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Speed skating, Italia dietro gli USA nel team pursuit. Ma alle Olimpiadi il format sarà completamente diverso
L’Italia si sta confermando anche in questa stagione la seconda forza in campo nell’inseguimento a squadre maschile di speed skating alle spalle degli Stati Uniti, che hanno portato a 6 la sequenza di vittorie consecutive nella specialità tra Coppa del Mondo e Campionati Mondiali. Battere il terzetto statunitense ad oggi sembrerebbe una missione quasi impossibile, anche se in occasione dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026 il format sarà diverso e potrebbe cambiare almeno parzialmente le carte in tavola.
A differenza delle gare di team pursuit che si disputano abitualmente nel circuito di World Cup e ai Mondiali nel corso del quadriennio, in cui ci si gioca tutto in una singola prova a cronometro in cui alla fine la classifica viene determinata dai migliori tempi firmati al termine delle varie batterie (proprio come nelle distanze individuali), il torneo a cinque cerchi prevede infatti degli scontri a eliminazione diretta un po’ come avviene con i quartetti del ciclismo su pista.
Proiettandoci verso le Olimpiadi Invernali 2026, il primo turno del team pursuit maschile si terrà domenica 15 febbraio (dalle ore 16.00) con le quattro formazioni più veloci che verranno promosse alla fase finale con in palio le medaglie. Le sfide decisive andranno in scena poi lunedì 16 febbraio, con semifinali (dalle 14.30) e finali (dalle 16.22) nel giro di circa due ore.
Un doppio turno abbastanza ravvicinato non semplice da gestire a livello fisico e che potrebbe condizionare l’andamento della finale, penalizzando magari chi fa più fatica a recuperare velocemente da una prova così impegnativa. L’obiettivo della vigilia per gli azzurri dovrà essere quindi se possibile quello di evitare gli USA in semifinale (la prima delle batterie affronta la quarta, mentre la seconda trova la terza), avendo maggiori chance di accedere al Gold Medal Match per poi giocarsi tutto in finale nella speranza di fare la differenza negli ultimi tre o quattro giri grazie alla resistenza di uno specialista dei 10.000 metri come Davide Ghiotto.
