Atletica
Atletica, Mondiali 2015 – L’Italia sorride solo in Maratona. Male in pista: eliminati Rosa, Lingua, Benedetti, Magnani
L’Italia sorride solo con la Maratona nella prima nottata di batterie/qualificazioni ai Mondiali di atletica leggera. Per il resto sono solo lacrime amare…
Il giovane 41enne Ruggero Pertile è meraviglioso quarto nella 42km (2h12:27, tempo alto causa gara tattica e temperature oltre i 30 gradi), al termine di una prova di assoluto spessore tecnico, sempre impegnato nello scandire il ritmo e nel fare da pacemaker a Daniele Meucci (ottavo in 2h14:53, ha perso lo sprint per il settimo causa segnalazione errata della linea del traguardo).
I due azzurri si rendono protagonisti di belle azioni. Ruggero ha preso il largo alla mezza, il toscano lo raggiunge ma poi paga una crisi fisica prima di riprendersi. Tra i 30 e i 35km si decisa la corsa con gli uomini poi medagliati che mettono in chiaro le cose, Pertile è sesto al quarantesimo prima di strappare la posizione di prestigio.
L’Italia è l’unica Nazione europea a piazzare atleti tra i primi otto (quelli che garantiscono punti, soldi, diploma), motivo di orgoglio per il nostro Paese che non a caso schierava anche il Campione d’Europa. Senza dimenticare che il favorito Kenya è letteralmente sprofondato, segno della durezza della prova.
Niente da fare per Marco Lingua e Chiara Rosa, due atleti che puntano chiaramente all’accesso nella Finale a 12. I due azzurri, però, non riescono a spedire i rispettivi attrezzi fin dove sarebbero capace e rimangono così fuori.
L’infinita pesista, invece, si deve accontentare di 17.54 ed è un vero peccato perché l’atto conclusivo era una ventina di centimetri più in là, assolutamente nelle corde della venete (si passava col 17.73 della polacca Guba). La misura è arrivata al secondo tentativo, contornata da due nulli.
Il giovane martellista, in stagione spintosi fino alla fettuccia dei 78 metri, si ferma a un mesto 72.85 (la serie era iniziata con 72.01, poi un nullo sul secondo tentativo). La qualificazione era tutt’altro che impossibile: era sufficiente il 74.51 di Lomnicky. L’emozione e il contesto di gara sono stati pagati a caro prezzo ancora una volta.
Va purtroppo male anche in pista. Giordano Benedetti poteva sperare addirittura nella finale degli 800 metri, ma di certo si chiedeva almeno la semifinale. Invece l’azzurro viene eliminato in batteria per un grave errore tattico: parte a razzo, transita in prima posizione a metà gara, poi lo passano come da previsione le stelle Aman e Bosse, il terzo posto è in tasca e si rilassa negli ultimi metri, non accorgendosi che all’esterno lo sta passando lo statunitense Murphy. Benedetti è così quarto con un alto 1:48.15, inutile per sperare nel ripescaggio.
Margherita Magnani poteva passare il turno dei 1500m e regalarsi le semifinali che invece dovrà guardare in tribuna. L’azzurra, presente qui per la regola dei target number, corre nella batteria della primatista mondiale Dibaba: chiuderà staccata al nono posto e purtroppo il tempo (4:09.06) non le permette di acciuffare l’ultimo crono di ripescaggio (il record nazional della colombiana Coneo, 4:08.31).
Jamel Chatbi è inserito nella velocissima terza batteria dei 3000m siepi ma non riesce a sfruttarla al meglio. I sei migliori tempi assoluti vengono da quella serie (guidata dalle stelle Kemboi, Taleb e Kipruto), l’azzurro è distaccatissimo nono in 8:47.30. Serviva un tempo inferiore di 17 secondi per il ripescaggio cronometrico: francamente impossibile.
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