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World Games

Che cos’è il racquetball: le specialità dei World Games 2025 e tutti gli italiani qualificati

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Racquetball
Racquetball / Flickr International World Games Association

Tra i molti sport di racchetta che hanno maggiore popolarità al di là del tennis, ad oggi il racquetball non ha forse un ruolo di primissimo piano. La sua origine, però, è dovuta proprio all’intuizione di un ex tennista, Joseph Sobek, che nel 1950 derivò dalla pallamano americana e dallo squash le regole di questo sport, disegnando peraltro la prima racchetta. Proprio il discorso pallamano è da tenere presente, perché la natura di sport che si gioca al chiuso del racquetball ha permesso di riconvertire molti di quei campi per il nuovo sport, che oggi conta una International Racquetball Federation che ha sede a Colorado Springs, che organizza i relativi campionati mondiali.

Oggi il racquetball è finito all’interno dei World Games, ma non è la prima volta che ne fa parte, considerando che vi si è trovato occasionalmente fin dagli Anni ’80. Di questo sport, e in questo una somiglianza col tennis c’è, abbiamo due separate organizzazioni, l’International Racquetball Tour (IRT), che si occupa degli uomini, e la Ladies Professional Racquetball Tour (LPRT), che, come dice il nome stesso, è legata alle donne. Un po’, per farla breve, come l’ATP e la WTA nel tennis. Eventi più importanti sono i Campionati del Mondo, e la prevalenza di vincitori è americana o messicana, con incursioni di Canada, Bolivia, Colombia e Guatemala. In Europa, invece, gli Europei (due volte organizzati in Italia, nel 2007 e 2013), sono stati quasi sempre appannaggio di giocatori e giocatrici di Germania e Irlanda. In Italia lo sport è stato introdotto con le basi militari americane, ma è ne è sempre difficile la pratica, dato che esistono pochissimi campi (ne esistevano diversi a Corato, ora è Brembate il cuore pulsante). L’Associazione sportiva Racquetball Italia è affiliata all’ente FIGeST, che gode del riconoscimento del CONI.

Le regole: si gioca in un campo delimitato da quattro pareti, con misura di 6,09 metri di larghezza, altrettanti (circa) di altezza, 12,19 di lunghezza e parete posteriore da 3,6 metri. Le racchette non sono come quelle del tennis, ma hanno una forma che, dopo il manico, è pressoché simil-triangolare, della misura di massimo 22 pollici (55,88 centimetri). La palla deve poter rimbalzare bene e ha un diametro di 57 millimetri, pesando 40 grammi; sono previste protezioni per gli occhi determinate dalla velocità della palla stessa. Molti giocatori indossano un guanto. Non c’è limite alla colorazione delle palle, ma di solito si usano le blu e, in subordine, le verdi.

La zona del servizio si trova in una zona di campo da 1,5 per 6 metri delimitata dalla linea di metà campo e, appunto, dalla linea del servizio, più vicina alla parete frontale. Si deve servire con piede e palla fuori dalla linea del servizio: detta palla deve rimbalzare una volta nella zona del servizio, poi sulla parete frontale e poi potrà arrivare su una laterale e atterrare dietro la linea di metà campo. Non può però colpire ambedue le pareti laterali: in quel caso è fallo, come lo è quando la palla non atterra dietro la linea di metà campo. Come nel tennis, i servizi disponibili sono due, anche se ora spesso nell’elite ne è consentito solo uno. La zona di ricezione, detta anche di sicurezza, si trova subito dopo la linea di metà campo. Una volta in gioco, la palla può colpire quante pareti vuole, purché non colpisca terra.

In questo sport è in vigore qualcosa che nella pallavolo si conosceva come cambio palla: se il servitore vince lo scambio, vince anche il punto e continua a servire, mentre se lo vince il ricevitore non c’è punto, ma questi va a servire e può segnare.

Ci sono diversi sistemi di punteggio che sono stati varati nel tempo. Ai World Games la situazione è questa: si gioca al meglio dei tre game su cinque, ciascuno dei quali arriva a 11 punti. Se però si arriva sul 10-10, vale la regola dei due punti di vantaggio.

Veniamo ora al capitolo dei giocatori italiani impegnati nelle tre specialità previste: singolare maschile, singolare femminile, doppio misto. Nel maschile vedremo Carlo Papini, nel femminile Cristina Amaya Cassino e nel misto le appena citate persone: la qualificazione è giunta tramite la partecipazione ai Mondiali di un anno fa. Particolare il merito di Amaya, giunta fino alla fase a eliminazione diretta tramite la fase a gironi e, dei due, la giocatrice senz’altro più nota. Questo perché, quando rappresentava la Colombia, la classe 1988 ha raccolto un argento ai World Games nel 2013, e negli anni successivi è stata terza in doppio ai Mondiali (si parla qui di 2018).

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