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MotoGP

Marco Bezzecchi soddisfatto dopo i test: “Aprilia ha fatto un lavoro atomico, abbiamo anche altre cartucce in serbo”

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Marco Bezzecchi / Valerio Origo

Marco Bezzecchi è sicuramente il pilota che ha concluso nel migliore dei modi la stagione in MotoGP. Il pilota romagnolo, infatti, non solo ha vinto le due ultime gare del campionato, tre nel complesso, ma ha saputo prendere per mano la Aprilia vista l’assenza di Jorge Martin. Anche nel corso dei test di ieri, con le moto nella prima versione 2026, i segnali positivi non sono mancati.

La Casa di Noale, inoltre, ha spinto parecchio sull’acceleratore con una aerodinamica riveduta e corretta fino ad arrivare al codone che ha presentato diverse specifiche. Guardando al cronometro per il “Bezz” si parla di secondo posto sulla pista di Valencia. Una ulteriore conferma dell’ottimo lavoro svolto dalla scuderia italiana.

A mente fredda Marco Bezzecchi ha analizzato quanto visto in pista:E’ stata una giornata positiva, anche se abbiamo avuto poco tempo, perché alla mattina c’è stata la pista bagnata e poi alla sera c’era freddo, quindi ci siamo fermati prima e alla fine abbiamo avuto a disposizione soltanto tre ore. Abbiamo provato un po’ di cose e, come sempre, è un mix di sensazioni nei test, con qualche cosa più positiva ed altre più dubbie/negative, ma come è normale che sia. Dunque, dobbiamo attendere di fare un po’ di analisi dati e riprovare tutto a Sepang. Credo che non siamo arrivati alla metà del programma che avevamo preparato. Non mi preoccupa, ma mi rimane la curiosità di cosa avrei potuto sentire provando certe cose. Però è anche una cosa buona, perché vuol dire che abbiamo ancora un po’ di cartucce da sparare. Però è troppo presto per dare delle sentenze”. 

Tante novità sulla moto, ma occorreranno i test invernali per avere un quadro più chiaro della situazione: “Quella di Valencia non è una pista sulla quale l’aerodinamica lavora tanto, perché ci sono solo due punti in cui si va forte. È anche per quello che le sensazioni sono un po’ un mix, proprio perché è difficile capire. Il lavoro dell’Aprilia però è stato atomico, perché ci hanno portato tante cose interessanti. Abbiamo provato anche diverse cose che non si vedevano e anche lì è stato un po’ un mix, ma essere riusciti a provarle è stato comunque molto importante”.

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