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Storia delle Olimpiadi: Baran-Sambo-Cipolla a Città del Messico 1968, il risveglio dorato del “due con” italiano

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Sabato 19 ottobre 1968, finali del canottaggio ai Giochi Olimpici di Città del Messico.
L’Italia è autorizzata quantomeno a sognare per l’armo “due con”, in acqua assieme ad Olanda, Danimarca, Stati Uniti e le due Germanie. È da Anversa 1920 che l’azzurro non brilla in questa specialità; allora furono Ercole Olgeni, Giovanni Scatturin e il timoniere Guido De Filip a conquistare la medaglia d’oro, in America sono i trevigiani Primo Baran e Renzo Sambo a guidare l’equipaggio italiano. A voler essere precisi, sono loro ad essere “guidati” dal timoniere cuneese Bruno Cipolla, di appena quindici anni.

Primo Baran è un tipo piuttosto basso ma con un bel torace, giunto al canottaggio attraverso il ciclismo; il concittadino Renzo Sambo, al contrario, è un ventiseienne alto e con un fisico non proprio statuario“Quei due si sono messi insieme, sono forti ma non andranno molto lontano così mal assortiti”, affermano i sedicenti esperti. Invece “quei due” sorprenderanno tutti, smentendo le previsioni della vigilia.

Eppure i due canottieri veneti rischiarono di non andarci nemmeno in Messico perché nell’anno preolimpico 1967 si erano rifiutati di allenarsi collegialmente lontano da Treviso, tanto da subire minacce di squalifica da parte della Federazione, tuttavia – per fortuna – la medaglia d’oro ai Campionati Europei di Vichy spense qualsivoglia polemica.

Il prologo della finale di Città del Messico ha quasi dell’incredibile: al momento delle operazioni di peso, il timoniere Bruno Cipolla non riesce a mandare l’ago della bilancia oltre i prescritti cinquanta chilogrammi. Pertanto, pur di non gareggiare con un’antipatica zavorra allacciata alla schiena, pensa bene di mettersi a bere acqua fino al raggiungimento dei fatidici 50… Ma non finisce qui: superato l’esame “idrovoro”, Brunetto comincia a correre (anche in bagno) e a sudare come un islandese all’Equatore per eliminare tutto quel liquido in corpo oramai superfluo!

Si parte, finalmente. I tedeschi dell’Est transitano per primi ai 500 metri, seguiti dai nostri portacolori e dagli olandesi, che ai mille passano al comando con un discreto vantaggio sulla concorrenza. Baran-Sambo-Cipolla sempre secondi, pronti all’attacco: ultimi 500 metri, Baran aumenta il ritmo, Sambo accelera all’unisono. All’arrivo, una barca intera divide i primi dai secondi. Ma è l’Inno di Mameli a suonare sul podio.

L’Italia del “due con” s’è desta a Città del Messico 1968, quarantotto anni dopo Anversa, sedici prima di Los Angeles, dove ebbe inizio un’altra, straordinaria storia di imbarcazioni e remi azzurri. Un altro mito a forma di cinque cerchi e colorato d’oro…

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

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