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Ciclismo

Liegi-Bastogne-Liegi 2014: l’Italia sogna, Gerrans vince! Caruso e Pozzovivo vicini all’impresa

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Se le prestazioni di Fiandre e Roubaix sono state incolori per gli italiani, oggi, sopra Liegi, il cielo è anche un po’ azzurro. Nonostante il successo di Simon Gerrans, micidiale negli ultimi 200 metri, i veri protagonisti sono stati Domenico Pozzovivo e Damiano Caruso, ripresi solamente in vista del traguardo dal gruppo alle loro spalle. E la cote di Saint Nicolas, nell’edizione numero 100 della Liegi-Bastogne-Liegi, è tornata ad essere la ‘salita degli italiani’.

Nelle prime fasi ha preso vita una fuga composta da 6 atleti, cui il gruppo ha lasciato il benestare nel giro di pochi chilometri. Pieter Jacobs (TopSport Vlaanderen – Baloise), Marco Minnard (Wanty – Groupe Gobert), Pirmin Lang (IAM Cycling), Matteo Bono (Lampre – Medrida), Michel Koch (Cannondale Pro) e Jaco Venter (MTN Qhubeka) hanno preso subito un buon margine di vantaggio, arrivato oltre i 16′. Successivamente, però, BMC e Movistar hanno iniziato a lavorare, stabilizzando il ritardo per poi iniziare a diminuirlo.

Il gruppo principale, eccetto qualche ritiro, si è mantenuto tranquillo fino alle fasi finali di corsa. Tra gli atleti che hanno issato bandiera bianca il campione del mondo Rui Alberto Faria da Costa (Lampre-Merida), Joaquim Rodriguez (Katusha) e Andy Schleck (Trek Factory Racing). Il particolare Rui Costa è stato costretto al ritiro da una rovinosa caduta ad un’ottantina di chilometri dalla conclusione.

A 45 chilometri dal traguardo, sulla Redoute, i fuggitivi sono rimasti in 3: Bono, Jacobs e Venter. Tutti i big hanno affrontato questa celebre cote nelle primissime posizioni del gruppo, senza però accendere la miccia. Sulle ultime rampe Matteo Bono ha accelerato ulteriormente, rimanendo da solo sulla Redoute a 44 chilometri da Ans. Poco dopo, però, è stato raggiunto nuovamente da Jaco Venter.

Il primo attacco del gruppo è stato portato dal giovane francese dell’Argos-Shimano Warren Barguil, seguito da Julian Arredondo (Trek Factory) e Jan Bakelants (OmegaPharma-QuickStep). Questi tre uomini, però, si sono dovuti arrendere poco dopo, riassorbiti dal gruppo. Il plotone, così come i fuggiti, si è poi diretto verso la Cote de Forges, sulla quale Bono è rimasto ancora una volta da solo al comando della corsa con un minuto di vantaggio sui big. Anche su questa salita si sono mosse alcune seconde linee: Alex Howes (Garmin-Sharp) ha preso un centinaio di metri di vantaggio, sul gruppo. Poco dopo si sono riportati sulla sua ruota Dennis Vanendert (Lotto-Belisol) e Jerome Baugnies (Wanty – Groupe Gobert). La loro avventura, però, è durata poco, ripresi dal gruppo a 25 dalla conclusione.

Riassorbito sulla Roche au Facons, Matteo Bono è stato ripreso dagli uomini dell’AG2R La Mondiale. Il forcing della squadra francese ha scremato il gruppo in poche centinaia di metri. In vista della cima della salita ha attaccato Julian Arredondo: sulla sua ruota si è portato immediatamente Domenico Pozzovivo, seguito da Philppe Gilbert, sulla cui ruota si sono portata tutti i favoriti della vigilia. Arredondo e Pozzovivo, poco dopo, hanno sfruttato un breve momento di studio per prendere il largo a 19 chilometri dalla conclusione. Ad una ventina di secondi ha scollinato Samu Sanchez (BMC), che poco dopo ha desistito ripreso da un gruppetto con Damiano Cunego, Vincenzo Nibali e Roman Kreuziger (Tinkoff). Proprio Kreuziger e Nibali hanno provato a fare il vuoto assieme a Giampaolo Caruso (Katusha). Data l’importanza dell’attacco Valverde e Gilbert sono rientrati assieme a Lars Petter Nordhaug (Belkin) e Michal Kwiatkowski (OmegaPharma).

