Karate
Karate, il bilancio dell’Italia ai Mondiali: “Siamo stati protagonisti, l’oro di Avanzini fiore all’occhiello”
Sono ufficialmente andati in archivio i Mondiali di karate e parakarate 2025 che si sono disputati a Il Cairo (Egitto). L’Italia ha vissuto una manifestazione da protagonista con il secondo posto complessivo nel medagliare. Un oro, un argento e un bronzo nel karate (secondi solo ai padroni di casa egiziani), quindi altre 4 medaglie nel parakarate con una medaglia d’oro, due argenti e un bronzo.
Al termine della manifestazione è arrivato il bilancio di Davide Benetello, presidente del settore karate: “Il bilancio è sicuramente positivo, l’Italia è stata protagonista sia nel karate che nel parakarate e abbiamo dimostrato ancora una volta di essere una delle nazioni leader al Mondo. Negli anni passati, e nei Mondiali che univano la competizione individuale con quella a squadre, tornavamo con qualcosa in più. Adesso il karate è molto più difficile, come si è visto ci sono tante nazioni che si distribuiscono le medaglie: a parte l’Egitto, che stavolta ne ha prese tre, tutti gli altri ori sono andati a nazioni differenti. È un segnale di vitalità e salute del movimento in tutto il mondo, il livello tecnico negli ultimi anni si è alzato notevolmente”. (Fonte: FIJLKAM).
Il fiore all’occhiello della nostra spedizione è stato, senza ombra di dubbio, Matteo Avanzini, campione del mondo a soli 21 anni. “Un predestinato? Io dico sempre che è un benedetto. Vincere Europei U21, Mondiali U21, Mondiali Senior nell’arco di dodici mesi, o poco più, è veramente tanto. Matteo è un ragazzo molto serio, si impegna in quello che fa e promette ciò che mantiene, perché lui ce l’aveva promesso questo titolo… è un bravissimo ragazzo e un campionissimo allo stesso tempo. Dimostra una maturità fuori dal comune per la sua età. Anche gli altri sono ragazzi molto bravi, la nostra squadra è un ambiente bellissimo, si supportano l’uno con l’altro. La selezione per arrivare al Mondiale è molto dura e prevede che i ragazzi si conoscano molto bene, si scambino opinioni e momenti di vita. Si cresce un po’ tutti insieme”.
I Mondiali hanno confermato il momento positivo del movimento del karate italiano. “La federazione ha basi solidissime, al momento nel karate siamo considerati fra i più organizzati al mondo, non solo a livello tecnico ma anche a livello gestionale. Questo si ripercuote in tutti i nostri programmi di lavoro e in tutte le manifestazioni, non per ultimo il Symposium. Diamo dimostrazione di voler condividere il sapere e ci sentiamo tutti parte di un movimento grande e unitario. Ci diamo la spinta l’uno con l’altro per migliorarci. Il karate in Italia è sempre stato di altissimo livello, noi abbiamo un numero di tesserati molto elevato e, anche se vogliamo continuare a crescere, il bacino di utenza e di giovani promesse è sempre vivo. Poi, i nostri tecnici, su tutto il territorio, sono bravi, all’avanguardia e lavorano tanto. Inoltre, ci sono i gruppi sportivi che, specialmente nelle classi senior, fanno la differenza: senza di loro non ci sarebbe la possibilità di allenarsi con la costanza necessaria”.
Non solo karate, anche il parakarate ha fatto vedere ottime cose a Il Cairo: “È una squadra unica. La scelta più azzeccata, fatta sia dalla WKF che dalla FIJLKAM, è che questi momenti importanti si vivano tutti insieme. C’è un convivere e un condividere tra il karate e il parakarate che porta entrambi i gruppi a crescere. I ragazzi del parakarate portano una sensibilità che riesce a toccare anche gli animi più duri. Aiutano anche a ricalibrare le sensazioni, perché aiutano a rendersi conto che quel che si sta facendo è importante, sì, ma c’è chi, per fare la stessa cosa, deve affrontare sfide ancora più difficili. Si crea un ambiente molto più sereno, si sorride di più, le pressioni si abbassano”.
Nel complesso la manifestazione iridata disputata in Egitto ha avuto un sapore particolare. Il commento del direttore tecnico Luca Valdesi: “È stato un Campionato Mondiale atipico con una fase a gironi prima e le eliminazioni dirette dopo, che hanno impegnato i ragazzi per tre giorni di fila. È la prima volta che affrontiamo un evento mondiale così lungo. Siamo riusciti a qualificare dodici atleti su dodici categorie, e questo è per noi un motivo di orgoglio. Fra loro, ben dieci hanno superato la fase a gironi. Siamo poi andati a medaglia con tre atleti nel karate e quattro nel parakarate. Chiaramente la nostra ambizione era di arrivare a medaglia in tutte le categorie in gara, ma sappiamo che il livello tecnico era altissimo, già dalle qualificazioni la strada era molto dura. C’è sempre un po’ di dispiacere per gli atleti che non sono riusciti a raggiungere il podio in questa edizione, ma abbiamo preso indicazioni importanti per il lavoro futuro. Abbiamo conquistato due medaglie molto belle con due atleti molto giovani, Avanzini ha ventuno anni e Ghinami ventitré, insieme a Terryana D’Onofrio che ha preso il bronzo. Per noi, a dire la verità, non è una grossa sorpresa: abbiamo lavorato in maniera metodica con i giovani negli ultimi anni, abbiamo fatto dei ritiri dedicati alla nazionale senior ma con molti giovani partecipanti e questi sono i frutti della programmazione iniziata a fine 2021”.
