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Benetton Treviso, Goosen: “La barriera linguistica è un problema. Le difficoltà? Tra un anno…”

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Un punto conquistato in sette partite, tra Pro12 e Champions Cup, la sensazione di essere ancora un cantiere appena aperto e, come se non bastasse, il Racing Métro che incombe sullo sfondo per la seconda giornata europea. In casa Benetton Treviso non si respira certo un’aria serena, vuoi anche per le scialbe prestazioni di tutti (o quasi) i giocatori sbarcati dall’estero alla Ghirada in estate. E sulla questione-stranieri è voluto intervenire anche Marius Goosen, uno che l’ambiente trevigiano lo conosce piuttosto bene.

“Abbiamo molte facce nuove, molti stranieri che non conoscono la lingua. Non è un alibi, ma qualcosa da inserire nel contesto e nel quadro generale – afferma l’assistant coach dei Leoni – La barriera linguistica è un problema. Negli ultimi 10 anni sono stato a Treviso ed ero abituato ad allenare solo in italiano. Improvvisamente sono necessari italiano e inglese.”

“Questo rende tutto un po’ difficile. perché bisogna tradurre qualunque cosa – spiega il sudafricano. E’ importante particolarmente per i nostri mediani d’apertura, Joe Carlisle e Sam Christie, perché sono chiamati a prendere le decisioni e se loro non parlano l’italiano ogni cosa diventa ancora più dura”.

Sul prosieguo della stagione, poi, Goosen dispensa ottimismo: “Ho giocato abbastanza a rugby per sapere quando c’è una luce in fondo al tunnel. La nostra linea di trequarti ha un’età media di 23 anni e ci sono diversi giovani anche tra gli avanti. Perdere fa male, ma alla fine per noi conta la prestazione in questo momento stiamo cercando di compiere piccoli passi in avanti. Ma penso che siamo sulla strada giusta e miglioreremo”.

“Vogliamo essere competitivi in Europa e vogliamo essere tra i primi sei del Pro12. Non succederà improvvisamente, abbiamo cambiato un sacco di giocatori e anche l’allenatore  Forse in un anno saremo su quei livelli.” Sarà profetico?

(Fonte: epcr.com)

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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