Atletica
Fausto Desalu si racconta: “Dopo una batosta smisi di fare il gradasso. Il mio destino era di vincere le Olimpiadi”
Fausto Desalu è stato ospite dell’ultima puntata di OA Focus, trasmissione del canale YouTube di OA Sport. Il velocista lombardo si trova attualmente in raduno a Valencia vi rimarrà fino al 20 dicembre, poi andrà in Sudafrica dal 1° al 23 gennaio per preparare la nuova stagione: “Nel 2014 ho fatto la mia prima Nazionale agli Europei di Zurigo, poi nel 2015 ho incominciato a viaggiare con i primi raduni in Florida, Sudafrica, Canarie, sono stato quasi in tutte le piste al caldo. In Sudafrica ci sono le migliori piste per allenarsi nelle migliori condizioni. Io sto in appartamento, so quello che mangio, vado a fare la spesa: mi sarebbe piaciuto stare in albergo, ma ci sono tante cose condite e speziate, quando hai una dieta da inseguire devi impegnarti ad andare ai fornelli. Ormai sono uno chef stellato nel cucinare riso-tonno, pasta-tonno, riso-uova, pasta col sughetto pronto“.
Il Campione Olimpico di Tokyo 2020 nella 4×100 è tornato sull’apoteosi a cinque cerchi: “Non sono ancora riuscito a realizzare bene quello che abbiamo fatto il 6 agosto 2021, forse ci riuscirà tra 10-15 anni. Lì per lì è stata una bella emozione, ma è come se dentro di me l’avessi già vista. Quando ho dato il testimone a Filippo e lui ha tagliato il traguardo è come se sapessi che avevamo vinto, l’unica pecca è che non c’era il pubblico. Non pensavo che avremmo avuto un risalto così grande, ancora adesso quando ci penso mi chiedo come sia possibile. Questo è il coronamento di un sogno, fin da quando avevo 14 anni l’obiettivo era quello. Non mi sono però seduto, ho altri obiettivi come partecipare alla quarta Olimpiadi, ma ogni volta che riguardo quella gara e la medaglia dico che ce l’ho fatta. Ti rimane anche il viaggio, la crescita interiore, quello che impari, gli amici: è stato un bel viaggio e non è ancora finito“.
Il 31enne ha svelato i prossimi obiettivi: “La mattina dopo ripensi a un altro obiettivo: a Rio 51mo (sui 200 metri, n.d.r.), a Tokyo 16mo, a Parigi nono, per sei centesimi ho mancato la finale. A Los Angeles l’obiettivo è andare in finale e scendere sotto i venti secondi: è difficile, ma è possibile. Penso che sia più facile scendere sotto i venti secondi che vincere una medaglia olimpica“. L’azzurro ha poi tracciato un bilancio sull’ultima stagione: “Il 2025 è stato un anno dove sono stato costante, ho 31 anni e questo la dice lunga su come mi sono tenuto in carriera. Durante gli anni ho acquisito sempre più esperienza e finalmente ho trovato la mia strategia giusta, ho capito come correre rilassato e come essere rilassato la sera prima della gara. Ho fatto una stagione molto costante, ho iniziato a studiare psicologia e la sera prima delle gare avevo una distrazione. Ai Mondiali avevo grandi aspettative, non di battere Lyles e fare il fenomeno, ma rifare i tempi fatti in stagione, ma probabilmente c’è stato qualcosa che non è andato. Questa è stata la stagione più costante della mia carriera e non posso che essere soddisfatto. I Mondiali erano l’obiettivo e non lo nascondo, ma questi black-out fanno parte dello sport. So che posso arrivare a Los Angeles e ci provo senza paura di niente, ogni volta che vado in pista ci metto tutto me stesso”.
