Roland GarrosTennis
Alcaraz batte Sinner in una finale thriller al Roland Garros, la più lunga a Parigi
Va a Carlos Alcaraz la finale del Roland Garros più lunga di tutti i tempi. Dopo 5 ore e 29 minuti (stracciato abbondantemente il record di Wilander-Vilas del 1982), lo spagnolo batte Jannik Sinner per 6-4 7-6(4) 4-6 6-7(3) 6-7(2) al termine di un confronto che ha riservato mille capovolgimenti di fronte, altrettante emozioni e alla fine il bis del classe 2003 di Murcia.
Ritmi subito altissimi nel game d’apertura: Sinner annulla una palla break con una gran prima, poi si entra in lotta e ce n’è un’altra da fronteggiare, ma che Alcaraz spreca rispondendo (troppo) dentro il campo. La terza l’annulla passando lo spagnolo (a rete) di rovescio, quindi, dopo dodici minuti, il primo game arriva. Jannik sale sul 15-30 subito dopo, un nastro gli porta via il dritto, ma arriva la palla break su rovescio in rete dello spagnolo, che la cancella con una prima esterna. Sull’1-1, dal 15 pari, Alcaraz gioca due gran punti per ricavare altrettante chance di andare avanti; Sinner serve benissimo con prima e seconda, poi gioca uno strepitoso contropiede lungolinea di rovescio e chiude con il serve&volley. A sua volta l’iberico (con un paio d’aiuti) risale da 0-30, e dopo mezz’ora è 2-2, e poi ha un’altra chance di fuga dopo aver colpito violentemente di dritto. Sinner mette la prima, costruisce e annulla di dritto.
Ma, alla settima occasione, Alcaraz ne sfrutta il dritto largo per andare 3-2 dopo 37′. Subito dopo, però, la chance per l’azzurro si palesa e ha la forma dei rovesci che Alcaraz non riesce a controllare: si ritorna sul 3-3, poi arriva anche il primo game rapido, a zero, del match per il 4-3. E c’è anche l’opportunità del 5-3, cancellata però da una prima centrale vincente, e sono il servizio e il dritto a certificare il 4-4. Sul 5-4 Sinner risponde spesso aggressivo, lo spagnolo ha sempre fretta col dritto che perde più volte e giunge il set point. E va subito a segno: è il nastro, già in precedenza protagonista in negativo per Jannik, a diventarlo in positivo, portandosi via la palla di Alcaraz e anche il 6-4 in poco più di un’ora.
Il primo game del secondo set mostra Alcaraz che, sul 40 pari, va a dare buona una prima chiamata larga a Sinner, a ulteriore dimostrazione che i due potrebbero arbitrarsi da soli anche senza Eva Asderaki, la miglior giudice di sedia al mondo. Il secondo, invece, mostra uno Jannik superbo in risposta: due palle break. Basta la prima, con risposta eccezionale di Sinner e lo spagnolo che, nello scambio, perde il dritto: 2-0. E proprio qui, sul 30-15, s’inventa un punto pazzesco ribaltato il numero 1 del mondo, che di dritto trasforma un 30 pari in un 40-15 fattosi poi 3-0. Sul 4-1, tra nastri (uno favorevole per parte) e doppio fallo (il secondo) di Alcaraz, si va ai vantaggi, ma lo spagnolo riesce in qualche modo a tenere la battuta. Sul 4-2 Sinner sbaglia una non difficile volée di dritto in lungolinea e va sotto 15-30, ma nei due punti successivi è il murciano a regalare prima del 5-2 che si materializza per Jannik.
Diventa fondamentale per lui il nono game, nel quale però Alcaraz inizia rispondendo benissimo. Da 0-30 si risale a 30 pari, ma un rovescio in rete di Sinner significa palla break. E lo spagnolo riesce a metterla a segno, forzando il dritto lungo del numero 1: 5-4. Il momento pare girare per Alcaraz, e arriva anche lo 0-15, ma giungono anche quattro punti in fila con, dal 15 pari, una prima vincente, uno dei punti più belli del match con palla corta-pallonetto e l’ace. Si va al tie-break. I primi cinque punti durano al massimo quattro colpi, ma nel quinto, su seconda di Alcaraz, c’è il dritto di Sinner con parabola diabolica che vale il 4-2. E giunge anche il 5-2, su palla corta di dritto complicatissima fuori equilibrio del murciano, che la manda appena larga. Ci sono quattro set point: sul primo dritto di Sinner in rete, sul secondo grandi rimpianti perché, a punto quasi vinto, la volée alta è debole e si offre al dritto di Alcaraz. Rimpianti cancellati da un favoloso dritto incrociato difensivo che lo spagnolo non prende più: 7-4, due set a zero.
Il flusso buono per l’azzurro continua anche nel terzo set, perché gli scambi li tiene in mano lui, Alcaraz non sa cosa fare (e lo fa chiaramente capire al suo angolo) e il risultato è un break a 15 di enorme importanza. Lo spagnolo, però, regge l’urto, e di dritto riesce a procurarsi una palla del controbreak, che va subito a segno perché l’omologo colpo di Sinner esce. Sull’1-2 40-15 smash a rimbalzo da fondo sbagliato, dritto largo, e da 40-15 si va in lotta. Il problema di Jannik è che il dritto funziona meno, e questo porta a un secondo break di Alcaraz: 1-3, che poi diventa 1-4. Il classe 2001 tiene senza reali problemi nel sesto game, il classe 2003 va sotto 15-30 con un doppio fallo, ma sul 30 pari la sua seconda prende la riga e la risposta se ne va. Un altro schema servizio-dritto ed è 5-2. Di nuovo sul 5-3 c’è un 15-30, che però stavolta si trasforma in palla break (palla corta-pallonetto out del murciano). E un recupero arpionato da Jannik alla sua maniera vale il 4-5. Un dritto largo, una volée incerta e oltretutto non aiutata dal nastro, e la situazione torna critica sotto forma di 0-30. Alcaraz di dritto si guadagna tre set point, e basta il primo preso sopra la rete: 4-6.
