Tennis
Monaco: “Inizio a dubitare dell’intelligenza tennistica di Alcaraz. In un aspetto Zverev è anche meglio di Sinner”

Guido Monaco ha analizzato la vittoria di Jannik Sinner contro Alex de Minaur nei quarti di finale degli Australian Open: “C’è un incastro tecnico che mette agio a Sinner e rende de Minaur senza armi. È sempre il numero 8 del mondo, spesso con i big fa fatica. Rune è tutto un altro paio di maniche: allo stato attuale è un giocatore che in termini assoluti ha le armi, la pesantezza di palla, la ‘cazzimma’ e il fisico per dare fastidio a Sinner. Questo non toglie niente alla grandezza di Sinner, de Minaur faceva tenerezza: era nei quarti del suo Slam, con Sinner che non era stato bene e magari ti aspettavi qualcosa in più. La parola giusta è imbarazzante, ma non voglio denigrare de Minaur. Schoolkate è numero 15 d’Australia e per un’ora ha creato problemi, Jarry al primo turno ha tenuto Sinner sulla corda per due set. Ormai battere Sinner è un’impresa titanica, anche solo farci partita, ma ci sono un sacco di giocatori che possono dare problemi“.
Il telecronista di Eurosport, intervenuto durante l’ultima puntata di Tennismania, trasmissione del canale YouTube di OA Sport, ha parlato anche delle partite di due giorni fa: “Quel pollo di Paul: non trovarsi 2-0 contro Zverev è stato incredibile, poi ha perso due tie-break 7-0 e 7-1, roba da psicanalisi. Paul ha l’arma per mettere in difficoltà questi giocatori, poi Zverev ha dimostrato di essere il numero 1 del mondo, forse anche più di Sinner, nel sopportare qualunque tipo di situazione. Lui ha capito benissimo i meccanismi del gioco e viene fuori come un rullo. Se Paul è un pollo, allora Alcaraz è il capo del pollaio (si riferisce alle modalità con cui ha perso il quarto contro Djokovic, n.d.r.). Tu che hai vinto 4 Slam e sei il co-dominatore del tennis, devi indirizzare la partita, anziché farlo andare a destra e a sinistra ha iniziato ad avere fretta. Inizio a dubitare dell’intelligenza tennistica di questi ragazzi. Conosce Djokovic come le sue tasche, come ha fatto a rimettere in gioco uno così? Non ha risposto alla slice esterno neanche una volta. Se questi sono i rivali di Sinner, altro che due Slam“.
Altro passaggio sullo spagnolo: “Alcaraz, che ha già vinto tantissimo e di testa sua, ora cerca di crescere e mettere la testa a posto, ma non è facile trovare l’equilibrio tra mantenere il suo estro e l’essere un giocatore concreto. Non so se sia un problema tennistico o di QI tennistico, inizio a pensare che sia il secondo. O lo lasci libero o se lo cambi un pochino rischia di fare confusione: se lo lasci libero fa confusione ma è inarrestabile, se lo ingabbi rischia di non essere né carne né pesce. Ha cazzeggiato perché pensava di avere margine. Non si può a quei livelli fare certi errori di gestione. Son d’accordo quando si parla di una certa superficialità, è tre anni che ne parliamo e inizio ad avere dei dubbi sulla sua capacità di diventare vincente“.
Si è parlato anche della decisione di Jannik Sinner di non indossare le cavigliere: “Quando aveva avuto il problema alle anche a maggio, si era detto che le cavigliere potessero sovraccaricare le anche, la scelta di non usarle più penso sia dovuto a quello. Può essere che usi un tape al posto delle cavigliere. Ha delle articolazioni elastiche ed è leggero, sono cose che aiutano a non avere grossi problemi alle caviglie“.
Un articolo passaggio sullo stato di salute del tennis italiano: “In Italia, senza togliere meriti alla Federazione, quasi tutti i tennisti forti sono frutto del fai da te. Magari la Federazione interviene con aiuti economici, ma spesso con il maestro che ha cresciuto il ragazzo, vedi Musetti o Piatti, la Federazione c’entra zero. Poi a mettersi le medaglie sono sempre tutti in prima fila. Sinner con Federazione uguale zero, anche perché quel racconto di Binaghi che dice un bambino di sette anni in Alto Adige accende la tele e vede Supertennis… No, vede ZDF, ORF o Eurosport in lingua tedesca. Ci sono degli atleti che devono abbastanza alla Federazione, c’è chi deve meno, ci sono fuoriclasse che con la Federazione c’entrano poco. Il sistema è sano e nessuno toglie meriti alla Federazione, ma non bisogna esagerare e pensare che abbiamo inventato l’acqua calda“.
Un pensiero anche su Lorenzo Sonego, sconfitto dallo statunitense Ben Shelton nei quarti di finale: “L’exploit di Sonego ha confermato che stesse benissimo fisicamente e non era appagato dal risultato. Due passaggi fondamentali: nel secondo set dove ha sbagliato una volée facile per andare sul 6-5, strepitoso nel terzo e nel quarto set, ma nel tie-break decisivo ha sbagliato una volée e due attacchi per lui facili. Al quinto sarebbe stato ancora fresco, se la sarebbe giocata. Rimane una prestazione convincente e di alto livello. Lui ha 30 anni ma sono falsi, quando lo vedo penso che è un atleta giovane e che può dare ancora molto“.