Milano Cortina 2026OlimpiadiSalto con gli sciSci NordicoSport Invernali
Noriaki Kasai e Simon Ammann, 97 anni in due, sognano Milano Cortina 2026. Però la “sveglia” incombe…
Noriaki Kasai e Simon Ammann sono entrambi venuti al mondo nel mese di giugno. Il primo nel 1972, il secondo nel 1981. Dunque, sommando le loro età attuali, si arriva vicini al secolo di vita (53 anni per il giapponese, 44 per lo svizzero). Ambedue sono ancora in attività nel salto con gli sci e sognano di essere della partita ai Giochi olimpici di Milano Cortina 2026.
Al di là di ciò che potrà essere scritto e/o presentato dai media generalisti, sempre pronti a “costruire una storia”, chi si occupa di sport invernali in maniera capillare ha il dovere – morale e professionale – di sfatare dei miti. In questo caso in maniera preventiva.
Kasai mira a diventare il primo atleta della storia a partecipare a nove diverse edizioni dei Giochi olimpici invernali. Al suo attivo ci sono già le presenze del 1992, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010, 2014 e 2018. È mancata Pechino 2022 e, quasi sicuramente, mancherà anche Milano Cortina 2026. Francamente, le possibilità dell’asiatico sono esigue.
Vero che Kasai è stato convocato per le gare europee di dicembre, ma partirà dalla Continental Cup, dunque il livello cadetto. Davanti a lui, per rendimento e status, ci sono almeno altri sei connazionali, ossia quelli che gareggiano in Coppa del Mondo (Ryoyu Kobayashi, Ren Nikaido, Naoki Nakamura, Sakutaro Kobayashi, Yukiya Sato e Tomofumi Naito). Va peraltro considerato come il Giappone avrà a disposizione quattro posti ai Giochi olimpici.
Inoltre, è tutto da dimostrare che l’eterno Noriaki possa essere meglio dei vari Junshiro Kobayashi, Keiichi Sato e Rikuta Watanabe, i quali lo accompagneranno nelle competizioni cadette. Insomma, le possibilità di Kasai di essere presente a Milano Cortina 2026 sono puramente teoriche, ma all’atto pratico siamo al proverbiale “zero virgola”.
Ha qualche chance in più Simon Ammann, ma anche il quattro volte Campione olimpico avrà il suo bel daffare per allungare la striscia di partecipazioni, attualmente arrivata a quota sette (non ha mancato alcuna edizione dal 1998 in poi).
La Svizzera avrà tre posti e, per quanto visto in termini di performance in tempi recenti, uno è prenotato da Gregor Deschwanden. Ammann è appena dietro nelle gerarchie interne, ma deve fronteggiare la forte concorrenza dei giovani emergenti Juri Kesseli (classe 2005) e Felix Trunz (2006). Pure il più navigato Sandro Hauswirth (2000), al miglior momento della carriera. Inoltre, non bisogna dimenticare come Killian Peier (classe 1991) e Yanick Wasser (2004) siano al momento esclusi dalla selezione nazionale, pur avendo un valore almeno paritetico a quello degli altri citati.
Nel contesto elvetico, Simon è sicuramente più competitivo di quanto non lo sia Kasai nell’ambito giapponese. Cionondimeno, dovrà convincere lo staff tecnico a puntare su di lui, preferendolo a chi ha la metà dei suoi anni. Come? A suon di risultati. Si vedrà quale piega prenderà l’inverno, ci sono due mesi per guadagnarsi la presenza a Cinque cerchi.
In conclusione, sognare è lecito e non costa nulla. Prima o poi, però, suona la sveglia. Per Kasai è fissata (e lui stesso ne è consapevole, a giudicare dalle ultime dichiarazioni). Ammann può invece ambire a tramutare lo scenario onirico in realtà, ma non sarà un compito banale. Potrebbe essere la sua ultima impresa a Cinque cerchi dopo essersi messo 4 ori olimpici al collo tra i 20 e i 28 anni.
