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Ciclismo

Vuelta a España 2019: i possibili scenari tattici della tappa di oggi (11 settembre). Tornano in scena gli sprinter a Guadalajara

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Riprende la 74esima edizione della Vuelta a España, dopo il giorno di riposo di ieri, con una frazione per velocisti. La Aranda del Duero-Guadalajara, tappa più lunga della Vuelta coi suoi quasi 220 km, infatti, non presenta nemmeno un GPM lungo il percorso. Le uniche difficoltà sono date dal chilometraggio (unica over 200 di quest’edizione del grande giro spagnolo) e da un arrivo che tirà all’insù e strizza l’occhio a chi vuole anticipare lo sprint a ranghi compatti.

Gli ultimi 3 km, infatti, hanno una pendenza media del 3%. Nulla di esagerato, ma, chiaramente, offrono la possibilità di variare un po’ sullo spartito. Sarà curioso vedere, innanzitutto, cosa farà la Deceuninck Quick-Step. Fabio Jakobsen, lo sprinter del Wolfpack, tre giorni fa, sullo strappo che porta a Oviedo, si è piantato a 500 metri dall’arrivo, vanificando gli sforzi dei compagni. Il team belga, dunque, potrebbe non rimanere tutto attorno al campione olandese, ma tenergli vicino il solo Richeze, mentre corridori come Gilbert, Stybar e Cavagna si muovono nel finale costringendo gli altri a tirare.

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Il grande favorito non può che essere Sam Bennett della Bora, il quale, su questo arrivo, dopo il successo di Oviedo, sembra non avere rivali. Gli sprinter puri non sono forti come lui in salita, mentre corridori veloci che tengono bene su queste brevi salite non hanno, comunque, chance di metterselo dietro in volata. Sarreau, Boasson Hagen, Venturini e Degenkolb sembrano gli avversari più credibili, ma nessuno di questi, al momento, è realmente al livello del campione nazionale irlandese. Ovviamente non va sottovalutato nemmeno Fernando Gaviria, ma il colombiano, a causa anche dei molteplici problemi fisici, non sembra il corridore ammirato nelle scorse stagioni.

Proprio per via di questa schiacciante superiorità di Bennett, non va sottovalutata l’ipotesi fuga. Vero che la frazione non è dura, ma non è nemmeno piatta, per cui potrebbe anche prestarsi a un tentativo particolarmente numeroso. Potrebbero provarci da lontano anche seconde linee dello sprint che si sono dimostrate in grande forma in questi giorni, come Nikias Arndt, Tosh Van der Sande e Alex Aranburu. Sarà, dunque, compito della Bora controllare le prime fasi di gara, con l’obiettivo di far partire un plotoncino poco nutrito, il quale sarebbe più facile da controllare. Più sono le squadre presenti davanti e meno aiuto troverebbe il team tedesco, infatti.
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Foto: Nicola Devecchi / Shutterstock.com

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