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Filippo Baroncini, la caduta al Giro di Polonia e il ritorno in bici: “Un miracolo essere ancora vivo”
Riuscire a raccontare i dettagli di un incidente traumatico talmente grave da costringere i dottori ad indurre il coma farmacologico è quasi un miracolo. Filippo Baroncini ripercorre i momenti dell’incidente in Polonia All’inizio di agosto, nella terza tappa del Giro di Polonia 2025, il corridore della UAE Team Emirates XRG è rimasto vittima di un terribile incidente: si è schiantato contro un muro, dopo aver perso il controllo della bici in discesa. L’impatto gli ha causato danni gravissimi, soprattutto al volto, costringendo i medici a indurlo in coma farmacologico, condizione in cui e è rimasto per diverso tempo
Il traumatico ricordo dell’incidente: “Ricordo ancora ogni dettaglio dell’incidente. In un tratto di discesa pericoloso, c’era molta ghiaia in una curva. Ho perso il controllo della bici e, sfortunatamente, sono caduto proprio lì”, ha dichiarato a Sporza.
I dettagli di un pomeriggio da incubo: “Sono rimasto sdraiato per 45 minuti in un’ambulanza ferma. Incredibile, se si pensa alle condizioni in cui mi trovavo”. Le sue condizioni erano infatti molto gravi, aveva la mascella rotta, il naso fratturato ed ha persino rischiato di perdere la vista, possibilità scongiurata, a suo dire, dagli occhiali che indossava. “Indossavo occhiali da sole e questo mi ha causato la frattura del naso ma quegli stessi occhiali mi hanno salvato gli occhi. Bastavano pochi millimetri e sarei rimasto cieco“.
Il risveglio dopo il coma farmacologico e l’operazione: “Mio padre e mio fratello sono venuti in Polonia per vedermi dormire in un letto d’ospedale per giorni. In seguito, ho saputo quanto sia stato difficile per loro quel periodo. Se avessi potuto dire a mio padre prima del coma che stavo bene, l’avrei fatto. Ma non ero in grado di farlo. Quando mi sono svegliato dopo due settimane, mi sono reso conto che era ancora un miracolo essere vivo e poter vedere”.
Il ritorno agli allenamenti con la squadra: “Naturalmente soffro più degli altri perché le mie condizioni sono ancora lontane dall’essere buone. Ma so che devo essere paziente. Di recente ho iniziato a parlare con uno psicologo per poter dimenticare tutta questa esperienza. Perché, se continuo a pensare a quell’incidente, non riuscirò a dare il meglio. Il mio grande sogno è la Milano-Sanremo”.
