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Rugby

Pro12, top e flop: Zanusso, il nuovo che avanza. Luamanu troppo leggero..

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TOP

Benetton Treviso

Simone Favaro: con Zanni al fianco, aumenta ulteriormente il suo rendimento. Effettua un numero esagerato di placcaggi, com’è nel suo DNA. Metà della fase difensiva passa dalla sua grinta e dalla sua combattività. Mai domo, nemmeno quando la stanchezza potrebbe prevalere su una condizione fisica ancora inevitabilmente non perfetta. Brunel lo attende a braccia aperte.

Matteo Zanusso: la grande rivelazione di quest’inizio di stagione. L’ex San Donà sta sfruttando come meglio non potrebbe l’infortunio di Matteo Muccignat e si è conquistato di diritto la maglia n°1 titolare. Non solo un’eccezionale solidità in mischia, ma anche una smisurata mole di lavoro nel gioco aperto, dove riesce a guadagnare sempre metri con le sue cariche. Il futuro è cominciato già.

Edoardo Gori: non è ancora il miglior Ugo, ma il suo rientro ha lanciato un messaggio inequivocabile a Brunel e Casellato. Senza di lui, la mediana compie un deciso passo indietro. Il toscano gioca una partita pulita ed ordinata, comanda bene la mischia e non si fa intimorire dal suo dirimpettaio Marmion, tra i migliori nel Pro12 finora. In crescita costante.

Zebre

Leonardo Sarto: una forza della natura. Quando ha l’occasione di correre palla in mano diventa devastante per qualunque difesa, come constatato anche da Leinster con le sue ripartenze. Non solo fisico e corsa, però, perché il padovano ha cominciato ad unire alle doti atletiche anche una notevole intelligenza rugbistica, che gli consente spesso di effettuare numeri impensabili, al momento, per qualunque trequarti italiano.

Andrea Manici: il solito affidabile ball carrier. Fisico (quasi) da trequarti, irruenza da n°8 e mani sempre più… da tallonatore. Sono evidenti, infatti, anche i progressi compiuti dall’emiliano in touche, dove appare molto più sicuro rispetto alle passate stagioni. La convocazione in Nazionale a scapito di Giazzon, d’altronde, non può essere casuale.

Mauro Bergamasco: tra un Vunisa spento ed un Cristiano non oltre il compitino, all’azzurro basta poco per emergere. E il flanker padovano lo fa con la consueta classe e forza di volontà, intatte nonostante l’età. A 35 primavere, Mauro è ancora il difensore più efficace e il maggiore portatore di placcaggi della squadra. Esempio da seguire, chapeau.

FLOP

Benetton Treviso

Mat Luamanu: l’unica carica degna di nota arriva ad inizio secondo tempo e resterà un episodio isolato. Per il resto, l’atteso ball carrier neozelandese stecca nuovamente davanti ai propri tifosi, sempre più scettici sul reale potenziale del mastodontico terza linea. Il confronto con Minto, appena rientrato dallo stop, è impietoso.

Davide Giazzon: la solita verve nel gioco aperto, ma il veneziano si dimentica completamente della touche. Gravi gli errori al lancio, che compromettono spesso e volentieri anche azioni potenzialmente pericolose.

Marco Fuser: palesemente lontano dalla migliore condizione. Il seconda linea trevigiano dimostra il perché Brunel non abbia voluto puntare su di lui per i test match di novembre con una prestazione opaca e senza spunti degni di nota. Poco reattivo.

Zebre

Marco Bortolami: lento, macchinoso e indisciplinato, tanto da lasciare in 14 i suoi in un momento difficile per i bianconeri, per sua fortuna non concretizzato dagli irlandesi. Non trascina la squadra.

Samuela Vunisa: sembra di essere ritornati all’inizio della scorsa stagione, quando il nuovo azzurro non riusciva ad esprimersi in nessun modo sui livelli a cui era abituato in Eccellenza. L’assenza di uno come Van Schalkwyk al suo fianco si fa sentire non poco.

Oliviero Fabiani: per uno che arriva dall’Eccellenza, un mancato adattamento alla realtà celtica può essere comprensibile. Sbagliare un passaggio non impossibile su una ripartenza che avrebbe fruttato quasi sicuramente una meta no.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: FotosportIT/FIR – Roberto Bregani

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