Il primo game del quarto set è subito lottato: Alcaraz è costretto ai vantaggi, ma gioca una seconda al corpo e un’altra centrale per lo 0-1. Jannik tiene a zero, poi uno splendido rovescio lungolinea lo porta 15-30 e uno scambio gestito magnificamente alla palla break, annullata dallo spagnolo con una gran prima sulla riga e rovescio a chiudere. Da 40-0 Sinner rischia, ma Alcaraz gli regala il dritto lungolinea del 2-2. Si arriva senza drammi al 3-3, e in questo momento arriva uno 0-30 costruito con una bella palla corta. Nel punto successivo gran botta in recupero di rovescio, poco dopo Alcaraz stecca il dritto ed è 0-40. E poi un altro errore vale il 4-3 all’altoatesino. Molto rapido Sinner a chiudere il game che vale il 5-3, in una fase che lo vede in chiara fiducia nei colpi. Una gran risposta gli apre la strada per lo 0-15, chiuso col secondo colpo, poi è doppio fallo del murciano per lo 0-30. Sbaglia ancora di dritto Alcaraz: 0-40, tre match point.
Lo spagnolo rischia tanto nell’annullare il primo, sul secondo è Sinner che sbaglia la risposta di rovescio sulla seconda. Sulla terza è costretto indietro: dritto in rete. Un ace e un dritto in corsa aiutano Alcaraz a prendere il 5-4. Due dritti appena lunghi sono inframmezzati da un gran punto chiuso con la volée: 15-30. E poi lo spagnolo arriva a rete per le due palle break. Ne basta una: 5-5, che diventa rapidamente 5-6. Il tie-break arriva a 30. E subito Alcaraz manda in rete il dritto. Il minibreak però se ne va: Sinner lascia il tempo al murciano di girarsi sul dritto, un errore fatale. Seguono due ace esterni: 2-3. Poi se ne va il dritto di Jannik: 2-4 e prima latitante, che torna nel settimo punto. Ci sono però due errori che mandano a tre set point l’iberico. Una risposta e un dritto significano quinto set.
La prima di Sinner scompare del tutto nel primo game: ne approfitta Alcaraz, che ha due palle break. Ed è la seconda quella buona, una smorzata su cui Jannik all’ultimo arriva male senza trovare il punto. Il break viene confermato a 15, L’azzurro a sua volta riparte tenendo a 15 e ritrovando le prime, poi c’è uno scambio lungo sul 30 pari del quarto game che però non finisce bene. Vanno meglio però la successiva risposta vincente di rovescio e una serie infinita di recuperi che porta all’errore Alcaraz, il quale però ritrova la parità con una seconda esterna e il dritto a seguire. Il game entra in lotta, c’è un’altra chance di 2-2, ma lo spagnolo non concede e va 1-3. Sinner tiene con quel che ha e anche quel che non ha, nel sesto game va 15-30, poi, tra una prima lunga non chiamata e situazioni sfavorevoli, resta il 2-4.
Un paio di colpi meravigliosi di Jannik gli permettono di chiudere velocemente, a zero, per il 3-4, Alcaraz riesce a tenere a 30, e un paio di errori pesano, poi arriva il game facile di Sinner: 4-5 alla soglia delle cinque ore. Jannik è infinito, una grande risposta vale lo 0-30, e poi, sul 15-30, usa tutto quello che ha per agganciare una palla corta di Alcaraz e tenerla cortissima, inarrivabile. Palla break, risposta nei piedi, 5-5. Due ace ci sono, ma c’è anche un paio di errori: si va ai vantaggi, è una battaglia totale, ma Sinner picchia di dritto e va 6-5. Non solo: arriva anche sul 15-30 con una dose di coraggio totale, poi scappa un dritto ed è 30 pari. Arriva una risposta che pare vincente, ma Alcaraz chissà come di dritto la lascia dentro e può andare 40-30. Incredibile la risposta del 40 pari col rovescio, ma lo spagnolo vince i due punti successivi: tie-break a 10 punti dopo 5 ore e 20.
Alcaraz passa subito in vantaggio spingendo di dritto, e riesce a trovarsi in una fase delle sue, che lo porta fin sullo 0-7 producendo praticamente solo vincenti. Un long tie-break che diventa quasi al limite dell’assurdo, e anche dell’ingiusto, per il match che è, con il pubblico che ora come per tutto il tempo sottolinea il proprio apprezzamento per lo spagnolo. Alla fine Jannik si sblocca con una prima al centro, ma arrivano 7 match point in fila per il murciano. Gli basta il primo, un passante in corsa di dritto.
Per la prima volta Sinner perde una finale Slam, che è stato vicino a vincere, poi perdere, poi rivincere ancora e infine si è visto sfuggire di mano. La speranza dell’Italia tennistica tutta è che possa smaltire in fretta il ricordo per portarsi verso ulteriori traguardi, uno dei quali è molto vicino e porta il nome dell’erba dei sacri prati: Wimbledon.
