Pallavolo
Paolo Porro: “Pesante l’assenza di Simon. Superlega troppo compressa, stiamo vedendo tanti infortuni”
Paolo Porro, palleggiatore della You Energy Piacenza, è stato uno degli ospiti dell’ultima puntata di Volley Night, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il giocatore classe 2001 è intervenuto nella trasmissione assieme al fratello Luca, a sua volta protagonista nella Superlega, ma con la maglia di Modena.
L’alzatore nativo di Genova ha iniziato il suo racconto da quanto avvenuto in questa prima parte di campionato, con la formazione emiliana reduce da una bella prestazione in casa di Trento: “Siamo andati là senza paura e ce la siamo giocata. La sconfitta per 3-2 non cambia il nostro percorso, anche se ovviamente brucia parecchio. Dopo quel terzo set vinto in maniera così netta potevamo chiudere a nostro favore ma, purtroppo, non è andata così. Vincere poteva rappresentare una bella iniezione di fiducia, ma a questo punto vogliamo concentrarci sugli aspetti positivi che ci portiamo a casa da quel match. Eravamo anche reduci da una settimana non semplice con la trasferta di Coppa CEV. Ora testa al match contro Verona”.
La formazione piacentina sta procedendo nel migliore dei modi in questa annata, come conferma Porro: “Le nostre migliori qualità? Sicuramente abbiamo una panchina lunghissima e possiamo vantare un ottimo connubio tra giocatori giovani ed esperti. Purtroppo non ci voleva l’infortunio di Simon. Si è già operato e ora ci sostiene da fuori, in qualità di capitano. Non so quando potrà rientrare, occorreranno diversi mesi, ma quando tornerà sarà fondamentale. Ora al suo posto gioca Seddik, sembra un giocatore di 30 anni fa per come interpreta il ruolo di centrale. Fisicamente è altissimo ed è una ottima soluzione”.
Essendo presente, come detto, anche il fratello Luca, schiacciatore di Modena, la domanda della possibile inversione tra i due non poteva mancare. “Sicuramente il ruolo mi piacerebbe provarlo. Non penso che sarei troppo in grado di reggerlo a livello fisico ma, ad ogni modo, senza non sarei arrivato in Superlega. Sicuramente una bella esperienza però. A livello di personalità penso che gli ruberei il suo essere molto istintivo, io tra i due forse sono quello più ragionatore”.
Essere due fratelli che, sin da subito, sono stati additati come due sicure stelle in divenire, ha messo pressione? “All’inizio forse un po’ ma per arrivare nel mondo dei grandi, per così dire, devi anche dimostrare di poterci arrivare e stare. Prima viene il gioco poi il lavoro. Nel complesso devo ammettere che non è stato pesante”.
Ultima battuta sul calendario di questa Superlega: “Penso sia decisamente compresso e stia vedendo tanti infortuni. Credo che un format simile non dia la giusta importanza a questo campionato. Anzi, essendo così breve non dà spazio al recupero”.
