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Scherma

Luca Curatoli: “In 10 anni la scherma è cambiata, ma sono rimasto costante. Da capitano ho trasmesso la mia esperienza”

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Luca Curatoli/Bizzi Federscherma

Luca Curatoli è stato uno dei grandi protagonisti del Mondiale di scherma a Tbilisi. Un bronzo individuale, battendo nei quarti una leggenda come Aaron Szilagyi, e poi soprattutto lo straordinario oro iridato a squadre dieci anni dopo quello vinto nel 2015. Lo sciabolatore campano è stato ospite dell’ultima puntata di OA Focus, il programma condotto da Alice Liverani sul canale YouTube di OA Sport, dove ha ripercorso tutta la sua carriera, ricca di medaglie e successi importanti.

Il nativo di Napoli ricorda ad inizio intervista la medaglia olimpica vinta a Parigi 2024: “Una medaglia vissuta, ma sarebbe anche il caso di riuscire a prenderne un’altra, magari alla prima occasione possibile. La tengo ora custodita, ma appena presa ho deciso di tenerla sempre con me. L’ho portata in vacanza, siamo stati a stretto contatto, abbiamo dormito anche insieme. Per noi atleti quella olimpica è una medaglia importante, pesante e lavoriamo tanto per questo evento”. 

La scherma è una tradizione di famiglia: “Io sono nato tra le pedane di scherma. Ricordo benissimo le gare di mio fratello, le finali mondiali in televisione dove io tifavo tantissimo ed urlavo tantissimo quando ero piccolino perchè pensavo potesse sentirmi. Mio padre era dirigente del Circolo Posillipo e giravo con lui nelle varie gare regionali ed interregionali. In famiglia non mi hanno mai messo pressioni, anzi quasi mio padre non voleva che facessi scherma per non rimanerci male o non sentire la pressione dei risultati ottenuti da mio fratello. Poi l’altro mio fratello è anche il mio maestro e quindi è una tradizione che prosegue”.

La differenza tra i due ori Mondiali, il primo vinto nel 2015 e nel secondo nel 2025: “Prima di tutto mi fa pensare alla mia costanza in dieci anni e questo mi fa molto piacere, perchè la scherma è cambiata davvero tanto e io sono ancora al vertice. Nel 2015 c’era l’inconsapevolezza, arrivavo in pedana contro i campioni russi che neanche conoscevo e avevo sentito solo nominare. Nel 2025 avevo invece il peso di far sentire la mia esperienza ai più giovani. Un gruppo che ci ha messo qualche anno per trovare le dinamiche corrette, ma alla fine ne siamo usciti alla grande. Un Mondiale si vince solo se tutti tirano alla grande. Il mio piccolo merito da capitano è quello di essere riuscito a trasmettere la mia esperienza e la mia voglia di vincere”.

L’evoluzione della scherma anno dopo anno: “La scherma continua ad essere molto tecnica, ma diventa sempre più fisica. C’è un lavoro dietro di preparazione atletica davvero importante. Dieci anni fa c’erano nazioni che erano molto indietro sia tecnicamente sia fisicamente, ma che ora riescono proprio a compensare le loro difficoltà tecniche con una grande fisicità. Per esempio gli africani sono diventati sempre più competitivi e dieci anni fa non erano nemmeno nel ranking”. 

Il suo ruolo di capitano: “Essere capitano di una nazionale e poi di un’arma vincente come la sciabola è una grande responsabilità. Però è anche un motivo anche di continuare a migliorarsi, a fare sempre meglio. Con i ragazzi più giovani io mi trovo molto bene, abbiamo creato un bel gruppo. Sicuramente sento un ruolo di responsabilità”.

Una carriera che ha sempre visto in Aaron Szilagyi un avversario speciale: “Sembra quasi che mi segua. Me lo trovo davvero ad ogni gara. Generalmente in carriera con un avversario tiri cinque o sei volte, con lui avrò tirato almeno venti volte. Fa bene a seguirmi e lo farei anche io, visto che mi batte sempre. La sfida con lui è super stimolante, lui è un grandissimo campione e parte sempre favorito lui. Per fortuna questa volta ho tirato benissimo e contro di lui non basta a volte il 100%. Ero veramente in forma e ho tirato benissimo. Fare podio battendo un campione come lui è significativo ed è il simbolo di come ho lavorato al meglio con tutto il mio staff”. 

Gli obiettivi: “Europei e Mondiali restano per noi gli appuntamenti più importanti, ma non nascondo che vorrei fare una stagione di Coppa del Mondo nel migliore dei modi. Ho chiuso quarto del ranking mondiale l’anno scorso e punto sicuramente a fare anche meglio, proprio passando dai risultati in Coppa del Mondo”.

INTERVISTA LUCA CURATOLI FOCUS OA SPORT

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