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Cerimonia d’apertura Milano Cortina 2026: la novità storica di due eventi in contemporanea in due località

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Piazza Dibona a Cortina ospiterà il braciere olimpico e la cerimonia di apertura Milano Cortina 2026

Le cerimonie di apertura dei Giochi Olimpici sono un evento nell’evento, un momento in cui il mondo intero sembra fermarsi per guardare nella stessa direzione. La Cerimonia d’Apertura delle Olimpiadi è molto più di una semplice inaugurazione sportiva: è un evento capace di incollare allo schermo miliardi di spettatori, anche chi non ha grande interesse per tempi, record o medaglie. Per il pubblico generalista, questo è semplicemente un grande spettacolo da non perdere. È il momento in cui una nazione definisce la propria identità tra arte, moda, paesaggio, tradizione e tecnologia; è l’emozione pura dell’ultimo tedoforo e il fascino visivo di coreografie irripetibili. È un appuntamento con la storia. E proprio la storia sta per essere riscritta in Italia nel febbraio del 2026.

Il conto alla rovescia per Milano Cortina 2026 è già iniziato, e l’attenzione del mondo sportivo e dei media internazionali è focalizzata su una rivoluzione logistica e scenica senza precedenti: per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici, la Cerimonia d’Apertura non sarà confinata in un unico luogo, ma diventerà un evento “diffuso”, tra la città e le montagne.

L’appuntamento è fissato per la sera di venerdì 6 febbraio 2026 alle ore 20:30, quando si alzerà il sipario su uno spettacolo unico, pensato per unire idealmente due mondi, quello urbano e quello dolomitico. Se il cuore pulsante dell’evento sarà il “Meazza” di San Siro, un “cuore gemello” batterà contemporaneamente a Cortina d’Ampezzo, oltre che nelle altre sedi di gara come la Val di Fiemme e la Valtellina.

La cerimonia diffusa, una “prima” mondiale. 

La scelta del Comitato Organizzatore e della direzione artistica, affidata a Marco Balich (già firma di successi olimpici come Torino 2006, Sochi 2014 e Rio 2016), è stata audace: la cerimonia d’apertura avrà ben quattro sedi coinvolte in contemporanea, un fatto mai accaduto prima nella storia delle Olimpiadi. Infatti, come accennato in precedenza, il cuore dell’evento sarà a Milano, allo Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, ma in parallelo, la fiaccola olimpica e la Parata delle Nazioni verranno accolte anche in tre località alpine: Cortina d’Ampezzo, Livigno (per gli atleti impegnati a Bormio) e Predazzo (per le gare in Val di Fiemme).

Questa cerimonia “diffusa” è stata concepita per riflettere la natura multicentrica dei Giochi 2026 e valorizzare la varietà dei territori coinvolti. Inoltre, permetterà a tutti gli atleti di partecipare alla cerimonia, nonostante la dispersione geografica dei siti di gara. Ad esempio, i biatleti che competono ad Anterselva sfileranno a Cortina, mentre gli sciatori di Bormio parteciperanno a Livigno. Ogni delegazione nazionale avrà due portabandiera, potendo così presenziare in cluster diversi, e l’Italia – in qualità di Paese ospitante – avrà addirittura quattro portabandiera (due uomini e due donne). La gestione dei rituali prevede la tradizionale dichiarazione di apertura del Presidente Mattarella a Milano, ma la suddivisione dei portabandiera tra le quattro sedi garantisce l’inclusività.

L’elemento più emblematico di questa novità storica è l’accensione di due bracieri olimpici in contemporanea: uno a Milano, posizionato presso l’Arco della Pace, e uno a Cortina, nella centrale Piazza Angelo Dibona. La fiamma olimpica arderà in questi due luoghi per tutta la durata dei Giochi, simboleggiando il legame tra la metropoli lombarda e le vette dolomitiche. Anche le bandiere olimpiche e nazionali saranno duplicate: sia a San Siro che a Cortina verrà issata la bandiera a cinque cerchi affiancata dal tricolore italiano, sottolineando l’importanza paritaria delle due sedi principali. Tutto ciò avverrà sotto il segno dell’”Armonia”, il concept scelto come filo conduttore dell’evento inaugurale.

Andrea Varnier, amministratore delegato del Comitato Organizzatore, ha sottolineato che l’evento di apertura è “la porta d’ingresso delle Olimpiadi” e definirà lo spirito dell’edizione. Giovanni Malagò, presidente di Fondazione Milano Cortina, ha ricordato come sin dalla candidatura si puntasse su San Siro come valore aggiunto, data la capienza eccezionale per un’Olimpiade invernale, e ha parlato di un momento che “punterà gli occhi del mondo” sull’Italia. In effetti, si stima che la cerimonia sarà seguita da circa due miliardi di telespettatori a livello globale.

“Armonia”: tema, creatività e direzione artistica italiana

Il titolo e tema ufficiale della cerimonia è “Armonia”, un concetto che guiderà la narrativa artistica ed emozionale della serata, un’esperienza visiva e sonora mozzafiato. Secondo gli organizzatori, “Armonia” rappresenta l’unione tra elementi diversi: città e montagna, uomo e natura, tradizione e innovazione. L’obiettivo dichiarato è lanciare un messaggio di pace universale, parlando al mondo con un accento tipicamente italiano.

