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Ciclismo

Pagelle Giro d’Italia 2024: cautela su Tiberi. Ganna verso le Olimpiadi con più dubbi che certezze

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Antonio Tiberi
Antonio Tiberi / Lapresse

PAGELLE GIRO D’ITALIA 2024

Settima tappa, venerdì 10 maggio

Tadej Pogacar, 10: è un alieno, c’è poco da dire. È vero che si trattava di una cronometro atipica, con gli ultimi 6,6 km in salita e molto duri, però battere uno specialista come Filippo Ganna la dice lunga su quanto stia andando forte lo sloveno…Dopo sette tappe ha già un vantaggio di 2’36” sul secondo e, probabilmente, domani potrebbe portarlo a 4 minuti a Prati di Tivo. Non ha avversari credibili, ma questo era noto ben prima della partenza da Venaria Reale. Ora lo spunto di maggior interesse sarà capire con quale distacco potrà vincere questa Corsa Rosa. Probabile che, ad un certo punto, decida di tirare i remi in barca pensando all’impegno del Tour de France.

Filippo Ganna, 6: non ha ancora vinto in stagione e, oggettivamente, perdere da Ayuso alla Tirreno-Adriatico e da Pogacar al Giro non è di certo un bel segnale. Che potesse accusare un minuto nel tratto finale era nell’ordine delle cose. Il dato che più preoccupa, tuttavia, è l’aver guadagnato appena 3″ allo sloveno tra primo e secondo intermedio, dove la strada era piatta, dunque adatta agli specialisti. Sta arrivando alle Olimpiadi con più dubbi che certezze.

Magnus Sheffield, 7: disputa una grande cronometro e chiude in terza posizione. Sarà una mina vagante a Parigi nella prova contro il tempo.

Thymen Arensman, 8,5: sembrava uscito di classifica dopo la crisi di Oropa, invece oggi ha dimostrato di essere in decisa crescita di condizione; una top5 potrebbe ancora essere nelle sue corde.

Antonio Tiberi, 8: la prestazione che speravamo da parte del ciociaro. Dopo una partenza sin troppo guardinga, forse preoccupato di salvare le energie in vista del finale, è andato in progressione, chiudendo 6° a 1’21” da Pogacar e facendo segnare anche il 4° tempo assoluto nell’ultimo intermedio, quello dove la strada saliva. In un colpo solo ha recuperato ben 13 posizioni in classifica generale: adesso è ottavo. Andiamoci cauti, però, con i voli pindarici: ora sarà Prati di Tivo a decretare se realmente Tiberi potrà giocarsi legittimamente un posto tra i primi 5 in questo Giro d’Italia. Tradotto: dovrà andar forte anche in salita.

Daniel Martinez, 7: è vero che perde 1’49” da Pogacar, ma ne guadagna 11″ su Thomas, ed era difficile pronosticarlo alla vigilia. Inoltre il colombiano è andato davvero forte sullo strappo finale. Al momento è secondo in classifica, verrebbe da dire il ‘primo degli umani’. Per il podio bisognerà fare i conti con lui.

Geraint Thomas, 5: 2 minuti secchi da Pogacar sono un’enormità, ma ha perso secondi anche da altri uomini di classifica. E dire che la cronometro è il suo terreno ideale…Con l’esperienza che lo contraddistingue, ad ogni modo, sarà in lizza per il podio sino alla fine, con la forma che potrebbe migliorare in vista della terza settimana.

Ben O’Connor, 7: sta disputando un Giro d’Italia di grande costanza. Anche oggi ha limitato egregiamente i danni, perdendo appena 7″ da Thomas. In classifica è quarto, ma per lui il meglio (ovvero le salite) deve ancora arrivare…

Lorenzo Milesi, 6,5: segnali incoraggianti per il campione del mondo U23 della cronometro, che ha chiuso a ridosso della top10. Può crescere, ma non è il nuovo Ganna: ha caratteristiche diverse.

Filippo Zana, 6,5: il distacco di 2’34” da Pogacar è accettabile e dimostra che ha lavorato sulle prove contro il tempo. Ora deve provare a fare classifica: il 9° posto attuale lo impone. L’obiettivo è la top10.

Cian Uijtdebroeks, 5: cronometro negativa per il belga, che incassa ben 2’55” e dunque perde terreno nei confronti di tanti rivali. In salita è un regolarista, ma difficilmente potrà fare selezione.

Lorenzo Fortunato, 5,5: le prove contro il tempo sono il suo tallone d’Achille. Ci aspettavamo che potesse accusare 4 minuti, invece il distacco di 3’37” gli consente di rimanere 10° in classifica generale. Quello è anche il suo obiettivo in questo Giro d’Italia.

Juan Pedro Lopez, 4: va bene non essere specialisti, ma 4’17” sono davvero troppi. Inoltre non ha brillato neppure nell’ultimo tratto a lui congeniale.