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Tuffi: la grinta di Tania Cagnotto verso Kazan e Rio

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L’avevamo lasciata sul podio a Berlino 2014, con al collo un amaro argento da 3 metri dopo un vantaggio di 12 punti dilapidato nell’ultimo tuffo – sulla carta quello a lei più congeniale, il doppio e mezzo rovesciato – a conclusione dell’ennesimo Europeo comunque da sogno, impreziosito nei giorni precedenti dall’oro individuale da 1 metro e dal sesto titolo consecutivo nel sincro da 3 con Francesca Dallapè. Ora, a distanza di qualche mese, ritroviamo una Tania Cagnotto più motivata che mai per gli ultimi due anni della propria carriera. Kazan 2015, poi Rio 2016, a caccia di quella medaglia tanto inseguita e incredibilmente sfumata a Londra 2012 con due quarti posti.

In mezzo tanto allenamento, qualche dichiarazione e, soprattutto, due grandi novità. La bolzanina esordirà nella nuova stagione a Trieste, dal 6 all’8 febbraio, per i Campionati Italiani di categoria indoor. Successivamente dovrebbe volare al Grand Prix di Rostock (20-22 febbraio), prima dell’esordio nelle World Series a Pechino (13-15 marzo) e Dubai (19-21 marzo). Le prime gare dell’anno saranno fondamentali per valutare i progressi nei nuovi tuffi, l’arma ormai non più segreta dell’azzurra – ma anche di canadesi e australiane – per provare a porre fine al dominio cinese. O quanto meno avere una chance in più grazie all’aumento dei coefficienti di difficoltà. La strada è segnata, i molti collegiali già fissati con Oscar Bertone (il primo in casa dall’11 al 24 gennaio con Dallapè e Giovanni Tocci, talento 20enne della selezione maschile) serviranno a testare i nuovi programmi. Con la speranza di una buona riuscita, per confrontare poi i progressi in campo internazionale. Triplo e mezzo avanti carpiato (3.1 al posto di un 3.0) nel sincro, uno e mezzo rovesciato con tre avvitamenti e mezzo (3.5 al posto di 3.0) nell’individuale. Va da sé che il salto più grande (e più difficile) è il secondo, al momento ancora work in progress.

Intervistata da RaiSport, Tania ha svelato i retroscena del progetto 5337D: allenamenti graduali prima da 1 metro e poi da 3, inserendo un avvitamento per volta fino a completarlo con un salto mortale, entrando dunque di piedi. L’ultimo step sarà quello di aggiungere un mezzo salto mortale in più, per l’ingresso di testa. “E’ un tuffo estremamente tecnico – ha commentato la bolzanina -, devo capire bene come tenerlo dritto e non sbandare con gli avvitamenti. Se ci riesco, ne vale la pena“. Il padre e allenatore Giorgio, che la segue quotidianamente con la solita precisione ed esperienza, ha aggiunto: “Ci sta provando con la dovuta serietà etica e professionale: se ha deciso di andare avanti fino a Rio, lo vuole fare seriamente“. E in effetti, per una macchina come Tania, non potrebbe essere altrimenti.

Ormai archiviate le delusioni londinesi, i due anni passati sono stati gestiti come meglio non avrebbe potuto dalla regina dei tuffi italiani. Poco stress e tanti risultati, per mantenere un’ottima forma fisica alla soglia dei 30 anni e, contemporaneamente, non perdere la voglia e la fame di successi. Sei medaglie europee e due mondiali il bottino raggiunto, praticamente un podio in ogni gara davvero importante a eccezione dei 3 metri di Barcellona 2013. Adesso inizia l’ultimo percorso, verso i Mondiali di Kazan (15 luglio-2 agosto) che qualificheranno le coppie medagliate nel sincro e le atlete finaliste nell’individuale alle Olimpiadi di Rio. Lì, in Brasile, andrà in scena l’ultimo tango di una carriera meravigliosa e in palese credito con il destino.

 

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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Facebook Tania Cagnotto

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