Atletica
Larissa Iapichino, dopo Tokyo nessun dubbio: “Sto bene, e con mio padre nessun problema. Al Mondiale ero in forma!”
Nei giorni successivi all’eliminazione nelle qualificazioni del lungo ai Mondiali di Tokyo, Larissa Iapichino si è trovata al centro di un dibattito che ha travalicato la semplice analisi tecnica. Non è stata solo la mancata finale a far discutere, ma soprattutto quelle frasi pronunciate dal padre-allenatore Gianni Iapichino, percepite dai microfoni ambientali e subito interpretate da molti come il segnale di un rapporto incrinato. Una lettura che ha generato titoli e commenti, fino a mettere in dubbio la serenità dell’atleta e persino la prosecuzione della collaborazione tecnica.
Larissa, però, ha scelto di intervenire direttamente, affidando le proprie parole a un’intervista concessa a Repubblica che ha il valore di una smentita netta a ogni illazione. «Povero babbo, lo faranno santo», ha detto sorridendo, spegnendo in poche sillabe le accuse di eccessiva durezza nei confronti del padre. Non solo: la 23enne fiorentina ha ribadito con chiarezza che Gianni resterà il suo allenatore anche in futuro. «Assolutamente sì. Non capisco come siano nate queste illazioni: se dovessi fare una scelta di questo tipo sarei la prima a dirlo».
L’episodio incriminato, per Larissa, non ha avuto nulla di traumatico: «È chiaro che per comunicare tra allenatore e atleta in un contesto come un Mondiale, con il rumore e la tensione, si debba alzare la voce. Io stessa urlo senza essere arrabbiata. Non sono stata turbata, afflitta o destabilizzata. Se ci fosse questo rischio interverrei subito per eliminarlo. Ringrazio chi si è preoccupato, ma stia sereno».
Anche sul piano tecnico la saltatrice non si è sottratta all’autocritica. Ha confermato che la frase di Gianni – «Non stai correndo, stai zoppicando» – corrispondeva al vero: «A parte il primo salto disturbato da un passaggio davanti al mio campo visivo, le mie rincorse erano davvero zoppicanti, senza alcun motivo fisico. Non avevo dolore, ero arrivata in forma, pronta. Era importante che mio padre me lo dicesse».
Le polemiche sulla condizione fisica esplose dopo l’eliminazione vengono archiviate con la stessa fermezza: «Ero molto serena, ho dormito normalmente, non ero infortunata e la preparazione era stata ottima. È successo, ma penso che dalla prossima qualificazione non zoppicherò mai più».
Infine, Larissa Iapichino rivendica il valore di un rapporto tecnico e personale che per lei è una risorsa, non un peso, anche rispetto alle parole della campionessa iridata Tara Davis-Woodhall sul rischio della pressione nei legami padre-figlia: «Ognuno è diverso. Lei ha la sua relazione con il padre, io ho la mia. Ho bisogno di un certo tipo di stimoli e sono io stessa a chiederli».
Ora lo sguardo è rivolto al futuro, con la capacità di trasformare una delusione in energia nuova: «Riparto dai Mondiali indoor di Torun tra sei mesi, dall’oro europeo indoor che mi mancava, dal secondo diamante vinto, dai 7,06 metri che migliorerò. A Tokyo volevamo fare bene, ma la migliore Larissa di sempre si è vista e la lezione più importante è che con il mio allenatore abbiamo lavorato proprio bene».
