Short Track
Short Track. Spechenhauser, Nadalini e Cassinelli. C’è un’Italia maschile alle spalle (non nell’ombra) di Sighel
La squadra maschile italiana di short-track è in tutto e per tutto capitanata da Pietro Sighel, ma non si limita certo al talentuoso figlio d’arte trentino. Si parla indubbiamente dell’atleta più in vista e agonisticamente più dotato, che però non è l’unica carta sulla quale puntare in ottica World Tour e Milano Cortina 2026. Ci sono altri pattinatori dei quali si può parlare bene ed è bene parlare.
Su tutti, Luca Spechenhauser. Valtellinese classe 2000, ha già saputo fregiarsi di una medaglia iridata sui 1.000 metri (bronzo a Rotterdam, nel 2024). Dedito alla distanza intermedia (il chilometro, appunto) e a quella più lunga (i 1.500), il lombardo ha un potenziale non ancora pienamente sviluppato. Oltre a essere uno staffettista pressoché imprescindibile, potrà aver modo di emergere anche a livello individuale nelle giuste condizioni.
In termini di potenziale, occhio anche a Thomas Nadalini. Trentino, venuto al mondo nel 2002, sul ghiaccio non ha alcun timore reverenziale. Irruente, spavaldo e talvolta avventato, caratteristiche che lo pongono ad alto rischio di cadute, ma sono indispensabili per eccellere in una disciplina in cui si gareggia con il coltello tra i denti come lo short-track. Lui, come un pirata, quell’ipotetico pugnale lo tiene sempre pronto. Prima o poi farà il botto. Con lui bisognerà avere tanta pazienza e comprensione, ma si merita fiducia.
Va rimarcato il recupero di Andrea Cassinelli, classe 1993 e pertanto appartenente a una generazione differente rispetto ai due già citati. Sarebbe superfluo ritornare sulle vicissitudini che hanno coinvolto il trentaduenne piemontese, il cui rientro può rappresentare un valore aggiunto nell’ottica della staffetta (soprattutto monosesso). Ha già due medaglie olimpiche made-in-China al collo. Aggiungerne un’altra made-in-Italy sarebbe il coronamento di una carriera.
A una generazione diversa, ma in senso opposto, appartengono invece Alessandro Loreggia (2004) e Lorenzo Previtali (2005). Per loro, Milano Cortina 2026 arriva in un certo senso “troppo presto”. Non è affatto escluso possano essere della partita, ma la loro prospettiva è focalizzata sulle Alpi Francesi 2030. L’edizione di casa potrebbe rappresentare il più proverbiale dei bonus.
