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Atletica

Gianni Iapichino: “Larissa ha un nuovo motore, abbiamo capito cosa non aveva funzionato a Parigi. Ruoli ben definiti tra noi”

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Larissa Iapichino
Iapichino / Grana/FIDAL

Gianni Iapichino ha ripercorso la sua carriera da atleta durante l’ultima puntata di OA Focus, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “Sono riuscito a superare 5.80 (nel salto con l’asta, n.d.r.) in una gara esibizione in piazza a Iglesias, ma purtroppo al tempo non venivano omologate. Quindi mi è rimasto il 5.70 che ho superato due volte, prima a Sestriere e poi agli Europei di Helsinki dove arrivai ottavo. Ho fatto anche le prove multiple, da piccolino il mio allenatore mi aveva portato a vincere i vari titoli italiani giovanili con vari record italiani: ho accantonato per salto con l’asta e salto in lungo, dove ho saltato otto metri ventoso e 7.95 regolare, arrivando secondo due volte agli Assoluti. Sono arrivato all’atletica a tredici anni, il mio allenatore mi ha portato all’asta ma lui era un allenatore di prove multiple. Io eccellevo anche nel salto in lungo e l’ho portato in parallelo con l’asta, poi a fine carriera ho ripreso le prove multiple facendo il record italiano indoor di eptathlon e ho coronato il mio sogno di fare un decathlon con la Nazionale”.

Il toscano è stato tecnico di Fiona May e si è soffermato anche su questa parte della sua carriera: “Durante il mio percorso da atleta ho avuto la fortuna di incontrare persone importanti e di poi allenare mia moglie Fiona May. Quella è stata un’esperienza che mi ha riportato direttamente su un piano altissimo, lei era già vice campionessa olimpica e Campionessa del Mondo e io avevo preso l’impegno con grande rischio. Con me è tornata a vincere un argento olimpico e un titolo mondiale portando il record italiano da 7.02 e a 7.11, ha avuto anche una breve parentesi nel triplo dove ha fatto il record italiano e ha battuto la campionessa del mondo in Coppa Europa: poteva essere una specialità in cui eccellere”.

Un ulteriore passaggio sui suoi inizi:Da Petrov ho imparato tantissimo sulla tecnica di salto con l’asta e sulla biomeccanica. Anche Robert Zotko era stato chiamato in Italia da Locatelli: era un pozzo di scienza. A Formia dove mi allenavo con Fiona eravamo in una camera attigua alla sua e nei momenti di riposo avevamo grandi conversazioni che riguardavano la tecnica, la preparazione, la biomeccanica. Capire la biomeccanica per un allenatore è fondamentale, soprattutto nelle discipline tecniche. A fine carriera ho avuto un’esperienza nel golf, me ne ero innamorato in maniera viscerale: volevo diventare professionista, ci sono riuscito in una decina di anni, ma i risultati sono stati scarsi, ho iniziato a giocare a trent’anni e mi mancava l’esperienza giovanile. Questo ha fatto sì che potessi accedere alla scuola federale: ho fatto il corso di maestro di golf e una delle materie principali era la biomeccanica. Senza queste nozioni parti sempre in svantaggio ad atletica, perché altrimenti devi affidarti e fidarti di altro“.

Gianni Iapichino è l’allenatore di sua figlia Larissa, Campionessa d’Europa indoor e fresca di 7.06 a Palermo: “L’esperienza con Fiona ha giocato un ruolo fondamentale. Io mi sono trovato un’atleta di livello super mondiale e ho messo in pratica quelle che pensavo fossero tutte le mie esperienze. Con Larissa è stato diverso: lei ha iniziato a fare ostacoli e aveva un rigetto per il salto in lungo, da piccolina non era nemmeno tanto portata. Successivamente è venuto fuori questo talento, si è visto che poteva esplodere in maniera importante nel lungo e si è deciso di lasciare gli ostacoli e concentrarsi sul lungo. Con Cecconi l’avventura è durata un paio di anni, poi Larissa ha ritenuto di cambiare e ha chiesto a me: ho accettato, a patto che i ruoli fossero ben distinti, a casa sono papà e in campo sono l’allenatore. Piano piano Larissa è cresciuta, ho adottato una strategia di pazienza nel creare una base sotto la quale non si può più andare. Tutti i lavori che abbiamo fatto sono stati fatto con l’obiettivo di non affrettare il percorso, ma di arrivare nel giro di qualche anno ad avere una stabilità molto importante“.

