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Pallanuoto

Pallanuoto femminile, Grecia e Ungheria si sfidano per il titolo iridato

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Rita Keszthelyi/LaPresse

Il torneo femminile dei campionati mondiali di pallanuoto è giunto all’atto conclusivo. Saranno la Grecia e l’Ungheria a sfidarsi in quel di Singapore per conquistare il titolo iridato e succedere nell’albo d’oro agli Stati Uniti, vincitori a Doha 2024 nella sfida contro le magiare.

Non arrivano all’atto decisivo della competizione le due formazioni più attese, le due contendenti sono però sicuramente quelle che hanno dimostrato la maggiore continuità di rendimento e hanno espresso la migliore qualità di gioco facendo la differenza nei momenti chiave della manifestazione.

La formazione ellenica continua uno straordinario percorso di crescita intrapreso con l’arrivo in panchina di Pavlidis. Il nuovo tecnico ha consolidato le basi poste dalla signora Alexia Kammenou e ha trovato il modo di liberare tutto il talento delle giocatrici a propria disposizione.

Le elleniche non sono più una squadra che gioca sul ritmo controllato, cerca di anestetizzare il confronto quando è in vantaggio e punta a tenere il punteggio basso. La squadra lotta con il coltello tra i denti fino al suono della sirena conclusiva, il gol della vittoria con l’Australia è arrivato a due secondi dal termine, gioca su ritmi alti e non disdegna di sfruttare l’arma della controfuga.

L’Ungheria è formazione di assoluta qualità nella quale il blocco delle veterane riesce a fondersi in maniera mirabile con i giovani talenti che stanno iniziando il percorso in prima squadra. La compagine allenata da Sandor Cseh ha impressionato in semifinale per l’autorevolezza della prova offerta contro la Spagna detentrice del titolo e, almeno sulla carta, sembra partire in vantaggio in sede di pronostico. Le magiare dovranno però essere brave a gestire l’aspetto della pressione psicologica legata alla conquista del risultato, risulterà fondamentale partire bene ed entrare in acqua con la consapevolezza di dover affrontare una sfida che potrebbe risolversi nel finale. La fuoriclasse Keszthelyi è la punta di diamante di un organico nel quale il talento è presente in abbondanza. Ad essere determinante però potrebbe essere il giovane portiere Boglarka Neszmely perché una prova di alto livello dell’estremo difensore potrebbe essere il punto di partenza per costruire l’atteso successo iridato.

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