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Volley, Coppa Italia – Le pagelle: tripudio Modena, scatenato Ngapeth; Trento e Nemec a secco

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Nel weekend si è disputata al PalaDozza di Bologna la Final Four della Coppa Italia 2015 di volley maschile vinta da Modena che in finale ha sconfitto Trento. Di seguito le nostre consuete pagelle per scoprire i Top&Flop dell’evento.

 

MODENA: 10. La grande vittoria che una piazza storica del nostro volley aspettava da lungo tempo. A queste latitudini si è sempre stati abituati a vincere scudetti e Champions League, ma dal 2007-2008 non si alzava al cielo un trofeo (la Challenge Cup, la terza coppa europea per importanza) e addirittura da 17 lunghe stagioni non si portava a casa la Coppa Italia.

Il nuovo ciclo societario ha ricostruito bene, la campagna acquisti è stata faraonica e i frutti sono subito arrivati, meritatissima per una piazza caldissima che ha incendiato il PalaDozza, fiutando l’impresa.

Semifinale al cardiopalma contro Macerata, rimontata da 1-2. Finale letteralmente dominata contro Trento, imbrigliata nella gabbia dei canarini, favolosi dall’inizio alla fine.

Si riparte da Bruninho, il palleggiatore più forte del Mondo, che ha deliziato nuovamente. Si bombarda in attacco con gli scatenati Ngapeth e Petric, mentre Vettori continua a migliorare l’intesa in diagonale. Granitici al centro Piano e Verhees, Rossini si conferma un grandissimo libero. I numeri della finale (10 muri, 59% in fase offensiva) testimoniano quanto questa squadra sia cresciuta e dimostrando l’enorme salto di qualità operato nell’arco di una sola stagione. Secondi in campionato, a pari punti con la capolista Trento, ora si sogna anche qualcosa di più di una “semplice” Coppa Nazionale, tra l’altro conquistata in un palazzetto dove Modena aveva già festeggiato una Champions League e uno scudetto…

 

EARVIN NGAPETH: 9,5. Il mattatore assoluto e indiscusso della finalissima. Il francese, mentre nella sua Patria si manifestava, giganteggia al PalaDozza e demolisce Trento.

Potenza in attacco, reattività e precisione in ricezione, bombe al servizio, grandissimo carisma e la cattiveria giusta per queste partite secche. Lo schiacciatore è in grande serata, viene servito in maniera chirurgica da Bruninho: 17 punti, esagerato 74% in attacco, eccellente 54% di ricezione positiva, 2 aces e 1 muro.

Nel primo set si inventa due magie utili per creare il break decisivo. Nel secondo parziale picchia duro in compagnia di Petric (20 punti) e Vettori. Nel terzo infuocato parziale si prende il cartellino, poi piazza tre punti utili per il 20-20 (solo gli aces di Kaziyski hanno impedito di festeggiare in anticipo), nel quarto amministra e festeggia.

 

BRUNINHO e NEMANJA PETRIC: 9. Sono altri due artefici principali del trionfo di Modena. Lo schiacciatore è il top scorer della Final Four (40 punti, equamente distribuiti tra finale e semifinale), brillando in ogni frangente di gioco e con in mano dei fondamentali di assoluto rilievo. Il palleggiatore ha un’ampissima visione di gioco, serve i migliori palloni possibili alle sue bocche da fuoco: fiuta il weekend sì di Ngapeth, sfrutta il braccio di Petric con le angolazioni migliori, sale anche l’intesa con l’opposto Vettori.

MARKO PODRASCANIN: 8. I suoi sette eccellenti muroni hanno tenuto in piedi Macerata, ma non sono bastati per sconfiggere Modena in semifinale.

 

TRENTO: 5. Un rimontone da antologia ai quarti di finale (da 0-2 e 14-18 alla vittoria su Piacenza, detentrice del trofeo), un nuovo ribaltone in semifinale (da 1-2 al successo su Perugia). La fatica di due imprese si è fatta sentire nelle gambe dei Campioni d’inverno, poi crollati in finale sotto i colpi di una Modena più fresca e ben più rodata. Radostin Stoytchev non è riuscito a guidare i suoi ragazzi verso il primo trionfo di una nuova era, dopo il periodo d’oro delle Champions League e dei Mondiali, perdendo proprio sul più bello.

I dolomitici hanno profuso il massimo sforzo nel terzo set, dove Lanza e Kaziyski (due aces decisivi sul 23-23) hanno gridato riscossa. Nel quarto parziale si è fatta sentire tutta la stanchezza ed è così arrivata la seconda sconfitta in una finale di Coppa Italia.

SIMONE PARODI: 5. Lo schiacciatore azzurro non ha certamente giocato il suo miglior incontro. Dopo un ottimo quarto di finale, in semifinale non è mai riuscito ad esprimere il meglio del suo potenziale. In attacco ha sofferto (36%) e ha chiuso con solo 9 punti all’attivo, tenendo un po’ di più in ricezione (62%). Kurek e Sabbi hanno dato il massimo (18 punti a testa), ma serviva anche l’apporto dell’altra banda per sperare di sconfiggere Modena.

MARTIN NEMEC: 4. Letteralmente affondato in finale. L’opposto di Trento si incarta a ripetizione, viene continuamente murato da Modena e produce un mesto 20% in attacco, segnando solo 4 punti (2 aces). A metà partita viene sostituito dal promettente Nelli, che fa la sua buona figura. E dire che in semifinale era stato l’uomo risolutore: 20 punti e il 64% in fase offensiva, determinante per sconfiggere Perugia. Ma come sempre è poi l’atto conclusivo che conta…

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