Nuoto
Nuoto, adesso Kos fa davvero paura a Ceccon: record del mondo anche nei 100 dorso
Una giornata storica per il nuoto mondiale, quella conclusiva della tappa di Toronto della Coppa del Mondo in vasca corta, dove sono caduti ben sei record del mondo e un primato italiano grazie a Thomas Ceccon. L’ultimo appuntamento del circuito si è trasformato in uno show di altissimo livello tecnico, con tempi che resteranno a lungo nella memoria e che proiettano già verso la stagione olimpica del 2026.
Protagonista assoluto l’ungherese Hubert Kos, che nei 100 dorso ha riscritto la storia fermando il cronometro a 48”16, nuovo record mondiale e prestazione che lancia un messaggio diretto al campione iridato Thomas Ceccon. Il magiaro, già oro ai Mondiali, ha impressionato per esplosività, precisione nelle virate e continuità di ritmo, dimostrando di essere oggi il rivale più temibile per l’azzurro anche in vasca corta. Ceccon, dal canto suo, ha risposto con il nuovo record italiano nei 200 stile libero (1’41”60), chiudendo al quarto posto in una gara non sua ma interpretata con grande coraggio e brillantezza.
A completare la giornata trionfale per la Coppa del Mondo sono arrivati i record mondiali di Lani Pallister (7’54”00 negli 800 stile libero), Gretchen Walsh (53”10 nei 100 farfalla), Kaylee McKeown (1’57”33 nei 200 dorso), Caspar Corbeau (1’59”52 nei 200 rana) e Kate Douglass (49”93 nei 100 stile libero), che diventa la prima donna sotto i 50 secondi. In questo contesto di eccellenza, l’Italia ha festeggiato anche il terzo posto di Alberto Razzetti nei 400 misti (4’01”33), un podio costruito con intelligenza e solidità che conferma la sua crescita costante.
Hubert Kos accende la World Cup di Westmont e lancia un messaggio chiaro a Thomas Ceccon in vista della prossima stagione. L’ungherese, già campione del mondo, ha nuotato uno straordinario 48”16 nei 100 dorso, nuovo record del mondo che cancella il 48”33 di Coleman Stewart del 2021. Un tempo mostruoso, costruito su una partenza esplosiva (11”18 ai 25 metri) e un passaggio ai 50 in 23”07, da puro velocista. Per Ceccon, dominatore mondiale della distanza in vasca lunga, si tratta di un segnale forte: Kos conferma di essere ormai il principale rivale anche in corta, capace di abbinare tecnica, frequenza e una virata devastante. Alle sue spalle, il polacco Kacper Stokowski ha chiuso secondo in 49”41, precedendo l’estone Ralf Tribuntsov (49”92).
Sesto posto per l’italiano Lorenzo Mora in 50”18, autore di una buona prova ma lontano dal ritmo del magiaro. La stagione indoor si apre così con una scossa: Kos sale in cattedra e mette pressione al fuoriclasse azzurro, promettendo un 2026 di grandi duelli nel dorso mondiale.
La “risposta” di Thomas Ceccon è arrivata nei 200 stile libero, gara nella quale ogni tanto il veneto si cimenta e che oggi ha scelto come sfida principale. L’azzurro, infatti chiude al quarto posto in 1’41”60, nuovo record italiano in vasca corta, in una gara che non è la sua specialità ma che conferma la sua straordinaria versatilità. Partito forte (23”63 ai 50 metri), Ceccon ha mantenuto un ritmo altissimo nella prima metà di gara, transitando in 49”70 ai 100. Nella seconda parte ha mostrato carattere e resistenza, riuscendo a rimontare nel finale fino al quarto posto con un ultimo 25 da 12”39, segno di una condizione in crescita e di una tenuta mentale sempre più matura.
La vittoria è andata all’americano Chris Guiliano (1’40”39), protagonista di una condotta impeccabile, davanti all’australiano Maximillian Giuliani (1’41”40) e al britannico Matthew Richards (1’41”91). Ceccon resta così ai piedi del podio ma conquista un primato di grande valore, in una distanza che affronta raramente, e soprattutto trova nuove conferme della sua completezza tecnica in vista della prossima stagione internazionale.
L’unico podio di giornata per l’Italia, arriva grazie a un convincente Alberto Razzetti, terzo nei 400 misti con il tempo di 4’01”33, alle spalle degli statunitensi Shaine Casas e Carson Foster. L’azzurro conferma la propria crescita costante, costruendo la gara con intelligenza: equilibrato nei primi due parziali, ha poi accelerato nella frazione a rana e chiuso con una bella progressione nello stile libero, difendendo il podio con autorevolezza.
