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Tomas Carbonell è perentorio: “Solo Jannik Sinner ha quel fuoco dentro, Alcaraz manca di continuità”

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Jannik Sinner e Carlos Alcaraz
Alcaraz - Sinner / LaPresse

Prevedere il futuro, specie nel tennis, è molto complicato. Si sta vivendo una fase particolare nel massimo circuito internazionale maschile: l’affermazione di campioni giovani come Carlos Alcaraz e Jannik Sinner si contrappone agli ultimi “fuochi” dei grandi veterani, come Novak Djokovic e Rafa Nadal, con il serbo ancora n.1 del mondo nonostante le 37 primavere siano ormai prossime.

Una fase di passaggio valutata da Tomas Carbonell, ex n.40 ATP negli anni ’90. Attualmente voce tecnica del canale Teledeporte, il 55enne catalano si è pronunciato in maniera chiara sui temi d’attualità, rispondendo alle domande poste da puntodebreak. Ebbene, l’ex tennista iberico ha evidenziato come e quanto le nuove generazioni di giocatori stiano perdendo la passione per questo sport e il profitto sia in cima alla lista, salvo rare eccezioni.

Negli ultimi anni alcune cose stanno migliorando molto, come i premi e la qualità dei tornei. Anche i giocatori si evolvono con il loro tennis. Di negativo direi che vedo sempre meno passione, mi piacciono i giocatori che giocano per la gloria, ma quando sei miliardari. Uno zero in più o uno zero in meno cambia poco, un successo in più o uno meno ugualmente. Resto dalla parte di giocatori che hanno passato la loro vita a giocare come ha fatto Federer, o anche come continua a farlo Djokovic, tennisti che giocano per vincere gli Slam, che continuerebbero a farlo anche gratuitamente. Questo si sta un po’ perdendo con le nuove generazioni, a eccezione di Jannik Sinner. Gli altri stanno perdendo quella visione romantica che ho di questo sport“, ha affermato Carbonell.

Sinner, quindi, per l’ex tennista spagnolo rappresenta una specie di mosca bianca: “Lui è un tennista h24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Lo vedi parlare e ti rendi conto che per lui non esistono martedì né domeniche, non esistono giorni festivi né giorni feriali: vuole essere un mito. Ciò che conta per lui è migliorare ogni giorno, avvicinandosi ai suoi idoli. Se farà la storia? In questo momento ti dico di sì. Sinner ha l’intelligenza per riuscirci. Non solo devi amare quel che fai, devi anche essere intelligente. Rafa, Roger e Novak lo hanno sempre dimostrato: non solo sono stati molto bravi, sono stati anche molto intelligenti e questo li ha portati a essere quel che sono diventati. Jannik è un’ispirazione che mi fa emozionare nuovamente“.

E nel confronto con Carlos Alcaraz, l’idea è la seguente: “Quello che mi piace di più di Carlos è quello che trasmette in campo, proprio quello che Jannik non ha. Col tempo Sinner sarà un giocatore di cui si parlerà molto per via dei suoi titoli, ma Alcaraz ha qualcosa che nessun altro ha: quando gioca, viene voglia di giocare con lui perché regala colpi straordinari. Partecipi alle sue partite, quando fa un punto ti fa alzare dalla sedia. Sinner ha altre cose molto buone, ma Alcaraz ha una passione irrefrenabile. Sono preoccupato però per le sue disconnessioni. Carlos è un giocatore che ha bisogno di giocare tanto, che corre molti rischi, un tennista che è tutto o niente. La continuità lo aiuterebbe a essere un giocatore migliore. Veniamo da un periodo in cui si diceva che non centrava i suoi obiettivi e, all’improvviso, ha vinto Indian Wells. Ma ora deve smettere di giocare di nuovo. Questo andirivieni può impedirgli di essere un tennista capace di fare lo storia“.