CiclismoStrada
Tour de France 2015: il marchio di fabbrica di Tony Martin
Il Panzerwagen sostituisce la Locomotiva: da tempo è in atto un simbolico, seppur non completo, passaggio di consegne tra Fabian Cancellara e Tony Martin, i due più forti cronomen del ciclismo contemporaneo.
Certo, il tedesco ha ancora molta strada da fare per eguagliare il bernese conquistando un oro olimpico e quelle sette grandi classiche, tra Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix, che rientrano nel palmarès di Cancellara. Non sappiamo se ci riuscirà: in compenso, oltre ad aver ribaltato il primato nelle cronometro, Martin ha preso dal rossocrociato anche la capacità di imporsi con sensazionali sparate da finisseur. L’abilità di fare due, tre, quattro chilometri a tutta, mantenendo la stessa velocità di un intero plotone, rappresenta un marchio di fabbrica di entrambi: quest’oggi se n’è avuta un’altra dimostrazione.
John Degenkolb, Peter Sagan, Greg Van Avermaet e Nacer Bouhanni pregustavano già la battaglia per il successo al termine di una giornata molto impegnativa, che però ha detto poco in chiave classifica generale eccezion fatta per la sfortunata performance di Thibaut Pinot: così ci si apprestava ad una volata di una quarantina di elementi, con squadre come Cofidis e Giant presenti in buon numero per difendere i propri velocisti. Nessuno, però, ha fatto i conti con Martin, sebbene un suo attacco potesse apparire scontato visto la favorevolissima classifica: un solo secondo meglio di Froome e il campione della Etixx-Quick Step avrebbe conquistato la maglia gialla.
Così, con il suo marchio di fabbrica – una sparata a tutto gas che genera un vuoto immediato praticamente impossibile da colmare – il Panzerwagen di Cottbus ha guadagnato presto quella decina di secondi fondamentale per gestirsi a fronte della furiosa rimonta del plotone, dove tutti tiravano convintamente tranne forse la Sky di Froome, per il quale perdere la maglia gialla in questa giornata può anche rappresentare un piccolo vantaggio. Tutto secondo copione, dunque: in tanti si aspettavano Tony Martin…ma non i velocisti.
foto: pagina Facebook Tony Martin
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marco.regazzoni@oasport.it
