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Atletica

Virginia Troiani: “Con la 4×400 puntiamo a più che a un ingresso in finale. Con l’Olanda di Bol ce la giochiamo”

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Virginia Troiani
Troiani Maraviglia / FIDAL Lombardia

Virginia Troiani si sta rendendo protagonista di una buona stagione, ha firmato il proprio personale lo scorso 21 giugno (51.06 a Ginevra) ed è una carta di assoluto rilievo per la staffetta 4×400, anche in vista dei Mondiali che si disputeranno tra cinque settimane. La lombarda del CUS Pro Patria Milano è stata ospite di OA Focus, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, ha spiegato il motivo per cui non appartiene a nessun gruppo militare: “Ho avuto una carriera molto graduale, agli Europei Under 20 ho vinto l’argento con la 4×400 con l’allora record italiano, ma i miei risultati erano sempre tra la terza e la quarta di categoria, non ho fatto l’exploit che spesso porta all’arruolamento degli atleti più giovani. Ho raggiunto la mia maturità negli ultimi anni e non averlo fatto a inizio carriera mi ha un po’ precluso questa possibilità”.

L’azzurra è tornata agli inizi della sua carriera: “Ho incominciato alle scuole medie, tra la prima e la seconda media, con le gare della scuola. Mi è sempre piaciuta l’atletica, ma quando ero alle elementari non c’era un impianto a Busto Arsizio. Lo hanno fatto quando stavo finendo le elementari, io facevo karate e mi dispiaceva lasciare. Con le prime campestri a scuola non ho più resistito, ho lasciato il karate e sono passata all’atletica. Da cadetta ho fatto un po’ di tutto, ho iniziato con la moglie del mio attuale allenatore, poi sono subito passata con Vittorio Ravaglia e mi alleno con loro da 16-17 anni. La loro visione è che da piccoli bisogna provare un po’ di tutto per capire la propria strada, ho fatto di tutto e poi da allieva Vittorio mi ha detto che sono una quattrocentista, lo ha detto anche alle mie sorelle gemelle, anche se Serena ora fa gli 800“.

La 29enne ha conquistato il bronzo sui 400 metri e l’oro con la 4×400 ai Giochi del Mediterraneo nel 2022:Fu un po’ una sorpresa perché venivo da un 2021 non facile, anche se ero scesa sotto i 53” per la prima volta in carriera e si era concluso senza la convocazione per le Olimpiadi. Ero ripartita da zero, senza aspettative e con la voglia di migliorarmi per me stessa. A inizio stagione non pensavo di andare ai Giochi del Mediterraneo e vincere due medaglie: è stato bello perché è stato un riconoscimento per il lavoro fatto. Ho sempre avuto un debole per la staffetta, vedere arrivare Giancarla Trevisan per prima e rendermi conto che avevo vinto il primo oro internazionale con la staffetta è stata una grande emozione. Dopo la mancata convocazione per Tokyo ho dovuto prendere un periodo di stacco, se andavo in pista sembrava che non sapevo correre. L’ho vissuta male a livello psicologico, ho dovuto resettare e capire per cosa lo facevo. Ho rimodellato il focus e ho capito che scendevo in pista perché mi piace, mi piace la fatica e quello doveva essere il focus per cui correre, indipendentemente dalla convocazione. Così ho ripreso la sicurezza e la voglia, su cui ho impostato il 2022“.

Virginia Troiani ha poi proseguito, raccontando i due anni successivi:Nel 2023 venivo dai grandi risultati del 2022, con anche la finale mondiale della 4×400, ma ho avuto un po’ di infortuni che mi hanno un po’ frenato, due piccole lesioni ai bicipiti femorali: sono il mio punto debole e ne ha risentito tutta la stagione. Ho riguadagnato la forma all’ultimo per i Mondiali di Budapest, ma ero riserva. Quell’anno avevo avuto il sostegno da parte della Federazione, ma non correre comportava la perdita di quel sostegno. Il 2024 ha risentito un po’ di quella cosa, il sostegno stava venendo meno, c’era l’obiettivo delle Olimpiadi che erano saltate a Tokyo. In allenamento andavo forte, in gara no, non c’è stato il picco che sarei riuscita a esprimere se fossi stata più libera mentalmente. Lo scorso anno abbiamo avuto lo stop forzato di 40 giorni tra Assoluti e Olimpiadi, io ero al top della forma: in quaranta giorni possono cambiare tante cose nello stato di forma di un quattrocentista, non ci sono state motivazioni valide per lo stop e l’ho vissuta come un’imposizione ingiusta“.

La stagione in corso è iniziata bene e ora si pensa ai Mondiali, che si disputeranno a Tokyo dal 13 al 21 settembre: “Già dalle World Relays abbiamo messo i primi tasselli: nonostante tutte fossimo in carico si erano già viste cose tante belle, tutte stavamo bene ed eravamo in forma, siamo ad alto livello con tempi molto vicini. Aver agguantato la qualificazione ai Mondiali è stato un ottimo segnale, poi con l’evoluzione della stagione e i continui risultati che ci sono stati… In Coppa Europa dicevamo che se ci fosse stata la 4×400 avremmo fatto un tempone non indifferente. Stiamo bene, non è facile arrivare a settembre ma tutte abbiamo allenatori in grado di preparare il doppio picco di forma, siamo desiderose di puntare a qualcosa in più della finale. Non sarà facile prendere una medaglia, ma con i tempi che stanno venendo si può puntare sicuramente al record italiano e cercare di avvicinarsi il più possibile alle medaglie, perché i nostri tempi possono competere con le altre Nazioni. A livello europeo c’è sempre stato il Belgio che, pur non avendo picchi individuali, in staffetta ha sempre tirato fuori il coniglio dal cilindro: è arrivato il momento di superarlo. Una staffetta come l’Olanda, che ha dentro due mostri sacri, sta diventando più avvicinabile: loro hanno due picchi altissimi, noi un livello intermedio molto alto. Non si può spalleggiare con Bol, ma se tutte giriamo come dobbiamo allora si può competere con una staffetta del genere“.

Un passaggio sulla 4×400 mista:Mi piace molto. La prima volta che ho corso in Nazionale assoluta è stata alle World Relays nel 2019 proprio nella mista, non c’erano ancora le frazioni prestabilite. Mi è piaciuto rifarla in Coppa Europa“. L’azzurra si è anche descritta al di fuori dell’atletica:Sono una persona normale. Ho due sorelle gemelle, questa è una cosa forse meno normale. Ho studiato, lavoricchio per fare quadrare i conti per poter fare l’atleta. Sto cercando di scoprire quale sarà la mia strada fuori dall’atletica. Ho studiato biologia della nutrizione, vorrei rimanere in questo ambito perché l’atletica non è solo quando entro in pista per correre. Mi piace tanto leggere. Mi piace essere normale al di fuori della pista, una persona normale che semplicemente corre“.

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