Davanti a tutti, Casas ha offerto una prova stellare, nuotando in 3’56”13, miglior tempo mondiale stagionale e primato della World Cup. L’americano ha dominato dal primo metro, con un passaggio ai 200 in 1’53”25 e un ultimo 100 irresistibile, confermandosi l’uomo da battere nella specialità. Buona anche la prova dell’altro azzurro Massimiliano Matteazzi, ottavo ex aequo in 4’11”50: l’azzurro ha nuotato in linea con il proprio standard, mostrando solidità ma pagando qualcosa nel terzo parziale.
Trionfo storico per Lani Pallister nei 800 stile libero della World Cup 2025 di Toronto. L’australiana ha vinto con uno straordinario 7’54”00, nuovo record del mondo che cancella il 7’57”42 di Katie Ledecky del 2022. Una gara perfetta, condotta in solitaria fin dalle prime vasche, con un passaggio ai 400 metri in 3’54”16 e una seconda parte controllata con grande lucidità fino all’arrivo.
Dietro di lei, la neozelandese Erika Fairweather ha chiuso in 8’09”69, confermando il suo valore internazionale, mentre la connazionale Caitlin Deans ha conquistato il terzo posto in 8’11”76. Quarta Mary-Sophie Harvey (8’15”52), quinta l’altra australiana Molly Walker (8’21”86).
Pallister, 23 anni, conferma la sua crescita esponenziale nel mezzofondo, unendo forza e continuità a una gestione impeccabile del ritmo. Il nuovo primato mondiale la consacra come la principale erede di Ledecky e segna una tappa memorabile per il nuoto australiano.
Il secondo record mondiale, in ordine cronologico, di giornata porta la firma di Gretchen Walsh nei 100 farfalla. L’americana ha sbaragliato la concorrenza fermando il cronometro su 53”10, tempo che migliora il suo record e conferma la leadership mondiale nella specialità. Dopo una partenza fulminea (11”21 ai 25 metri, 24”49 a metà gara), Walsh ha mantenuto un ritmo insostenibile per le rivali, chiudendo con ampio margine e tecnica impeccabile, soprattutto nelle subacquee.
Alle sue spalle, l’australiana Alexandria Perkins ha conquistato il secondo posto in 55”11, staccando di oltre due secondi la belga Roos Vanotterdijk, terza in 56”16. Quarta l’altra australiana Brittany Castelluzzo (56”74), mentre la finlandese Laura Lahtinen ha completato la top five con 56”81. La canadese Mary-Sophie Harvey, dopo l’impegno negli 800 stile libero, ha chiuso sesta in 57”30, davanti alla francese Marie Wattel e alla neozelandese Hazel Ouwehand. Per Walsh, 21 anni, un’altra prova di forza che conferma la sua straordinaria versatilità.
Il record del mondo numero 3 della serata è arrivato nei 200 dorso femminili, con l’australiana Kaylee McKeown che firma il nuovo prtimato in 1’57”33, cancellando il precedente limite che già le apparteneva. L’australiana ha condotto una gara perfetta, gestendo con intelligenza la sfida con l’americana Regan Smith, seconda in 1’57”86, nuovo primato americano. Smith è partita più veloce (27”79 ai 50 metri) ma McKeown ha reagito con grande autorità nella seconda parte di gara, sorpassando ai 125 metri e incrementando il vantaggio con un’ultima vasca da 14”68. Sul podio anche Phoebe Bacon (2’00”80), terza e distante, ma comunque solida.
Ai piedi del podio la canadese Ingrid Wilm (2’02”99) e la bielorussa Anastasiya Shkurdai (2’03”03). Completano la finale Madison Kryger, Hannah Fredericks e Rhyan White, tutte oltre i 2’03”. McKeown, ancora una volta, dimostra di essere la regina del dorso mondiale, unendo eleganza tecnica e potenza ineguagliabile al momento.
Il quarto sigillo mondiale di questa tappa è firmato da Caspar Corbeau. L’olandese ha nuotato un eccezionale 1’59”52 nei 200 rana, primo uomo a scendere sotto il muro dei due minuti in questa distanza in vasca corta, riscrivendo la storia della specialità. Corbeau ha imposto il ritmo sin dall’avvio (26”66 ai 50 metri), costruendo un vantaggio crescente con passaggi perfetti e una progressione di grande efficienza tecnica. La seconda parte di gara, nuotata con precisione chirurgica, lo ha portato a toccare con oltre due secondi di margine sul giapponese Shin Ohashi (2’02”03), autore comunque del nuovo world junior record, e su Yamato Fukasawa (2’03”82) che completa un podio dominato dal Giappone.
