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Olimpiadi Rio 2016, Malagò: “Vogliamo ripetere Londra. Resteremo nella top10 mondiale”

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Il presidente del Coni Giovanni Malagò, intervenuto presso la Sala delle Armi al Foro Italico per la presentazione della spedizione italiana alle prossime Olimpiadi, si è sbilanciato sul possibile obiettivo della selezione tricolore a Rio 2016: “Partiamo dal presupposto di fare come a Londra, meno quelle medaglie che non sono nel programma. Le medaglie però penso che verranno conquistate in discipline molto diverse. Penso che resteremo nelle top ten mondiale, però devo ricordare che è sì importante pesare le medaglie ma dobbiamo metterci d’accordo se conta di più il numero degli ori o il numero delle medaglie“.

Poi soffermandosi sulla scherma: “Il programma ci penalizza, mancano il fioretto a squadre femminile e la sciabola a squadre maschile, ma sono convinto che le altre squadre della scherma siano una garanzia. Intanto faccio i complimenti ad Aldo Montano che si è qualificato nella sciabola individuale, i grandi campioni come lui difficilmente tradiscono“.

Il numero uno dello sport italiano analizza anche il difficile percorso di qualificazione delle squadre azzurre, con il solo volley maschile già in Brasile: “Ci sono delle difficoltà con alcune squadre, stiamo aspettando i tornei preolimpici per le due squadre di pallanuoto, per il basket maschile e il volley femminile. La nostra spedizione avrebbe un connotato diverso se almeno tre di queste quattro squadre venissero in Brasile“.

Infine sul sogno di vedere le Olimpiadi del 2024 nella Capitale: “Roma 2024 è un sogno, il massimo per chi si occupa di sport. Mi fa piacere vedere che giorno dopo giorno la candidatura acquisisce credibilità in Italia ed all’estero. Io l’ho sempre detto per il modo di lavorare del Coni e le carte che abbiamo“.

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3 Commenti

1 Commento

  1. ale sandro

    2 Febbraio 2016 at 09:37

    Che discorsi che fa Malagò…
    Contano sia la qualità (ori) che la quantità (podi totali). Ma nella situazione italiana attuale ritengo non meno importanti anche i risultati da finale o da prime dieci piazze , per tutti quei giovani under 25 che rappresentano il futuro e il presente in certi casi, e che dovranno fare il salto di qualità nel prossimo quadriennio ,come ci si aspetta da loro. Stare nei 10 e replicare Londra è il minimo che si possa fare ,per ritenere almeno in linea con le aspettative il bilancio azzurro.
    Immaginavo non ne parlasse certamente in questa occasione, ma sarebbe interessante per me sentire dal presidente Coni, cosa intende concretamente fare (o far fare ai vari dirigenti federali), sport per sport, per recuperare il gap con le nazioni di vertice, in prospettiva Roma ’24. Domanda retorica. Chissà che ci sia qualcuno che glielo chieda, invece delle solite chiacchere sulle portabandiera o sul ritiro o meno della Pennetta.

    • alebi

      6 Febbraio 2016 at 10:07

      Per come “ragionano” dirigenti e stampa italiani è ovvio che contano solo gli ori, cioè meglio finire nella top 10 con 10-0-0 medaglie (magari frutto di soli 4-5 atleti che quando si ritireranno saranno dolori per tutti, vedi quello che è successo negli sport invernali) piuttosto che finire quindicesimi con 0-10-25 medaglie conquistate da atleti 20-25enni che ti garantiscono altri 2 cicli olimpici ad alto livello.

      Non mi piace nemmeno quando il capo del CONI dice che l’obiettivo è eguagliare Londra… A questo punto è lecito chiedersi: ma Lei, signor Malagò, che si è insediato dopo i giochi di Londra, che apporto ha dato allo sport italiano se il suo obiettivo è pareggiare il suo predecessore? Chi si insedia non dovrebbe garantire un’evoluzione, un miglioramento? Oppure il suo unico obiettivo è portare le Olimpiadi a Roma, garantendo un magna magna a politici e imprenditori, spacciando il tutto per una grande vittoria sportiva dell’Italia?

      Un altro passaggio oscuro delle sue dichiarazioni: “La nostra spedizione avrebbe un connotato diverso se almeno tre di queste quattro squadre venissero in Brasile”.
      Primo: qual’è la squadra che vede con meno possibilità di riuscita? Oppure ha sparato un numero tanto per dire?
      Secondo: visto che le quattro squadre in questione appartengono a ben tre sport diversi, l’eliminazione di anche una sola squadra rappresenterebbe un vero fallimento per quello sport coinvolto. Davvero, quindi, un 3 su 4 darebbe un connotato diverso alla situazione sportiva italiana, in particolar modo agli sport di squadra?

