Formula 1GP Canada
Ferrari, è sempre “Il giorno della marmotta”. Quella colpita da Hamilton in pista simbolo di un “anno prossimo” che non arriva mai

“Ricomincio da capo” è il titolo italiano del film “Groundhog day”, letteralmente “Il giorno della marmotta” (festa celebrata in Nord America il 2 febbraio). In questa pellicola del 1993, il protagonista si trova intrappolato in un limbo temporale, che gli fa vivere e rivivere all’infinito lo stesso giorno (quello della marmotta, appunto), fino a quando riesce a spezzare il circolo vizioso, cambiando totalmente il suo carattere. Da egoista e scontroso, ad altruista e gioviale. Una favola moderna, sulla quale viene spruzzato un po’ di quel moralismo che tanto piace agli americani.
Cionondimeno, la situazione di Phil Connors (il personaggio interpretato da Bill Murray) ricorda tanto quella della Ferrari. Non perché ieri, durante il Gran Premio del Canada, Lewis Hamilton ha danneggiato la sua SF-25 centrando una marmotta in pista, bensì perché la Scuderia di Maranello è palesemente intrappolata in quel loop temporale che le fa rivivere anno dopo anno sempre la stessa situazione.
La pista di Montreal ha relegato la Rossa al ruolo di quarta forza, rifilando l’ennesima bastonata morale al Cavallino Rampante. Alle velleità iridate si può definitivamente dare “il bacio dell’addio”. Charles Leclerc e Lewis Hamilton, messi assieme, hanno meno punti del solo Oscar Piastri. Nella classifica costruttori, la McLaren ha un bottino doppio rispetto alla squadra fondata dal Drake, peraltro superata dalla Mercedes dopo che la Stella a tre punte ha archiviato un GP canadese trionfale.
Insomma, alla radio già è partito l’attacco di “I got you babe” di Sonny & Cher (la canzone che, alle 6:00 della stessa mattina, svegliava all’infinito Phil Connors in un eterno 2 febbraio). La Ferrari deve guardare all’anno prossimo. Di nuovo, per l’ennesima volta. Quell’anno prossimo che non arriva, quel 3 febbraio solo ipotetico e mai concreto.
Il 2025 avrebbe dovuto essere “l’anno prossimo” del 2024, a sua volta “l’anno prossimo” del 2023, diventato a un certo punto “l’anno prossimo” del 2022, visto come il Sacro Graal della rivoluzione regolamentare dopo il disastroso biennio 2020-2021; e si potrebbe continuare così, risalendo di oltre un decennio.
Pragmaticamente parlando, il problema principale è che adesso l’intera organizzazione del team rischia di collassare, come accaduto nel 2022. Frederic Vasseur ha organizzato la squadra attorno a sé, ma ora comincia a essere messo sotto accusa. Magari non da chi sta sopra di lui, bensì da diversi organi d’informazione.
Il pericolo è quello di accartocciarsi nell’ennesima lotta intestina, che a nulla porta se non all’ennesima ristrutturazione, destinata poi a risolversi nell’ennesimo “anno prossimo”. Che dire? Verrebbe da canticchiare They say we’re young and we don’t know, we won’t find out until we grow, well I don’t know if all that’s true, ‘cause you got me, and baby, I got you, Babe. I got you babe!