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Sci di fondo, “assenza di segnale” sulla frequenza vincente italiana maschile. Fra le donne siamo alla “fine delle trasmissioni”?

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Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani
Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani | Foto: Pentaphoto

Nella serata di ieri è stato pubblicato un articolo relativo all’Italia dello sci alpino maschile, incapace di produrre nuovi atleti vincenti da quasi un decennio. Letto il “pezzo”, nella notte qualche aficionado degli sport invernali ha voluto mettere una pulce nell’orecchio di chi scrive.

“Se scrivi questo sulla ‘discesa’, cosa dovremmo dire dello sci di fondo?” ha domandato, effettuando un’involontaria sineddoche (per ‘discesa’ non intende la specialità dello sci alpino in sé, bensì l’intera disciplina), allo scopo di perorare la causa di uno sport a lui caro.

Fermo restando che il gioco del “Lui è peggio di me” (per utilizzare il titolo di una riuscita commedia con Renato Pozzetto e Adriano Celentano), non è propedeutico ad alcunché, il tema può comunque essere interessante e merita di essere analizzato.

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Sotto questo aspetto, sci alpino e sci di fondo sono alla pari. L’ultima “prima volta” di un azzurro risale proprio al 2014-15, lo stesso inverno dell’estemporanea affermazione di Stefano Gross ad Adelboden. Se parliamo di sci stretti, il nuovo ingresso nel club dei vincenti tricolori fu quello di Francesco De Fabiani, trionfatore nella 10 km a tecnica classica di Lahti.

Anche quello dell’oggi trentunenne valdostano fu un “Chesney Hawkes”, ovverosia “The One and Only”, per richiamare il brano più conosciuto del cantante britannico. De Fabiani vinse quel giorno e poi mai più, proprio come lo slalomista di Pozza di Fassa.

Cionondimeno, se nello sci alpino un “nome nuovo” è mancato a gennaio per pochi centesimi di secondo, nello sci di fondo la situazione è ben diversa. Chi darà nuova linfa al movimento? Riflettori puntati soprattutto su Simone Mocellini ed Elia Barp, ma soprattutto nel caso del secondo, ci sarà bisogno di tempo per sintonizzare correttamente l’apparecchio e porre fine alla corrente “assenza di segnale”.

Nella sfera degli sci stretti, il discorso può essere ampliato al settore femminile. Qui, però, più che di “assenza di segnale” si deve parlare di “fine delle trasmissioni”. Dopo Marianna Longa e la sua vittoria a Rybinsk del 30 gennaio 2009, si riceve solo il monoscopio…

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