mondiale, difficile sognare anche una rappresentante nel singolo femminile dopo che la Federazione aveva chiuso le porte alla più quotata e meglio piazzata nel ranking, Nikoleta Stefanova, con tanto di polemiche infinite che sono terminate anche in televisione. Mihai Bobocica, però, ce l’avrebbe dovuta fare. E invece tra infortuni, sconfitte nei momenti decisivi e risultati a dir poco sorprendenti giunti dall’Asia, anche il numero uno del tennistavolo maschile ha mancato l’accesso a Rio.

A fine giugno Franco Sciannimanico, presidente federale, ha deciso di non candidarsi per le prossime elezioni ponendo dunque fine alla sua avventura a guida della FiTeT dopo tre mandati in 12 anni. Questo il suo sunto nella nota d’addio: “Penso proprio di poter affermare che lascio una FITeT in salute e con una struttura forte, al cui interno ognuno svolge al meglio il proprio ruolo. Il bilancio è in attivo, con una situazione finanziaria molto diversa da quella che ho trovato all’inizio del mio mandato a fine 2004, nonostante siano aumentate le risorse devolute al sostegno delle società sportive. I tesserati agonisti sono passati da meno di 10mila a 12.500: buona parte di essi si può trovare nel ranking FITeT, a dimostrazione della notevole crescita dei praticanti continuativi. Oltre a ciò, siamo tenuti nella massima considerazione dal Coni e dalla Federazione Internazionale. I nostri atleti sono entrati nei gruppi militari, la visibilità è molto maggiore che in passato, in virtù di una politica di comunicazione che ha portato sempre più il tennistavolo nelle case degli italiani, e il grande progetto del Centro Federale di Formia sta già iniziando a dare i primi frutti, grazie ai risultati dei nostri giovani“.

Sul flop olimpico, invece, ha dichiarato: “Sono profondamente dispiaciuto di ciò, ma invece di piangere sul latte versato ci stiamo attivando per far sì che in futuro la situazione non si ripeta. Il lavoro sul settore giovanile sono certo che sarà premiante. Avremo comunque sette pongisti alle Paralimpiadi e questo è per me motivo d’orgoglio“.

C’è dunque la volontà di guardare al futuro per il tennistavolo italiano. Da molte stagioni è ormai noto il progetto Tokyo 2020, partito nel settembre 2015 con l’unione dei migliori giovani nel centro federale di Formia che fu di Pietro Mennea. Un ciclo, povero di soddisfazioni internazionali, sembra prossimo alla conclusione. Ma talenti del calibro di Daniele Pinto, Carlo Rossi, Matteo Mutti e Antonino Amato, in trionfo agli ultimi Europei giovanili, sono pronti a sbocciare. Il prossimo quadriennio potrebbe essere quello del riscatto.

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Facebook Daniele Pinto

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