Il secondo italiano più veloce di sempre sul mezzo giro di pista si è soffermato anche sul suo rendimento sui 100 metri: “Sui 100 metri faccio più fatica perché ho i tempi di reazione di un opossum morto e faccio fatica a ingranare, sui 200 metri sono più a mio agio visto che il lanciato è il mio forte. A 16 anni c’è stato un episodio spiacevole: ai Campionati Italiani Indoor ero stato squalificato per una partenza falsa che poi abbiano scoperto non fosse falsa e mi è rimasto un po’ il trauma. I 100 metri non sono la mia gara, li vivo come se stessi facendo un allenamento e sono più rilassato: appena senti lo sparo parti, via e come arrivi arrivi. Quest’anno il mio migliore è stato 10.25 e ho un personale di 10.21, sono state costante e riprenderemo a farli, so che posso valere un 10.15-10.16, che non è male per un duecentista”.
Fausto Desalu è ritornato anche sui suoi inizi di carriera: “Ho iniziato a Casalmaggiore, ho incominciato a fare i campionati provinciali a Cremona, poi la prima batosta ai campionati regionali ad Alzano Lombardo: ero convintissimo di vincere e sono arrivato ultimo in finale, da lì ho smesso di fare lo sbruffone e il gradasso, è stata una lezione importante che mi ha permesso di arrivare a oggi. La prima svolta è arrivata nel 2008, ai campionati cadetti allo Stadio Olimpico, facevo i 100 ostacoli: quel giorno mi sono detto che era il mio destino, che avrei fatto l’atleta e che avrei vinto le Olimpiadi. L’ho messa un po’ a film, ma è andata così. Nel cuore tengo mia mamma, che mi ha cresciuto da sola facendomi da mamma e da padre, e i miei nonni adottivi: mio nonno Roberto mi ha trasmesso la passione per il Milan, mia nonna Rita è stata fondamentale perché era sempre lì, ogni settimana parlava con i professori, chiedeva alla prof di matematica di essere più clemente. Ci sono stati più bassi che alti, ma tutto mi è servito per arrivare a dove sono arrivato adesso“.
Il nostro portacolori ha poi proseguito: “Di fianco a chi vorrei correre se avessi la macchina del tempo? Usain Bolt. Mi piacerebbe molto correre con Jesse Owens. Il mio idolo è Andrew Howe, ma con lui qualche gara l’ho fatta“. E su Lorenzo Bilotti, frenatore di bob: “Conosco Bilotti dal 2010-2011 e per molti anni è stato un mio rivale sui 100 metri. Mi è dispiaciuto che abbia dovuto mollare l’atletica, è un personaggio simpaticissimo, sapeva tenere banco ed è un personaggio. Sono molto contento dei risultati che sta ottenendo, il terzo posto in Coppa del Mondo dice tanto: io mi taccio e non dico niente, ma farò il tifo per lui, forse è quello che se lo merita di più. Riuscirò a essere a Cortina? Proverò a fare un tentativo, vorrei vedere Lorenzo, dal vivo non l’ho mai visto”.
Un passaggio ulteriore su Los Angeles 2028: “Sono una persona che concede tanto al recupero, mi piace tantissimo dormire e dare al mio corpo il tempo giusto per recuperare. Se continuo così a Los Angeles ci arrivo bene, dobbiamo lavorare sulla velocità: sono molto resistente e ho un bel lanciato, ma mi manca quella velocità di base per essere sotto i venti secondi. Deve esserci sempre la motivazione, che parte dalla testa e non te la insegna nessuno, non la vai comprare in negozio. Il cervello è come un muscolo e devi tenerlo allenato, devi avere un perché forte. Esserci è l’obiettivo minimo, poi una volta che sei lì… Tu devi dare il meglio di te sempre, per battere te stesso“.
Chi è Fausto Desalu fuori dalla pista? “Sono un ragazzo normale, mi piace guardare serie tv e anime, uscire con gli amici e andare al cinema. Suonavo la batteria, ora la suono due volte a settimana quando va bene“.
