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Volley, l’Italia a Chicco Blengini: è il CT giusto? Un “traghettatore” tra pro e contro, doppio incarico, poca esperienza e…

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Gianlorenzo Blengini è da poche ore diventato il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di volley maschile. Tanti dubbi, tanti se e tanti ma sulla sua nomina, tanti difetti annunciati, tante incongruenze e poche vantaggi. Analizziamoli da vicino…

 

  • DOPPIO INCARICO. Il primo punto di incoerenza della Federazione. Carlo Magri, padre padrone del movimento, aveva sempre rifiutato di affidare la Nazionale a un coach che fosse contemporaneamente sotto contratto di un club. Il precedente caso Barbolini (al femminile) lo aveva così scottato che non ne aveva più voluto sentire parlare. Oggi invece cambia tutto. E questo creerà una sequela di problemi e di dubbi: avrà un occhio di riguardo per gli uomini di Macerata? Come si relazionerà nel ginepraio delle tante rivalità italiche? Di chi asseconderà gli interessi? È davvero la scelta per “il bene dell’Italia”?
  • POCA ESPERIENZA. Due anni in Serie A2 con i Lupi Santa Croce (sempre fallito il tentativo di promozione nel massimo campionato), tre anni a Vibo Valentia quasi sempre a fondo classifica (due volte è però arrivata la qualificazione ai playoff scudetto). Poi l’ultima stagione a Latina dove ha ottenuto il migliori risultato in carriera: semifinale playoff dopo aver sconfitto Macerata ai quarti. In bacheca vanta solo una Coppa Italia di Serie A2. È un po’ troppo poco per allenare la Nazionale? Serviva un vincente per invertire la rotta in un periodo nero: 13esimo posto ai Mondiali, quinto in World League, numero di incontri persi maggiore rispetto a quelli vinti. Certo le tante stagioni da vice del guru Julio Velasco e di Mauro Berruto dovrebbero aiutarlo.
  • Un contratto a tempo. Un trimestrale che sa tanto di lavoro estivo o di stagista. Un periodo ridotto per evitare l’imbarazzo del doppio incarico, un coach che traghetti letteralmente l’Italia verso Coppa del Mondo ed Europei. Una formula sbagliata e che ci costringerà a un nuovo cambio di panca se dovesse sciaguratamente andare male in Giappone obbligandoci a disputare il torneo di qualificazione olimpica in programma a gennaio.

 

  • PERSONALITÀ. Ha un carattere forte, vero agonista e motivatore. Doti che saranno certamente utili nei momenti più caldi della sua avventura sulla panchina azzurra.
  • NOVITÀ ASSOLUTA. Se si voleva dare uno scossone al gruppo questa può essere la scelta giusta. Era sì il vice allenatore ma la promozione potrebbe dare una sveglia a una Nazionale in crisi d’identità.
  • GIOCO “MASCHERATO”. Il modus operandi di Blengini è ben noto a chi segue il campionato italiano ma per gli avversari non sarà di lettura così immediata. La Nazionale potrebbe rivedere alcuni meccanismi e sorprendere così le undici avversarie che si troverà di fronte in Coppa del Mondo.
  • Ha chiamato chi voleva lui (lo si intuisce da Sottile), ha riavuto in dote due epurati (Zaytsev fondamentale). Ha una formazione con grandi potenzialità: dovrà semplicemente amalgamarla e risolvere i problemi di spogliatoio

 

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(foto Federvolley)

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