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Nuoto, Europei vasca corta Netanya 2015: il pagellone finale dell’Italia. Fondamentale il recupero di Detti
Matteo Rivolta, 8.5: come sopra, doveva essere l’Europeo del salto di qualità e il voto è senza dubbio ottimo. Il lombardo raccoglie fin da subito i frutti del trasferimento a Roma: doppio record italiano nei 100 farfalla e, finalmente, un argento che lo proietta in una nuova dimensione, più matura – come lui stesso ha scritto su Instagram – per diventare un campione. I 50 non sono la sua vera specialità, ma è comunque sesto con un altro primato nazionale., e nella staffetta contribusce all’oro.
Marco Orsi, 8.5: il Bomber si è sbloccato. Aveva lasciato un po’ tutti con l’amaro in bocca (e se stesso in primis) perdendo ingenuamente i 50 stile libero per appena cinque centesimi. Sapeva di aver commesso errori imperdonabili. Ma ha saputo riscattarsi in staffetta (argento nella 4×50 sl e oro nella 4×50 mista mista) prima di vivere una giornata memorabile domenica, con il trionfo agevole nei 100 stile libero (e il muro dei 46” prima o poi cadrà) e il terzo titolo nella 4×50 mista. La vasca corta rimane terreno suo.
Erika Ferraioli, 8: perde il record italiano nei 100 stile libero da Federica Pellegrini e rimane lontana dal podio nella gara che più ama, in cui comunque spiccano fuoriclasse del calibro di Sarah Sjoestroem e Ranomi Kromowidjojo, ma dopo circa un’ora contribuisce in maniera fondamentale all’oro della 4×50 stile libero donne e, come Di Pietro, è protagonista anche nei successi della 4×50 mista mista e della 4×50 sl mista e nel bronzo della 4×50 mista. A 29 anni dà ancora tanto al nuoto azzurro.
Filippo Magnini, 8: voto al carisma, al talento immenso di un fuoriclasse che in vasca si fa sempre rispettare. Nei 200 stile libero sogna la medaglia fino ai 150 metri, poi cede al doppio bronzo russo e belga per cinque centesimi soltanto. Ma poco dopo guida i compagni della 4×50 stile libero, una squadra per metà rivoluzionata dopo il terzo posto di Kazan, all’argento dietro all’inarrivabile Russia. E’ il capitano, e svolge al meglio il suo ruolo.
Fabio Scozzoli, 7.5: come valutare l’operato dell’ex campione del mondo, che l’Italia aspetta al top ormai da oltre due anni – si ruppe il crociato nel settembre 2013 – al netto di due ori in staffetta, un quarto posto nei 100 rana e un deludente settimo nei 50? Diamo un voto (molto) positivo, per incoraggiarlo ulteriormente nel lavoro verso il futuro. All’Italia serve un gran ranista per la 4×100 mista e, a dirla tutta, dietro Adam Peaty e Cameron Van Der Burgh altri fenomeni non ce ne sono. Tornerà mai quello pre Londra?
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