Basket
Basket femminile: Italia-Turchia, le chiavi tattiche del quarto di finale
Che cosa vedremo quest’oggi in Italia-Turchia? Potrebbe essere un momento storico sia per il basket italiano che per quello turco: dai quarti di finale si può arrivare fino a una semifinale che avrebbe dello storico. Dalle nostre parti manca da trent’anni, da quelle turche da 14. Ma andiamo alla scoperta di qualche chiave tattica.
La prima: come fermare Teaira McCowan? Sembra inevitabile per coach Capobianco ricorrere a un sistema: Lorela Cubaj su di lei. La giocatrice della Reyer Venezia ha già superato un test difficilissimo, quello su Jessica Shepard in Italia-Slovenia, sfruttando però le sue notevoli conoscenze circa la giocatrice dato che sono state compagne di squadra. Qui si tratta di un salto nel buio e con una che è alta oltre due metri, l’unica del torneo. Se c’è una giocatrice che, però, per applicazione si è sempre distinta finora, questa è la nativa di Terni, che non ha mai lesinato sforzi se si tratta di difesa. Oltretutto, proprio il lato tecnico può essere una chiave contro McCowan, che pure le sue doti in questo senso le ha. Di base, poi, chi si caricherà meno di falli tra le due darà una grossa mano nel tempo a venire.
La seconda: Cecilia Zandalasini. Ovviamente è lei la giocatrice da fermare per la Turchia, quella per cui non sembra realmente esistere una risposta da parte delle nostre avversarie. Se nei ruoli di 1 e 5 le questioni sono molto chiare, e ne parleremo, con Zanda le cose sono diverse: nel 2017 e 2019 come oggi un suo vero corrispettivo dall’altra parte non c’è. Considerando che in questa rassegna continentale è largamente tra le giocatrici migliori dopo i gironi (e a maggior ragione dopo quello di Bologna), la nativa di Broni ha tutto per rendersi fattore importante al Pireo. Un campo che, peraltro, ai tempi della Virtus Bologna ha calcato da avversaria: potrà dunque spiegare cosa significa giocare dentro un luogo del genere, normalmente casa dell’Olympiacos (e per questo con i sedili rifatti in biancorosso; per converso, a OAKA, casa del Panathinaikos, sono diventati verdi).
La terza: la lotta delle play. Capobianco ne ha portate quattro e ha sempre avuto ottime risposte da tutte nelle loro diverse qualità: l’ordine dato da Costanza Verona, le scorribande non casuali di Francesca Pasa, i momenti di rottura di Stefania Trimboli e la licenza di subentrare un po’ in tutte queste cose di Mariella Santucci. Dall’altra parte Olcay Cakir e Alperi Onar sono le due scelte principali turche, e sono indubbiamente portatrici di notevole qualità soprattutto se si tratta di servire quella Sevgi Uzun che dovrà essere tenuta d’occhio con molta attenzione dalla nostra difesa, ma a livello di profondità l’Italia ha qualcosa in più da poter dare. Con un altro plus: abbiamo perso meno palloni di tutti nei gironi.
La quarta: l’abbiamo citata. E non c’è nemmeno bisogno di rimanerne sorpresi: la difesa è il punto focale di questa versione dell’Italia di Capobianco, che ci ha costruito praticamente tutte le sue vittorie alla fine dei conti. Questa difesa nasce dalla fattiva collaborazione di tutte, dalle letture che anticipano spesso quanto accade in campo avversario. E soprattutto porta l’Italia a essere la seconda squadra per palle rubate. Un segno di ciò che è questa squadra.
La quinta: più che un fattore tattico, è un discorso mentale, perché in una partita del genere sarà fondamentale evitare i blackout visti con Serbia e Slovenia (quello con la Lituania non può essere chiamato tale, ma rientra in un normale tira e molla). L’equilibrio sarà inevitabilmente tanto perché sono opposte le filosofie delle due squadre: fisica l’una, rapida l’altra. E allora resterà quello della testa il lato più importante, quello con il quale l’Italia, se riuscirà a restare sempre nella partita, potrà tentare di spuntarla nel finale. Anche perché, non va dimenticato, questa squadra due finali punto a punto li ha vinti. La Turchia ha ceduto contro la Francia (sarebbe stata l’enorme sorpresa all’esordio) e ha spento le speranze della Grecia. In breve: sarà tutto da vedere. Ma con un azzurro che è molto vivo.
