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Formula 1

F1, scoppia il T-Tray Gate su Red Bull: nessuna infrazione, ma RB20 modificata

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Red Bull
Red Bull / LaPresse

Un nuovo caso in F1. L’avvicinamento al week end di Austin (Texas) è stato condizionato da una notizia riportata in principio dalla testata autorevole Autosport. Tutto è iniziato con dei sospetti nei confronti di una scuderia, in un primo momento non identificata, che avrebbe trovato un modo per intervenire sulla propria vettura in regime del Parco Chiuso tra le qualifiche e la gara domenicale.

La natura della modifica era sull’altezza da terra del fondo della vettura, con dei vantaggi evidenti. Il regolamento, infatti, vieta questa tipologia di intervento nell’arco di tempo tra il post time-attack e il via del GP, di conseguenza i tecnici devono lavorare sul set-up per rendere la macchina efficiente con carichi di benzina diversi.

L’ipotesi era che una squadra fosse stata in grado di agire sul cosiddetto “vassoio” o T-tray, posizionato all’ingresso del fondo (componente fondamentale per generare il carico aerodinamico). Un’operazione che sarebbe stata possibile effettuare all’interno dell’abitacolo. La FIA aveva risposto in questo modo: “Pur non avendo ricevuto alcuna indicazione sull’impiego di un sistema del genere da parte di un team, la Federazione rimane vigile nei suoi continui sforzi per migliorare la trasparenza del Motorsport. Per questa ragione, abbiamo implementato delle modifiche procedurali per garantire che l’altezza da terra delle vetture non possa essere facilmente modificata. In alcuni casi, ciò può comportare l’applicazione di un sigillo per garantire ulteriormente la conformità“.

Ebbene, nelle ore successive il cosiddetto “T-Tray Gate” si è arricchito di nuovi particolari e il team “misterioso” si è rivelato ed è stata la Red Bull che si è difesa così: “È vero, questo sistema esiste, ma non è accessibile una volta che l’auto è pronta per correre. Questo aspetto è emerso nelle varie discussioni tenute con la FIA e abbiamo stretto un patto su come procedere in futuro“.

Il dispositivo quindi c’è, ma non è stato provato che avesse questa funzione. Tuttavia, la squadra guidata da Christian Horner ha comunque modificato la propria monoposto con effetto immediato, un po’ come aveva fatto la McLaren dopo le segnalazioni della scuderia di Milton Keynes sull’ala posteriore flessibile (mini-DRS). Stando ad alcune indiscrezioni, sarebbe stata proprio la squadra di Woking ad avanzare i sospetti sul T-Tray, in quello che è un confronto a tutti i livelli tra i due team in lotta per il campionato.

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