Si è ritornati sul quarto posto alle Olimpiadi di Parigi 2024:L’amaro non viene per il quarto posto in sé, ma da quello che è successo in gara a Larissa. Era in grado di saltare decisamente di più e di poter vincere una medaglia tranquillamente. L’atteggiamento che Larissa ha avuto in gara ci ha fatto pensare al dover migliorare quell’aspetto e infatti nel nostro team abbiamo inserito un mio amico, uno psicologo sportivo che ha collaborato con tante medaglie olimpiche: l’ho ritrovato a Parigi dove seguiva ginnastica artistica e sollevamento pesi. A Parigi si è lasciata sormontare dalle sue aspettative e da quello che poteva venire, si è fatta comprimere da tutti questi pensieri soprattutto nel giorno di riposo tra le qualificazioni e la finale“.

Gianni Iapichino ha proseguito:Quel riposo è deleterio perché il rischio è di rimuginare: ho cercato di distrarla, lei è rimasta nel villaggio olimpico per concentrarsi e invece si è oberata di pressioni da sola. Stiamo facendo un percorso parallelo a quello tecnico e fisico, io ho già intravisto dei segnali importanti soprattutto agli Europei Indoor: Larissa era arrivata in affanno perché avevamo fatto un cambiamento tecnico che poi all’ultimo non ci sembrava utile proseguire e siamo tornati alla rincorsa che faceva fino all’anno prima. Ho visto una Larissa con gli occhi di tigre. Si sono sbloccate tante cose, ho visto un miglioramento negli allenamenti: prima li subiva come un’atleta che fa quello che le viene detto, quest’anno la vedo più dentro all’allenamento e più stimolata da se stessa, si è resa conto che lei è la protagonista. Larissa ora è più forte e veloce, ora deve adattare il suo nuovo motore al gesto tecnico: lo ha fatto bene, ma deve capire come gestire le nuove parti del salto con il nuovo motore“.

Se non allenassi Larissa chi vorresti allenare?Uno era Miguel Echevarria, il cubano che aveva saltato 8.86 ventoso a Stoccolma, che per un momento ha pensato di andare via da Cuba dove non si sentiva valorizzato e c’era stata una velata ipotesi di venire ad allenarsi a Firenze. Il Governo cubano gli aveva messo il bastone tra le ruote, ora è in Spagna e si allena con Pedroso: spero che possa tornare il campione che era, le avvisaglie ci sono, ma ha perso tanti anni. Tra le donne in questo momento alleno un’altra atleta, Danielle Nolte, che è campionessa sudafricana: ha avuto problemi con il suo allenatore, mi mandava dei video e cercavo di capire come poteva migliorare tecnicamente, ora è a Firenze e l’idea è che la prossima preparazione la faccia qui. Mi stimola perché è una ragazza che può migliorare in maniera considerevole“.

Gianni Iapichino si è poi descritto:Sono un personaggio molto particolare perché ho cambiato volto molte volte nel corso della mia vita: da atleta a giocatore di golf, da giocatore di golf a musicista, poi ho lasciato i miei gruppi per allenare Larissa. Cerco di fare il padre nella miglior modo possibile: oltre a Larissa c’è anche Anastasia che non vuole fare sport, anche se sarebbe portata: va a scuola come le sue coetanee e sono contento di vedere i miglioramenti degli ultimi due anni grazie al lavoro che abbiamo fatto“.

CLICCA QUI PER GUARDARE L’INTERVISTA A GIANNI IAPICHINO

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