La cerimonia renderà omaggio alla nostra storia e alla nostra cultura. Verranno celebrati il genio creativo e l’eccellenza del made in Italy nei campi dell’arte, del design, della moda e della gastronomia, oltre che dello sport. In questo contesto è previsto un tributo speciale allo stilista Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre 2025, riconoscendo il suo contributo iconico all’estetica italiana e il legame con le squadre olimpiche nazionali.

Sul fronte degli ospiti e performer vige ancora un certo riserbo. L’unico nome annunciato finora è quello dell’attrice Matilda De Angelis, scelta come una delle voci narranti della cerimonia. De Angelis, talento emergente già affermato a livello internazionale, incarna – a detta degli organizzatori – il volto giovane e creativo dell’Italia aperta al mondo. Gli atleti, in ogni modo, resteranno “al centro di tutta la narrativa” dello show e, come ha sottolineato Balich, sarà soprattutto la loro festa.

Regia televisiva unificata: la sfida di unire due eventi in diretta

La contemporaneità di più cerimonie pone un’enorme sfida tecnica e di regia televisiva: occorre coordinare quattro eventi sincronizzati, assicurando che il pubblico globale percepisca un unico grande spettacolo. In pratica, la cabina di regia centrale dovrà continuamente alternare le riprese tra San Siro e le location alpine, seguendo un copione studiato per dare risalto a ogni segmento senza soluzione di continuità. Marco Balich ha spiegato che il team creativo sta elaborando le modalità per intervallare le esibizioni e le sfilate nei quattro luoghi in modo da mantenere costante l’attenzione sugli atleti di ciascuna sede e garantire coerenza narrativa. Durante la Parata delle Nazioni, ad esempio, le varie delegazioni sfileranno in parallelo nei rispettivi cluster, ma il montaggio televisivo mostrerà ogni squadra al momento opportuno, come fossero tutte parte di un unico corteo.

Il doppio braciere sarà acceso in perfetta simultaneità: l’ultimo tedoforo a Cortina percorrerà Corso Italia fino al campanile in Piazza Dibona, accendendo il fuoco olimpico proprio nello stesso istante in cui un altro ultimo tedoforo a Milano darà fiamma al braciere dell’Arco della Pace. Anche questo momento culminante verrà ripreso e trasmesso come uno spettacolo unico, con sapienti cambi di inquadratura, affinché l’emozione sia condivisa dagli spettatori come fosse un solo evento. La regia televisiva dovrà dunque gestire centinaia di telecamere distribuite fra stadio e montagne, con un’attenzione maniacale alla sincronizzazione. La produzione mobiliterà oltre 900 addetti dietro le quinte solo per la regia e la tecnologia, affiancati da migliaia di volontari in tutte le sedi. Si tratta di una macchina organizzativa imponente, paragonabile a quattro cerimonie coordinate in una sola serata. Se tutto funzionerà a dovere, ha osservato il CEO Varnier, l’effetto sarà grandioso; ma proprio per questo gli organizzatori sono consapevoli che l’opening è il momento più delicato di tutto l’evento, “vietato fallire”!

Reazioni locali

L’idea di una cerimonia d’apertura sdoppiata tra Milano e Cortina, per quanto rivoluzionaria, non ha incontrato opposizioni esplicite da parte delle istituzioni locali – anzi, è stata presentata come un’opportunità per mettere in vetrina sia la metropoli sia la montagna. I rappresentanti del territorio si sono detti orgogliosi di questa soluzione: il sindaco di Milano Beppe Sala ha definito San Siro un’icona perfetta per questo evento conclusivo della vita dello stadio, mentre l’ex governatore del Veneto, Luca Zaia, e le autorità ampezzane vedono nella fiaccola accesa a Cortina un segnale di partecipazione piena della comunità dolomitica. La formula diffusa viene rivendicata come un messaggio simbolico di armonia tra città e montagna. «Armonia non è solo un tema: è la nostra promessa al mondo. In questi Giochi, le montagne parleranno alle città, le persone si riconosceranno in valori condivisi», ha dichiarato Malagò, enfatizzando lo spirito unificante della scelta. Anche Maria Laura Iascone, responsabile delle cerimonie, ha definito questo format diffuso un possibile modello per il futuro, di cui Milano Cortina sarà precursore.

Un nuovo modello per il futuro

“Sarà la cerimonia più complessa mai realizzata dal punto di vista del coordinamento broadcast,” spiegano gli addetti ai lavori. Questo doppio evento diffuso segna un punto di non ritorno per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO): dimostra che le Olimpiadi possono adattarsi ai territori, diventando sostenibili e meno “monolitiche”.

Sarà una sfida organizzativa senza precedenti, ma anche un’occasione per celebrare l’unità nella diversità e per mostrare al mondo l’inarrestabile creatività italiana, capace di tenere insieme tradizione e futuro in un’unica armoniosa notte olimpica.

Il 6 febbraio 2026, quando il sipario si alzerà, lo spettatore vedrà due palcoscenici, ma sentirà un’unica emozione. Milano e Cortina, separate da centinaia di chilometri, saranno per una notte lo stesso luogo: il centro del mondo.

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