Scacchi
Scacchi, buon Lorenzo Lodici contro Carlsen nel primo giorno di Mondiali rapid
Si è conclusa la prima giornata dei Mondiali rapid di scacchi 2025, in corso di svolgimento a Doha e che dureranno fino a domenica. Cinque turni su 13 giocati per quel che riguarda la sezione Open, mentre sono quattro su 11 quelli disputati dalle donne. Lo schema è diverso per i due tornei: 5-4-4 per l’Open, 4-4-3 per il femminile. In Qatar molto è successo, ma alla fine alla guida ci sono (quasi) sempre i big.
Il quintetto di testa, del resto, è di altissimo livello. Magnus Carlsen, Gukesh Dommaraju, Arjun Erigaisi, Maxime Vachier-Lagrave e Vladislav Artemiev si trovano tutti a quota 4,5/5. Il norvegese si è trovato a dominare in lungo e in largo nei primi quattro turni (con partite di vario genere, peraltro), e soltanto Erigaisi è riuscito a fermarlo in un lunghissimo finale difeso in inferiorità di materiale, ma Torre e due pedoni f e h contro Torre è patto e tale l’indiano l’ha mantenuto. Molto bene Gukesh, che dopo aver pattato al primo turno non si è semplicemente più fermato, e anche Artemiev si è ben distinto lungo il proprio cammino contro Grandi Maestri di caratura. Alle loro spalle un enorme gruppo a quota 4 con Giri, Nihal Sarin, Niemann, Sindarov e diversi altri ottimi giocatori. Meno bene Abdusattorov, Caruana, Praggnanandhaa, So (3,5), Aronian e Firouzja (3), ma va pure peggio a Keymer (2,5) e al campione in carica Volodar Murzin, dato che il russo è a quota 2.
Appare ora il caso di aprire il capitolo Lorenzo Lodici, accoppiato già al primo turno contro Magnus Carlsen. Il numero 1 d’Italia sfida a viso aperto il numero 1 del mondo su una linea del Gambetto di Donna intitolata a Salo Flohr. Giocar bene, però, contro il norvegese non basta: serve una precisione di titanio. E così, su una sola minimale imperfezione (neanche un errore, un’imperfezione) alla 19a mossa da parte di Lodici Carlsen costruisce il suo vantaggio, anche se non gli riesce immediato convertire il finale di Cavalli con pedone in più. Ce la fa perché l’italiano subisce una forchetta di Cavallo con scacco alla 36a mossa, e l’abbandono giunge alla 47a, ma la prova fa capire che Lodici c’è ed è in forma.
A confermarlo le successive partite. Prima una facile vittoria, con il Bianco, contro il qatariota Husain Aziz, poi una bella conversione di finale da patto a vinto (ma in cui Lodici spinge) contro l’indiano Amirthavalli Rangarajan Harikrishnan, di pochissimo solo omonimo del ben più noto Pentala Harikrishna e che viene spesso abbreviato in Harikrishnan.A.Ra.; neanche a farlo apposta, Harikrishna (quello vero) è il successivo avversario dell’azzurro. Ed è anche la sua più bella performance di giornata, una partita di assoluta brillantezza basata sulla spinta del pedone a in un finale nel quale riesce a bloccare tutta la posizione del Nero e a chiudere con la finezza di un sacrificio di Cavallo in b6 che unisce i pedoni in a e b verso la promozione di almeno uno dei due. Alla quinta, però, contro lo spagnolo David Anton Guijarro un colpo ferale: dopo un’apertura ben giocata, alla 17a il campione di Spagna gioca un sacrificio di Alfiere in h3 che Lodici non dovrebbe accettare. Invece lo accetta, e di lì la sua posizione cade a pezzi in un attimo con abbandono alla 26a. Risultato: 3/5 e posizione che ad ora è la 64a, volendo essere precisi con gli spareggi tecnici.
C’è anche un altro italiano in gara nell’Open: si tratta di Nicola Altini. Per lui subito confronto difficile con Maxime Vachier-Lagrave. Aveva battuto il francese 10 anni fa nel campionato italiano a squadre, ma stavolta l’esito è diverso: basta una mossa non perfetta alla 23a con la Torre e l’uomo che tutti, per abbreviare, chiamano MVL dilaga vincendo per abbandono in 44. Per Altini la giornata è decisamente brutta, perché si ripete spesso uno schema: posizione ottima, se non addirittura vinta, ma improvviso ribaltamento di fronte e sconfitta. Accade con il giapponese Thanh Tu Tran (che è vietnamita di nascita, ma vive in Giappone dal 2015 e ha cambiato federazione nel 2020), accade anche con l’indiano G B Harshavardhan. Poi, alla quarta partita, la buona vittoria con il thailandese Jonathan Bodemar prima dell’ulteriore sconfitta con il danese Vitus Bondo Medhus, in cui finisce indietro di materiale per un errore di Donna. Totale 1/5 e 226° posto. C’è tempo per rifarsi.
Tra le donne, invece, dopo quattro turni c’è una sola giocatrice in testa, ed è la cinese Zhu Jiner a punteggio pieno (4/4). Alle sue spalle un gruppo formato da giocatrici tutte di nazionalità diversa: con 3,5/4 la georgiana Nino Batsiashvili, la russa (bandiera FIDE, come tutti nel contesto) Aleksandra Goryachkina, l’ucraina Mariya Muzychuk, l’indiana Harika Deronavalli, la bulgara Antoaneta Stefanova, la cinese Song Yuzin e la spagnola Sara Khadem. Quasi 30 giocatrici compongono il gruppone a quota 3, tra cui Kosteniuk, Ju Wenjun, Tan Zhongyi, Vaishali Rameshbabu,, Koneru e tante altre.
In chiaroscuro la performance delle due portacolori dell’Italia, Aleksandra Dimitrijevic e Alexandra Shvedova, che peraltro finiscono la giornata praticamente insieme in classifica, a 2/4 al 90° e 91° posto. Dimitrijevic perde con il Bianco e vince con il Nero. Nei casi con il Bianco (1° e 3° turno) deve cedere, dopo vicende di vario genere in partite spesso ricche di situazioni inattese, all’azera Malak Ismayil e alla cinese Wang Chuqiao, in quelli con il Nero (2° e 4° turno) s’impone sulla kazaka Alanna Berikkyzy e sulla polacca Liwia Jarocka. Quanto a Shvedova, comincia male con l’uzbeka Guldona Karimova, poi riesce a trovare due patte (anche qui con parecchio di cui parlare) contro l’altra uzbeka Nilufar Yakubbaeva e l’emiratina Alserkal Rouda Essa. Infine la prima vittoria, con la giocatrice di Hong Kong Chloe Hailey Lau.
Domani, al di là di tati gran confronti sulle prime scacchiere (vale per tutti Vachier-Lagrave contro Carlsen), per Lodici ci sarà (con il Nero) l’olandese Jorden van Foreest, che affrontò lo scorso anno ai Mondiali blitz a New York, perdendo. Altini, invece, avrà con il Nero il marocchino Tarik Anwoir. Tra le donne, Shvedova giocherà con la vietnamita Hong Nhung Nguyen avendo il Nero; Bianco per Dimitrijevic, opposta alla kazaka Liya Kurmangaliyeva
