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NuotoWorld Games

La nuova vita di Marco Orsi nel nuoto pinnato. E ai World Games l’obiettivo è una medaglia

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Marco Orsi
Orsi/Lapresse

La nuova sfida di Marco Orsi profuma di profondità e velocità. Dopo una carriera luminosa nel nuoto tradizionale, fatta di finali mondiali, titoli europei e partecipazioni olimpiche, il “Bomber” bolognese ha trovato nuova linfa nel nuoto pinnato, disciplina spettacolare e in crescita, che sogna l’ingresso alle Olimpiadi ma che per ora vive il suo palcoscenico globale nei World Games, in programma a Chengdu, in Cina.

E sarà proprio in Oriente che Orsi proverà a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera, con l’obiettivo dichiarato di salire sul podio. Il 35enne della Fiamme Oro, ormai a pieno titolo nella squadra FIPSAS, è reduce da un argento europeo nei 50 metri pinne conquistato a Olsztyn, in Polonia, con il tempo di 18’’94. Un crono che certifica come Orsi, pur arrivato al pinnato da pochi anni, sia già uno dei migliori specialisti europei della velocità.

Ma non è tutto: sempre agli Europei, ha contribuito alla medaglia di bronzo nella staffetta 4×100 pinne mista insieme a Viola Magoga, Giorgia Destefani e Riccardo Romano, a conferma della sua versatilità e della voglia di mettersi in gioco anche nelle prove a squadre. A Chengdu, Orsi sarà uno dei punti di forza della spedizione azzurra insieme proprio a Destefani, Magoga, Scagliarini, Bruni e Raffaetà, per un’Italia che punta dichiaratamente a “sorprendere e vincere”.

I World Games rappresentano il massimo traguardo internazionale per discipline ancora fuori dal programma olimpico, e il nuoto pinnato, per tecnica, velocità e impatto visivo, è tra i candidati più solidi per un futuro inserimento a cinque cerchi. La mancata inclusione tra gli sport dimostrativi a Parigi 2024 brucia al movimento, che però continua a crescere in numeri e visibilità.

Per Marco Orsi, questa nuova dimensione è anche una rinascita sportiva. Dopo il lento declino nel nuoto “convenzionale”, anche per via di problemi fisici, non ha voluto lasciare le corsie: ha cambiato attrezzatura, ha riscritto la sua tecnica, ha abbracciato nuove metodologie di preparazione e si è reinventato come sprinter con le pinne. Una scelta coraggiosa, che sta dando i suoi frutti.

La motivazione, come ha sempre ribadito, resta la stessa: rappresentare l’Italia ad alto livello. E l’ambiente del pinnato l’ha accolto con entusiasmo, valorizzandone esperienza e professionalità. Se a Chengdu dovesse arrivare la medaglia, sarebbe il coronamento perfetto di una seconda vita da atleta, vissuta con passione e spirito di squadra.

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