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Short Track, l’Italia scopre Thomas Nadalini. Il ‘corsaro azzurro’ rivelazione del World Tour 2025

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Thomas Nadalini
Nadalini / Dominic Tanguay (comunicato stampa FISG)

È doveroso effettuare un ritorno sulla stagione del World Tour di short-track, conclusasi nella giornata di domenica 30 novembre, perché il movimento italiano ha scoperto un nuovo personaggio. Se ne è parlato poco, ma proprio per questo è imperativo accendere i riflettori su Thomas Nadalini, autentica rivelazione delle ultime settimane.

Classe 2002, trentino come Pietro Sighel, ha conquistato il primo podio individuale della carriera, attestandosi alla piazza d’onore sui 1.500 metri disputati a Danzica nel terzo dei quattro weekend di gara. Sulla distanza più lunga si è classificato secondo anche nella classifica di specialità, stravinta dal canadese William Dandjinou. Inoltre, il ventitreenne azzurro ha concluso sesto la graduatoria assoluta del World Tour.

Nadalini peraltro è stato un punto fermo di ogni staffetta maschile, dove l’Italia ha conseguito quattro terzi posti in altrettante competizioni. Guardate però le foto del podio di domenica, a Dordrecht, Tommaso è deluso. Deluso perché sapeva che si sarebbe potuto vincere. Poi, in una disciplina dove l’aleatorietà è massima, la differenza fra primo e terzo posto può essere fatta da episodi e millesimi di secondo.

Basta questo a dare la dimensione del cambio di passo di cui è stato oggetto il trentino, impostosi come seconda forza della squadra azzurra. Tra ottobre e novembre ha mantenuto una condizione atletica eccellente, si è fatto valere al cospetto dei migliori del mondo e ha mostrato interessanti evoluzioni dal punto di vista della lettura delle gare (soprattutto sui 1.500 metri).

Non sarà facile salire sul podio di Milano Cortina 2026, anche perché si può scommettere che i coreani non saranno i fantasmi visti tra Monteal, Danzica e Dordrecht. La concorrenza sarà molto più elevata. Però dovranno essere gli altri a temere Nadalini, non viceversa. Anche perché, con quel look da pirata, fa davvero scena.

Anzi, da corsaro. Perché i pirati erano fuorilegge che assalivano le navi per guadagno personale, mentre i corsari erano autorizzati dalle istituzioni a compiere mirati atti di guerra contro navi nemiche. Chissà se l’assalto al bottino d’oro, d’argento e di bronzo custodito dalla manifestazione olimpica avrà successo. La risposta, tra un paio di mesi.

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