Nei chilometri successivi, una volta ripresi i contrattaccanti, il gruppo ha inseguito i battistrada con diversi scatti e controscatti, andando a riprendere Pozzovivo e Arredondo a 11 chilometri dalla conclusione in vista della Cote di Saint Nicolas. Sulle prime rampe ha allungato Stefan Denifl (IAM), ripreso però da Domenico Pozzovivo, ancora molto attivo, e Giampaolo Caruso. I due azzurri non hanno però fatto la differenza, seguiti a pochi metri da tutti i big. Questi, però, hanno lasciato andare gli attaccanti studiandosi a lungo. L’inseguimento è stato portato, ancora una volta, con attacchi isolati uno dopo l’altro.

Sull’ultima cote, verso il traguardo, Pozzovivo e Caruso hanno sempre mantenuto margine sugli avversari, nonostante si alternassero a tirare diversi corridori in gruppo. Il primo a fare la differenza è stato Daniel Martin, il vincitore del 2012. Una volta riportatosi su Pozzovivo, ha ripreso poi Caruso all’ultima curva. Proprio durante la piega, però, ha perso il posteriore, sdraiandosi per terra. Caruso ha provato a rilanciare l’azione, ma dalle sue spalle sono spuntati Simon Gerrans (Orica-GreenEDGE), Alejandro Valverde (Movistar) e Kwiatkowski, che l’hanno superato negli ultimi 50 metri andando a tagliare in quest’ordine il traguardo, proprio davanti a Caruso e Pozzovivo.

Per Gerrans, già terzo all’Amstel, si tratta del secondo successo della carriera in una Classica Monumento dopo la vittoria alla Milano-Sanremo del 2012. Arrivata dopo una gara apertissima, precedendo in volata il favorito della vigilia Alejandro Valverde, ancora una volta tra i delusi di giornata. Kwiatkowski, terzo nonostante la giovanissima età, ha dimostrato ancora una volta di essere tra i maggiori talenti in circolazione: il futuro è tutto dalla sua parte.

Per l’Italia, oltre i due piazzamenti di Caruso e Pozzovivo, finalmente una gara corsa da protagonista assoluta sin dalla fuga del mattino e poi nuovamente all’attacco nel finale, con un successo sognato, ed agognato, fino a poche decine di metri dalla conclusione della Doyenne più importante. La numero 100.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

2 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    27 Aprile 2014 at 21:22

    Secondo me Nibali attacca troppo presto. Probabilmente cerca di portare via un gruppetto. Lui però da buon cronoman può fare grandi velocità negli ultimi 2 o 3 chilometri. La sparata la terrei per il finale.

  2. ale sandro

    27 Aprile 2014 at 17:51

    Rispetto al buio profondo o quasi delle classiche del Nord sul pavè, c’è qualche importante segnale di ripresa, con due scalatori di buon livello protagonisti, ma da piazzamento principalmente in corse da un giorno (Caruso 4° in un Lombardia anni fa mi pare). Non so quale sarà il loro calendario ma mi sembrano in gran forma e spero vadano al Giro, potrebbero fare ottime cose in montagna. Il loro tentativo finale è stato bello quanto sempre in bilico,il vantaggio era molto risicato infatti. Hanno avuto il grande merito di aver ravvivato una Liegi, che a memoria non ricordo con così tanti corridori sulla salita del Saint Nicholas, sintomo delle occasioni mancate per quelli che consideravo i principali favoriti cioè Gilbert e Valverde, che avrebbero potuto fare maggiore selezione anche grazie ai loro compagni di squadra. Il murciano si contraddistingue ormai per il suo proverbiale attendismo, avrebbe vinto molto di più (e ha vinto non poco) con le qualità che si ritrova non solo in volata. Contento lui. Complimenti a Gerrans che dopo la vittoria alla Sanremo 2012 secondo alcuni,pareva avesse “sporcato” l’albo d’oro della classicissima. In realtà ha dimostrato di essere un campione secondo me. Complimenti anche alla sua squadra che lo ha ottimamente supportato con l’azione soprattutto di Weening.

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