      Poi parliamoci chiaro: le quattro squadre coinvolte sono tutte e quattro di altissimo profilo. Con tutto il rispetto, non stiamo trepitando per una possibile qualificazione della pallamano o dell’hockey (cosa che rappresenterebbe veramente un valore aggiunto per tutto lo sport italiano), ci stiamo preoccupando per la pallanuoto (disciplina storica, dove entrambe le squadre sono da top5 mondiale da anni/decenni), nella pallavolo femminile (il più grande movimento sportivo femminile italiano, con tutto quello che smuove di sponsor e pubblico) e di basket maschile (con la nazionale più talentuosa mai avuta). Davvero è concepibile accettare anche una sola eliminazione di una di queste quattro squadre?

      p.s. non centra con l’articolo, ma volevo commentare la meravigliosa gara di Banska Bystrica, solo che mi è impossibile aggiungere un commento a quell’articolo =(
      Grazie ai ragazzi del salto in alto maschile, li abbiamo ritrovati dove li avevamo lasciati, cioè a misure di valore mondiale! Segno di una continuità che difficilmente abbiamo in atletica. Mi spiace, però, che dell’impresa di quella sera, sulla Gazzetta non c’era nemmeno la notizia in home page (pensavo non avessero ancora scritto l’articolo, che invece c’era ma solo sotto la categoria atletica). Come stride il confronto con le notizie degli scandali e dei fallimenti, vero? Come se l’atletica vera, quella dei risultati, delle misure, delle imprese (perchè di impresa si è trattata), sia solo un contorno all’atletica delle chiacchiere.

      • ale sandro

        6 Febbraio 2016 at 14:14

        Riguardo al P.s. sono d’accordo praticamente su tutto…gran gara dei nostri, a prescindere dalla pedana magica 😀 Ero stato ottimista in questi anni sulle possibilità del trio ( ci metto anche Chesani sebbene non sia allo stesso livello) di raggiungere e passare 2.35 sia all’aperto che indoor. Mi pare ci stiano riuscendo e sarebbe stato bello sapere nel dettaglio anche tramite i giornali stampati come ad esempio si è risistemato Fassinotti dall’infortunio precedente allo scorso mondiale, e com’era andata la storia del macchinario per la terapia…Tante belle cose che a noi appassionati sarebbero piaciute. Il giornale che hai nominato e che è stato alla grandissima il mio riferimento per decenni, negli ultimi tempi l’ho trovato decisamente sottotono per seguire a dovere gli sport , e non penso sia solo un segno dei tempi legato alle nuove tecnologie, sono le nuove “teste” che non ritengo all’altezza.
        Sulla questione Malagò, il soggetto parlò tempo fa di speranze o sogni di “prime volte” con medaglie nel tennis, sollevamento pesi e triathlon. Tieni presente che le prime due discipline hanno già “marcato” il territorio nei medaglieri olimpici in passato (anche molto molto lontano per il tennis), e che la terza è veramente fantasport. Si capisce bene ,temo, di che pasta di dirigente stiamo parlando. E’ vietato perciò approfondire negli argomenti , o fare un vero e proprio punto della situazione, cosa che in questa paese in tanti ambiti , evidentemente non si vuole fare, dà noia. Figuriamoci lo specificare riguardo gli sport di squadra. Come giustamente dici , sarebbe anche per me , una cosa negativa il non vedere rappresentata l’Italia a Rio in queste prove. Poi certo Setterosa e Italbasket saranno quelle che dovranno soffrire di più e non sarà facile , sempre secondo il mio parere.
        Il mio discorso sull’ìmportanza delle medaglie d’oro o podi , fa riferimento al ragionamento troppo limitativo e molto fuori dalla realtà che fa lui e chi l’ha preceduto in quell’incarico. Soprattutto perchè ci si appresta tra un’anno a scoprire se la candidatura per il 2024 andrà in porto , e non mi pare affatto che , per esempio, una Gran Bretagna crollata ad Atlanta ’96 , abbia aspettato il 2005 per muoversi nel rilanciare lo sport del proprio paese. Perciò dico che è proprio “ragionando” in base agli ori e basta che ci si può nascondere dicendo : tanto siamo nelle 10 e siamo a posto. In realtà bisogna guardare tutto quanto.

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