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Nicolò Bulega alla vigilia del debutto in MotoGP: “Non ho un obiettivo, non devo dimostrare nulla”

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Nicolò Bulega
Bulega / Ducati comunicato Stampa

Nicolò Bulega sarà uno degli osservati speciali nel weekend di Portimao, sede della penultima tappa stagionale del Motomondiale 2025. Il pilota emiliano, due volte vice-campione del mondo in Superbike, potrà infatti sostituire l’infortunato Marc Marquez nel team ufficiale Ducati per gli ultimi due Gran Premi dell’anno facendo il suo debutto assoluto in MotoGP.

Non sono nervoso perché questo fine settimana non devo dimostrare nulla. Devo solo godermi questa opportunità e cercare di capire molte cose diverse rispetto alla Superbike. Non volevo fare le cose in maniera affrettata, perché in MotoGP si rischia solo di fare peggio. C’era la possibilità di andare anche in Malesia, ma sarebbe stata una cosa un po’ così. Il mio obiettivo, e poi è stato così, era di chiedere alla Ducati se almeno mi potesse far provare la moto prima“, dichiara l’azzurro nel corso del media day in Portogallo.

Abbiamo fatto un test a Jerez la settimana scorsa, ma purtroppo il primo giorno ha diluviato tutto la giornata e lì l’asfalto ci mette sempre molto ad asciugarsi. Infatti, il giorno dopo ha girato Pirro fino alla 15, poi io ho fatto dalle 15 alle 17, almeno per capire da che parte montare sulla moto. Diciamo che non è stato un vero test, è stato più un assaggino, ma è meglio che niente. Sicuramente questo weekend sarà difficile, anche perché questa pista è tosta, con tutti questi saliscendi che sembrano delle montagne russe, non è proprio più facile per debuttare, ma va bene. Onestamente non ho un obiettivo. Il mio obiettivo è semplicemente cercare di capire la moto, sessione dopo sessione, e capire cosa devo fare di diverso rispetto alla Superbike“, racconta Bulega.

Sulle differenze tra le due moto: Va più veloce della Superbike, frena di più. Gli abbassatori sono un po’ complicati, perché per me non sono un automatismo, quindi ci devo un po’ pensare. Le gomme poi sono molto diverse rispetto a quelle della Superbike. Tante piccole cose messe insieme, che poi fanno una montagna. Quando guido, in frenata devo pensare che con il disco in carbonio non posso frenare uguale, che in uscita devo attivare l’abbassatore, che le gomme si muovono un po’ di più quando sono in piega, che la moto va più forte nel rettilineo e che bisogna togliere l’abbassatore, altrimenti rimani basso quando freni. Non è proprio la cosa più facile, poi qui a Portimao è ancora più difficile“.

Sono molto contento di avere Pecco come compagno. Ieri gli ho fatto una testa così, gli ho chiesto 200mila cose! Però un conto è la teoria, poi quando sali e le devi fare non è proprio la stessa cosa. Però sono contento di averlo qui, perché quando eravamo piccoli eravamo molto legati. Poi quando io sono uscito dall’Academy ci siamo un po’ persi, ma recentemente ci siamo riavvicinati. Sono contento quindi che ci sia lui, perché so che posso chiedergli qualsiasi cosa se ho bisogno“, aggiunge il 26enne italiano.

Sulla possibilità di un futuro in MotoGP: “Quando sono andato in Supersport la mia idea era quella di diventare un pilota top della Superbike e pensavo che ci sarebbe voluto del tempo. Però, l’anno scorso, ho vinto alla prima gara in SBK ed ho lottato per il campionato fino all’ultima gara. Anche quest’anno ho lottato fino all’ultima gara con Razgatlioglu, quindi sono state due stagioni incredibili per essere i miei primi due anni in SBK. Quindi, quando ho visto che Toprak sarebbe andato in MotoGP e che nel 2027 ci saranno le Pirelli, ho pensato: ‘Io qui sto lottando con Toprak e lui va in MotoGP’, ed è cambiata la mia idea. Mi piacerebbe nel 2027, quando le moto saranno un po’ più facili e un po’ più simili alla Superbike“.