Atletica
Atletica, Italia tra grinta e incubi. Ci salviamo, ma è crisi. E per gli Europei?
La Coppa Europa che si è disputata a Braunshweig (Germania) nel weekend ci ha consegnato due volti diametralmente opposti della nostra Italia.
Un sabato sconfortante che, tra prestazioni sconcertanti, un atteggiamento a dir poco volitivo, risultati da incubo, ci relegava addirittura al decimo posto: zona retrocessione piena, formazione crocifissa, sull’orlo del baratro, vicina all’indicibile onta della Serie B.
Fortunatamente, una riunione promossa dai veterani della squadra in serata, ci ha regalato una domenica positiva che ha salvato la categoria e l’atletica leggera italiana. Il Campionato Europeo per Nazioni non avrà più il peso e il fascino della mitica Coppa Europa, ma per un Paese come il nostro uscire dalle migliori 12 del vecchio Continente sarebbe stata davvero un’umiliazione di dimensioni bibliche.
La seconda parte della competizione ha scoperto un’Italia grintosa, combattiva, capace di tirare fuori gli attributi, desiderosa di lottare, in grado anche di conquistare quattro podi e di piazzare una serie di risultati che ci ha consentito di acciuffare addirittura il settimo posto.
Bene, ci siamo salvati. Ma quattro ore di salute e di gioia non cancellano di certo un dato lampante ed evidente: è un’atletica italiana sempre più in crisi. Manca solo un mese e mezzo agli Europei di Zurigo (12-17 agosto), evento da due anni cerchiato in rosso sul calendario della nostra Federazione e di tutti gli atleti: è l’appuntamento clou, su cui si è puntato decisamente tutto.
Ora come ora, possiamo puntare davvero a molto poco nel catino svizzero. Valeria Straneo ed Eleonora Giorgi sono le speranze di medaglie più nitide, assenti in Coppa per ovvi motivi di regolamento; Fabrizio Donato e Daniele Greco terranno alto l’onore del nostro triplo, unica disciplina in pista che sembra funzionare; su Alessia Trost risulta difficile pronunciarci, visto lo status di salute; Libania Grenot ha possibilità, se saprà però essere Panterita. Difficile intravedere altro di seriamente concreto. Certo: finali, buoni piazzamenti, sorprese sono assolutamente possibili (e devono arrivare).
Il weekend appena trascorso ci lascia un sontuoso Norbert Bonvecchio. Lui è il simbolo di questa Italia (non solo atletica): non molla, non si arrende, lavora quotidianamente da commercialista (anzi è nel periodo più caldo dell’anno per la sua professione), non appartiene a nessun corpo militare e tira il suo giavellotto a oltre 80 metri (80.37) per la prima volta in carriera! Quinto italiano a riuscire a infrangere la barriera, il primo dopo nove anni di digiuno, decima prestazione all-time, quarto azzurro di sempre. Lui è l’uomo salvezza, in tutto e per tutto!
Fabrizio Donato prosegue il suo ottimo lavoro di crescita e sembra assestarsi su un’ottima condizione, che dovrebbe arrivare a puntino per gli Europei. Il bronzo olimpico è sfortunato col vento (relegato a 16.82, secondo posto sconfitto da Fyodorov) e si deve accontentare del secondo posto, ma se continuerà così gli over 17 metri arriveranno molto presto e poi si vedrà…
Bella gara anche di Giordano Benedetti, uno degli uomini che ha messo più cuore, con tattica e buona intelligenza sportiva: bravissimo a tenere il passo dei big, bravo a rispondere graduatamente, capace di togliersi lo sfizio di battere un esperto come Bosse. I suoi 800 metri, chiusi col terzo posto, meritano un elogio. Forse è ritornato il ragazzo della super performance del Golden Gala 2013?
Che bomba Federica Del Buono, 19enne terribile e che se continuerà su questa strada potrà sicuramente togliersi importanti soddisfazioni sui 1500m. Bravissima Margherita Magnani sui 3000m, accorta tatticamente e brava a uscire nel finale; Giulia Viola sbalorditiva sui 5000m, a regalare una grande giornata per il mezzofondo in rosa; Tania Vicenzino sorprendente nel salto in lungo; sicurezza ed esperienza per Chiara Rosa e il suo peso; Yuri Floriani intelligente sui 3000m siepi.
Le gioie però finiscono qui. Troppe le posizioni di rincalzo (specialmente nella prima giornata, ovviamente), importanti le controprestazioni arrivate tra cui spiccano i 13.06 metri saltati da Simona La Mantia, l’ultimo posto di Stefano Tremigliozzi nel lungo (7.26), i 5.22 di Giuseppe Gibilisco superati solo al terzo tentativo, Yadisleidy Pedroso piantata sui 400m ostacoli alla prima vera maglia azzurra, Mohad Abdikadar che cade sui 1500 e chiude all’ultimo posto, Jamel Chatbi si spompa dopo un 5000m quasi tutto al comando. Soliti problemi nella velocità (ma ormai qui si è fatta l’abitudine), a sorpresa discretamente i lanci (unica controprestazione la delusione di Secci nel peso, male da previsione il disco e il giavellotto femminile, capitan Vizzoni un po’ deludente), i salti escono con poche gioie e tante lacrime, il mezzofondo al femminile regala gioie.
Ripartiamo dalla grinta di domenica, da quella voglia, da quell’entusiasmo. I risultati possono anche non arrivare, per manifesta superiorità dell’avversario, ma almeno la base ci deve sempre essere…
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(foto FIDAL/Colombo)
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