Atletica
Manuel Lando: “C’è una involuzione nelle misure del salto in alto. Siamo fortunati ad avere Tamberi”
Manuel Lando è stato l’ospite dell’ultima puntata di Sprint2u, in onda sul canale YouTube di OA Sport. Il saltatore in alto classe 2000 si è raccontato a 360°, tra passato, presente e futuro, rappresentato da un 2025 tutto da vivere. Il nativo di Cittadella ha iniziato il suo racconto da quanto fatto in questi primi mesi dell’anno: “Agli Europei indoor stavo bene, ma penso che ad Ancona sia stato il momento in cui stavo meglio a livello tecnico. In quella occasione ho sentito le sensazioni tecniche che in precedenza avevo fatto fatica a trovare. Diciamo che l’avvio di 2025 non è stato semplice, ma ad Ancona ho saputo mettere tutto insieme, tutto quello su cui avevo lavorato in inverno. Anzi, forse potevo fare anche di più. Ad ogni modo ho chiuso con il mio nuovo personale dopo un anno e mezzo, non male”.
Gli Europei indoor sono stati comunque importanti: “Intanto sono stato l’unico a fare percorso netto nelle qualificazioni, per cui penso sia stato un segnale di maturità. In finale sono arrivato a 2.26, ho piazzato due buoni tentativi a 2.29 e uno a 2.32 comunque buono. Peccato, però, essere arrivato 4° ad un passo dal podio. Ad ogni modo prendo quello che di buono va preso”.
Manuel Lando passa poi a raccontare i suoi inizi nel mondo dell’atletica: “In origine, seguendo le orme di mio padre, correvo i 110 ostacoli. Anzi, ci gareggiavo fino a pochi anni fa, fino al 2023. Da quel momento, però, ho proseguito solo con il salto in alto. I motivi di questo passaggio? Sia per la mia altezza, sia perché mi divertivo di più”.
Tra i risultati di quei periodi ce ne sono stati alcuni più importanti di altri come conferma l’atleta veneto: “L’argento del 2021 nei Campionati Europei U21 di Tallinn rappresenta una delle emozioni più grandi della mia vita. Ero arrivato da ultimo accredito ma, strano a dirsi per me, ero sicuro che avrei fatto medaglia e così è stato. C’erano tutti i più forti ma le misure non sono state clamorose. Io ho fatto il mio, ho centrato il personale e ho fatto qualcosa che ricordo ancora con emozione. Una gara di enorme concentrazione”.
Il momento del salto in alto mondiale va analizzato in maniera particolare: “Penso ci sia una sorta di involuzione. Non ci sono più i picchi clamorosi oltre i 2.40. Il livello però è medio-alto, tendente all’alto. Dopotutto le gare sono sempre risolte sui 2.36 – 2.37 come a Parigi 2024. Il nostro punto di riferimento è sempre Gimbo Tamberi. Siamo fortunati ad averlo con noi”.
Ultima battuta sui Mondiali indoor e outdoor: “I primi mi hanno visto chiudere sesto. A Nanchino sono arrivato un po’ scarico ma avevo il dente avvelenato per la mancata medaglia degli Europei. Mi ero detto che se fossi arrivato sesto sarei stato contento e così è stato. Ora testa ai Mondiali outdoor di settembre di Tokyo. Sono 12° nel ranking mondiale e saremo in 4 all’evento. Penso che potremo arrivare tutti in finale ma, come si sa, nell’alto non si sa mai”.