Più indietro nomi illustri come Ippei Watanabe e Adam Peaty, mai realmente in corsa per il successo. Corbeau entra così di diritto nella leggenda della rana mondiale, regalando al mosaico alla notte di Toronto un altro prezioso tassello.
Kate Douglass continua la sua straordinaria ascesa e si conferma inarrestabile: a una sola settimana di distanza dal record del mondo siglato a Westmont, l’americana ha migliorato ancora il primato mondiale dei 100 stile libero, fermando il cronometro su 49”93. È la prima donna della storia a scendere sotto i 50 secondi in vasca corta, un risultato che la consacra definitivamente come la sprinter più completa e dominante del momento.
Partenza fulminea (11”31 ai 25 metri) e passaggio a metà gara in 23”93, poi un secondo 50 da manuale, chiuso con grande lucidità e potenza (36”97). Douglass ha tenuto a distanza l’australiana Mollie O’Callaghan (50”82), che pure ha nuotato vicino al proprio limite, e l’olandese Marrit Steenbergen (51”10), in costante crescita. La canadese Taylor Ruck si è fermata ai piedi del podio (51”69), mentre le altre finaliste hanno accusato il ritmo forsennato imposto dalla statunitense.
Spettacolo puro anche nei 50 farfalla maschili della World Cup di Toronto, dove il canadese Ilya Kharun ha conquistato la vittoria davanti al pubblico di casa con un eccellente 21”80. Partenza potente e subacquee perfette hanno permesso al giovane talento di battere di un soffio lo svizzero Noè Ponti, secondo in 21”81, in una delle gare più combattute della rassegna.
Terzo gradino del podio per un altro canadese, Josh Liendo, che ha chiuso in 21”91, completando una prestazione corale di altissimo livello per la squadra di casa. Subito fuori dal podio lo specialista di Singapore Tzen Wei Teong (21”93), autore di un avvio bruciante con il miglior tempo di reazione (0”58). Più distanti gli altri finalisti: Finn Brooks (22”45) e Dylan Carter (22”54) hanno lottato per le posizioni di rincalzo, mentre Matthew Richards e Luke Barr hanno chiuso in 22”73 e 22”88.
Gara meno spettacolare rispetto ad altre finali della tappa di World Cup di Toronto, i 50 rana femminili hanno comunque offerto spunti interessanti, pur su un livello complessivo inferiore rispetto agli altri eventi in programma. La vittoria è andata alla belga Florine Gaspard, che ha confermato la propria solidità nei 50 metri con un crono di 29”48, frutto di un ottimo avvio (13”45 ai 25 metri) e di una progressione regolare. Alle sue spalle, la sempre affidabile irlandese Mona McSharry ha chiuso seconda in 29”58, mentre la giapponese Satomi Suzuki, veterana della specialità, ha completato il podio in 29”90.
Più staccate le altre: la canadese Alexanne Lepage quarta in 30”00, seguita da Sophie Angus e Skyler Smith, entrambe poco oltre i 30”10. Pur mancando acuti di rilievo, la gara ha mostrato una discreta compattezza del gruppo e una notevole omogeneità nei tempi, ma senza prestazioni da primissimo piano internazionale.
Negli 200 misti femminili di Toronto, la statunitense Alex Walsh torna al successo con una prova solida e ben costruita, chiudendo in 2’04”01, tempo di altissimo livello internazionale. Dopo una partenza prudente, Walsh ha preso il comando già nella frazione a dorso e non lo ha più lasciato, gestendo con esperienza i passaggi centrali e controllando il finale con una buona tenuta nello stile libero. Alle sue spalle si conferma in grande crescita l’irlandese Ellen Walshe, seconda in 2’04”75, capace di rimontare posizioni con un’ottima frazione a rana e un ultimo 50 esplosivo. Terzo posto per la britannica Abbie Wood (2’05”33), regolare in tutte le frazioni ma mai davvero in grado di impensierire la statunitense.
Gara molto equilibrata fino ai 150 metri, poi Walsh ha imposto la propria classe, segnando il miglior tempo stagionale e confermando il predominio americano anche nei misti. Bene anche la belga Roos Vanotterdijk e la sudafricana Rebecca Meder, appaiate ai piedi del podio con lo stesso crono di 2’05”8.
