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Italia: AAA difesa cercasi

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In principio furono Burgnich e Facchetti (1970), poi Bergomi e Scirea (1982), quindi Baresi e Maldini (1994), infine Nesta e Cannavaro (2006). Nazionali diverse di epoche differenti, ma con un punto in comune: la solidità difensiva, simbolo dell’Italia catenacciara che sapeva soffrire e vincere spesso le partite per 1-0.

Ora tutto questo è svanito. Gli azzurri di Cesare Prandelli, dopo aver conquistato con due turni di anticipo (mai successo con gli altri ct) la qualificazione ai Mondiali 2014, si inceppano nelle sfide conclusive contro Danimarca e Armenia pareggiando per 2-2. Appuntamenti poco influenti, se non per divenire teste di serie in Brasile, ma prestazioni negative. Soprattutto in difesa, con quattro gol subiti in maniera goffa. Da Buffon a Marchetti, la solfa non cambia: il problema è più ampio del semplice portiere e la fase difensiva va decisamente migliorata in vista della prossima estate.

A partire da un dubbio di fondo: linea a tre o a quattro? Il tecnico ex viola ha sperimentato molte varianti in questi anni, quale sceglierà per i Mondiali? Non è da escludere un cambiamento in corsa – come avvenuto in Polonia e Ucraina – ma sarebbe meglio decidere prima. Il blocco Juventus, nel recente passato, ha garantito risultati soddisfacenti. Il vero problema, dunque, sono i terzini e le riserve. Da un lato Abate, Maggio, Pasqual, Balzaretti non brillano totalmente e l’unica garanzia pare l’infortunato De Sciglio, dall’altro Ranocchia ed Astori (come dimostrato contro Danimarca e Armenia) possiedono ancora falle notevoli.

Dov’è finito, quindi, l’originario DNA dell’Italia? AAA difesa cercasi.

 

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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

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