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Spagna padrona del calcio: sarà tris a Euro 2016?

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La Spagna è indiscutibilmente la regina del calcio europeo e, considerando la Champions League come il principale torneo internazionale per club, anche di quello mondiale. Il Real Madrid nel 2014, il Barcellona nel 2015 e ancora i blancos nel 2016, per un triplete di successi che fa il paio con la striscia – ancor più storica, perché raggiunta da una stessa società – di Europa League messe in bacheca dal Siviglia nello stesso lasso temporale. E di tris si potrebbe parlare ancora, dopo Euro 2008 ed Euro 2012, se la Roja dovesse prendersi anche la rassegna continentale 2016 in programma in Francia dal 10 giugno al 10 luglio.

La Spagna domina il ranking Uefa e lascia la briciole agli avversari. Ha filosofie diverse tra di loro, ma tutte sono vincenti. Dal tiki taka blaugrana, probabilmente la più celebrata e redditizia di questi anni, al cholismo dei Colchoneros, che con Simeone hanno alzato un’Europa League, senza dimenticare ovviamente per le Merengues di Florentino Perez, passate da Zinedine Zidane e Ronaldo in campo a Zidane in panchina e Ronaldo, Cristiano, a mettere paura alle difese avversarie. E ancora: David Beckham, Luis Figo e Raul da una parte; Gareth Bale, James Rodriguez e Karim Benzema dall’altra. Giusto per citare qualche leggenda che al Santiago Bernabeu hanno avuto la fortuna di godersi in contemporanea.

Uno dei segreti è che la Liga è “allenante” (cit.) e stimolante, molto più di una Ligue 1 chiusa a metà marzo in favore del Paris Saint Germain degli sceicchi, di una Serie A in cui la Juventus – padrona dello scudetto da cinque stagioni di fila – quest’anno si è permessa il lusso di regalare due mesi alle rivali e di una Bundesliga che, scemato l’effetto Jurgen Klopp al Borussia Dortmund, è rimasta nelle uniche mani del Bayern Monaco. Corazzate in patria che, però, al momento decisivo rischiano di pagare la tensione raramente affrontata nei campionati conquistati quasi agevolmente. Tra Barcellona, Atletico e Real Madrid, invece, la concorrenza si spegne spesso e volentieri solo all’ultima giornata – come del resto avvenuto quest’anno – e la guardia non si può mai abbassare. Non è un discorso di valore delle “piccole” (che probabilmente perderebbero il confronto con le pari livello di Premier League – sicuro – e Serie A, forse), bensì di mentalità delle “grandi”. In casa e fuori, in Spagna e in Europa.

Ovviamente di tutto questo potrà giovarne anche la Nazionale, attesa da un Europeo che sa molto di anno zero (o quasi) dopo la clamorosa eliminazione nella fase a gironi dei Mondiali 2014 per mano di Olanda e Cile. La Roja ha cambiato interpreti ma non ct, che è sempre Vicente Del Bosque, e proverà a sfruttare l’incertezza di favorite – la Francia padrona di casa? La Germania campione del mondo? L’Inghilterra modello Leicester? La sorpresa Belgio? Tutto è aperto – per difendere un titolo che comunque ha vinto nelle ultime due edizioni, quando, trascinata dal tiki taka del Barcellona, si prendeva anche il Mondiale del 2010 in Sudafrica. Vero che Lionel Messi è argentino, Antoine Griezmann francese e Cristiano Ronaldo portoghese, ma di Spagna in Barcellona, Atletico, Real Madrid e pure Siviglia c’è ancora molto. E ai successi dei club ora vuole unirsi nuovamente anche uno stato intero.

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