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Volley, Coppa del Mondo – Da Berruto a Blengini: il CT ha cambiato l’Italia?
Da Mauro Berruto a Chicco Blengini. In meno di due mesi l’Italia è passata dallo sfacelo più totale alla qualificazione diretta alle Olimpiadi 2016 passando per il primo torneo utile e rendendosi protagonista di un cammino meraviglioso.
Se questo successo è davvero merito del cambio in panchina è davvero difficile dirlo. Certo è che la sterzata è stata davvero importante e decisiva, un cambiamento radicale e impetuoso che ha portato nuova linfa alla nostra Nazionale.
L’Italia è stata più gruppo, ha acquistato maggiore maturità, ha saputo appoggiarsi ai suoi elementi migliori ed è stata brava a uscire dai momenti di difficoltà sfruttando proprio il lavoro di squadra.
Blengini ha sicuramente saputo dare una scossa a una formazione spenta, ormai senza una guida e sicuramente con delle serpi in seno che sembrano sparite tutto d’un tratto (e qui ha ragione chi aveva fatto certe scelte…). Se in un solo mese possa costruirsi una Nazionale è difficile dirlo ma è certo che a Cavalese è cambiata la musica.
La scelta di riportare Zaytsev opposto, la bravura di inserire bene Juantorena (ma qui ci sono anche i meriti di Berruto), Giannelli titolare (certo era l’unica scelta), la decisione di allenare bene solo alcune cose (la ricezione ha pagato dazio inizialmente, poi si è ripresa): tutto è stato vincente.
Lo stesso Chicco è molto cresciuto durante questa competizione. Dai 7 cambi contro gli USA (non permessi dal regolamento…) a dei time-out così tecnici che avrebbero impressionato anche i guru della disciplina. L’empatia è dalla sua, certo ha da migliorare qualcosa in comunicazione (non ce ne voglia) ma a lui si chiedeva “solo” una cosa: portarci alle Olimpiadi. Quello che deve fare un CT è vincere: lui lo ha fatto, al primo colpo, come i numeri 1.
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